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Notizie brevi 04/10/2017

SPAGNA
Le studentesse in Erasmus morte sul bus: «Noi, studenti della strage. L’autista piegò la testa e sbandò»

I documenti dell’indagine sull’incidente che provocò la morte di 13 studentesse in Erasmus. I periti rivelano: 77 decelerazioni sospette. Il giudice ha archiviato: oscuri i motivi dello schianto. L’autista: non dormivo, forse si è rotto il sistema di frenata
Le ragazze italiane morte nell’incidente in Catalogna, da sinistra in alto: Elena Maestrini, Valentina Gallo, Elisa Scarascia Mugnozza ed Elisa Valent. Da sinistra in basso: Lucrezia Borghi, Francesca Bonello e Serena Saracino (Ansa)

Quella notte, nel bus catalano che si schiantò a Freginals, c’era anche chi non dormiva e si salvò. È Jakub Lenard, uno studente Erasmus di origini polacche uscito con qualche ferita dalle lamiere contorte del mezzo e in grado di raccontare agli investigatori i drammatici momenti dell’incidente: «Stavo parlando al telefonino con la mia ragazza quando ho visto l’autista abbassare la testa come se si fosse addormentato, l’autobus ha iniziato a spostarsi sul lato destro, lui ha rialzato la testa e ha dato una controsterzata verso sinistra… Siamo finiti ribaltati sull’altra corsia …».

Il giudice: motivi oscuri
Era il 20 marzo del 2016 e fu una strage: 13 studentesse, delle quali sette italiane, persero la vita. Stavano rientrando a Barcellona da Valencia, dove avevano trascorso una giornata di svago alla Festa dei Fuochi che ogni anno richiama in città migliaia di giovani. Da allora sono stati 18 mesi di indagini, chiusi dal giudice istruttore di Amposta, Eduardo Navarro, con un’archiviazione che sta facendo molto discutere, al punto da indurre il governo italiano a chiedere chiarimenti a quello spagnolo. Uscirebbe così di scena l’unico indagato, Santiago Rodriguez Jimenez, il sessantaduenne conducente su cui gravava il sospetto del colpo di sonno. «Non ci sono abbastanza indizi per la negligenza grave, la sola penalmente rilevante...Per motivi oscuri a questa istruzione l’autobus è sbandato», taglia corto il magistrato lasciando così irrisolta la causa della tragedia. Contro il provvedimento si sono schierate compatte le famiglie delle vittime facendo ricorso in questi giorni allo stesso giudice di Amposta o al Tribunale collegiale di Tarragona come quelle italiane, assistite dagli avvocati Francesco Co Fernández e Christian Maiolo. Anche perché l’archiviazione sembra fare a pugni con le conclusioni della polizia catalana, i Mossos d’Esquadra, che chiudono così una relazione di 189 pagine: «Ipotizziamo sonno e stanchezza quali cause dirette dell’incidente». Il documento dei Mossos, rimasto fino a oggi segreto, incrocia l’analisi tecnico-scientifica con le testimonianze dei pochi ragazzi che quella notte erano svegli.

I testimoni: correva a S

Oltre a Lenard, lo spagnolo Alexandro Garcia, seduto in prima fila e sentito dal giudice Sonia Nuez: «Ero inquieto perché l’autobus correva sempre sulla linea della carreggiata e a volte la superava facendo delle S…». Anche la tedesca Franziska Krebes e la spagnola Adriana Dominguez si sono dette preoccupate. «Più di una volta ho sentito il rumore delle ruote che toccavano la linea della carreggiata e così ho messo la cintura di sicurezza – soni le parole di Franziska all’agente 4520 dei Mossos (firmato così, ndr) - Ho visto l’autista aprire il finestrino per far entrare aria fresca...Qualche attimo prima dell’incidente l’autobus è uscito di strada lentamente…». «Si avvicinava spesso a quello che lo precedeva e poi frenava - ha aggiunto Adriana - Prima della partenza da Barcellona l’autista si era lamentato: “vaya semana que llevo”». Un’espressione spagnola per dire che veniva da una settimana di stress. «No tiene trascendencia alguna», non ha alcuna rilevanza dal punto di vista probatorio, ha scritto il giudice.

La «scatola nera»
I dati scaricati dal tachigrafo digitale del pullman raccontano di una corsa a singhiozzo: «Dalle ore 4.29 (orario della partenza da Valencia, ndr) alle ore 5.51 (orario dell’incidente, ndr) – documentano i periti dei Mossos - sono state registrate 77 decelerazioni significative, mentre gli altri due autobus ne hanno misurate 5 e 12 (si tratta di due dei 5 bus che facevano parte della comitiva Erasmus, ndr)…». Non c’era traffico, nessuna buca sull’asfalto, il mezzo era seminuovo «e le condizioni di visibilità era normali», annotano gli stessi esperti.

L’autista: colpa del freno
Cos’è successo, dunque, quella notte? Jimenez, sentito a marzo dell’anno scorso dal giudice, ha dichiarato che «l’autobus ha iniziato a spostarsi lateralmente dalla parte posteriore, ho provato a raddrizzarlo e a quel punto forse si è bloccata qualche ruota perché il manto stradale era bagnato e io ho perso il controllo. Il sistema di frenata di questi bus, chiamato Retarder, è pericoloso quando la strada è bagnata o ghiacciata». I periti la pensano diversamente: «Non sono emersi difetti rispetto all’elettronica del sistema di controllo dei freni… Non sono stati rilevati difetti di meccanica, non pioveva». Signor Jimenez, chiede il giudice, aveva sonno? «No». Perché non ha cenato con i suoi colleghi? «Perché mi dava fastidio il rumore dei fuochi e ho preferito parcheggiare in un posto tranquillo per dormire».
Quindi, tutto perfettamente in regola: conducente riposato, pullman in ottimo stato, condizioni meteo e di traffico ideali. Cioè, nessun guasto, nessuna anomalia nella guida e, soprattutto, nessun colpevole. Eppure il pullman ha sbandato, si è ribaltato ed è diventato la tomba di tredici studentesse.
 

di Andrea Pasqualetto
da corriere.it


Pullman della tragedia dell’Erasmus in Spagna, comincia ad emergere qualche elemento nuovo
La testimonianza di uno studente a bordo:
«Stavo parlando al telefonino con la mia ragazza quando ho visto l’autista abbassare la testa come se si fosse addormentato, l’autobus ha iniziato a spostarsi sul lato destro, lui ha rialzato la testa e ha dato una controsterzata verso sinistra… Siamo finiti ribaltati sull’altra corsia …».
L’amara conclusione dell’articolo del Corriere della Sera:“Quindi, tutto perfettamente in regola: conducente riposato, pullman in ottimo stato, condizioni meteo e di traffico ideali. Cioè, nessun guasto, nessuna anomalia nella guida e, soprattutto, nessun colpevole. Eppure il pullman ha sbandato, si è ribaltato ed è diventato la tomba di tredici studentesse.”
No non può finire così. (ASAPS)

Mercoledì, 04 Ottobre 2017
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