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Fra
gli ospiti illustri delle prime giornate del Motor Show anche
Marco Melandri, campione mondiale di motociclismo nella classe
250 durante la stagione 2002 ed oggi pilota ufficiale della Honda
nel MotoGP, ovvero, nella "vecchia" classe 500, la più
seguita dagli appassionati sportivi.
Allora Marco, che effetto fa correre con campioni del calibro
di Rossi e di Biagi?
"Un effetto stupendo, che incita a lavorare con più
grinta ed impegno del solito pur di riuscire a dimostrare le proprie
capacità."
Capacità che forse non hai potuto mettere ancora in
mostra nella passata stagione. "Inutile
nascondere quello che è successo lo scorso anno, cioè
qualche brutto risultato accompagnato da brutte cadute. Purtroppo
sono stati tanti i fattori che hanno influito e non da ultimo
il rapporto professionale con lo staff della Yamaha che non si
è rilevato dei migliori.
Per lo stesso motivo, io stesso correvo senza più divertirmi e
cercare di migliorare. Comunque sia sono riuscito a conquistare diversi
podi e questo si è tramutato in uno stimolo per la stagione attuale."
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Quest’anno sei passato alla Honda, cosa speri di ottenere?
"Molto di più dello scorso anno: ho stimoli a sufficienza
e mi trovo a fianco tecnici preparatissimi che ascoltano le mie indicazioni.
Senza dimenticare che ho un compagno di squadra come Gibernau con cui
vado molto d’accordo."
Dunque?
"Dunque, direi che quest’anno ci siamo e sai cosa intendo
dire…"
Capito. Senti, ma ora che non corri più con la Yamaha, che era
la stessa moto di Valentino Rossi, qual è il tuo rapporto con lui
visto che circolavano certe indiscrezioni…
"Precisiamo: con Valentino ho sempre avuto buoni rapporti, siamo
cresciuti assieme e spesso ci siamo anche divertiti nella stessa compagnia
di amici. Certo, le esigenze di lavoro ci hanno un poco allontanato, ma
assolutamente niente di personale."
Parliamo di sicurezza nelle piste, cosa è cambiato sui circuiti
dopo la morte di Kato?
"Della nostra sicurezza pochi ci pensavano e come al solito occorreva
un brutto fattaccio per porvi rimedio. Il terribile indicente di Suzuka,
purtroppo, è servito a questo."
Parliamo ora un poco di Melandri nella vita privata: hobby e passioni,
tanto per cominciare.
"Mi piace tutto ciò che è moto, ma adoro anche fare
altri sport. Eppoi, ogni tanto, mi diverto anche a fare il dj in discoteca
anche se gli impegni professionali hanno allentato notevolmente questa
mia passione."
Melandri su strada "ordinaria" invece…?
"Non amo assolutamente correre fuori dalla pista, troppo rischioso
specialmente in moto. Come tanti possiedo un cosiddetto scooterone, ma
non ti nascondo che ho molta paura degli automobilisti che talvolta non
rispettano coloro che vanno in moto."
Vero. Però qualche volta sono anche i motociclisti a non rispettare
gli altri e in particolare le regole del codice della strada?
"Persone poco serie si trovano in tutte le categorie di utenti
della strada, ma ciò non toglie il fatto che in caso di sinistro
il motociclista ha spesso la peggio. In ogni caso sulle strade rimane
valida la regola principale: prudenza, prudenza, prudenza."
Marco, cosa hai in mente per il tuo futuro, magari di provare una monoposto
come ha fatto Valentino Rossi?
"Quando ero alla Benetton mi era venuta l’idea, ma siccome
ero ancora minorenne non fu proprio possibile. Oggi preferisco concentrarmi
sul motomondiale e il mio futuro appartiene per ora alla prossima stagione
sportiva."
E da tutti noi, caro Marco, i migliori auguri per mostrare al mondo intero
le tue capacità professionali e farci un poco gioire ed essere
fieri di essere italiani.
Roberto
Rocchi
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