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Notizie brevi 20/09/2017

Nel 2016 gli italiani hanno sprecato 64 giorni in fila sulle autostrade per colpa degli incidenti. Ora alcuni studiosi hanno trovato la “formula” per evitare traffico e ingorghi
Non e’ solo per il tempo: imbottigliati nell'auto si perde un punto di pil l'anno - ecco cosa bisogna evitare

Guida più lentamente, lascia perdere il freno e l'acceleratore, non cambiare corsia, agevola il passaggio di chi mette la freccia. Lo dicono gli esperti: quando guidiamo sbagliamo troppo spesso, ed è il nostro comportamento che può generare alcune code.

Inscatolati e bloccati in auto, a respirare inquinamento, stressati: se al lavoro ci vai in macchina devi fare i conti con il traffico. Oltre alla pazienza, negli ingorghi gli italiani perdono molto altro. Tempo, ovviamente.

Lo scorso anno abbiamo sprecato sessantaquattro giorni in fila sulle autostrade per colpa degli incidenti. Sono i calcoli di Asaps, Associazione sostenitori ed amici della Polizia stradale: 700 ore in code e 840 ore per blocco della viabilità sono stati persi nel 2016. Puoi essere Gastone e non Paperino, dipende da quanto viaggi.

Ma se ti tocca passare il casello per tutto l' anno, spiega Giordano Biserni, presidente Asaps, puoi calcolare che 5 o sei giorni su 365 li passerai in fila sulla rete autostradale. Tutto questo ha un costo. Miliardario, se si fanno le somme. Il traffico in città costa alla collettività quasi un punto di Pil ogni anno: se dimezzassimo i tempi di spostamento in linea con i principali Paesi europei, l' Italia potrebbe risparmiare tra 5,5 e 7 miliardi, secondo uno studio di The European House- Ambrosetti.

In attesa che politica e aziende di trasporto pubblico trovino il modo di convincerci ad abbandonare l' auto, c' è chi studia come ognuno di noi può fare in modo di evitare il caos solo mettendo in atto un comportamento razionale alla guida.

Incidenti e lavori in corso a parte, infatti, le code in autostrada sembrano spesso formarsi per cause misteriose. Si parla in questo caso di code fantasma, come spiega Giuseppe Cantisani, professore ala facoltà di Ingegneria civile e industriale alla Sapienza di Roma. «Chiamiamo code anche cose diverse. Alcuni ingorghi sono determinati dall' insufficienza della capacità di trasporto del sistema stradale, come quelli che si formano alla mattina presto verso le grandi città.

Ci sono però poi le perturbazioni del flusso di traffico, con rallentamenti dovuti a fenomeni accidentali. Una distrazione o un' incertezza anche di un solo automobilista si propaga a monte sulle macchine dietro, amplificandosi».

Cantisani spiega che la scienza, e in particolare la matematica, ha a che fare con questi ingorghi: «La teoria delle code è un meccanismo che con formule matematiche rappresenta questi fenomeni: le correnti di traffico si distribuiscono in maniera casuale». La probabilità di aver scelto su tre file quella più veloce, dice ad esempio la teoria delle code, è una su tre soltanto. Due volte su tre, le file accanto scorreranno più velocemente.

Rassegnarsi è quindi l' unica soluzione?
Secondo William Beaty, ingegnere di Seattle, non è proprio così. E, anzi, è per colpa degli errori di ogni automobilista, che le code si formano. Beaty ha compiuto diversi esperimenti empirici e dimostrato che se ogni singolo conducente si comportasse con metodo, alcune file si potrebbero addirittura evitare. E che il comportamento individuale è quindi fondamentale.

Così, se si mantiene ampio spazio dall' auto che precede anche mentre si è fermi, si permette a chi si deve spostare sulla nostra corsia da sinistra o da destra senza usare freno o acceleratore, evitando di creare reazioni a catena.

Spostarsi continuamente e ridurre le distanze, quindi, non serve e anzi potrebbe peggiorare la situazione.
«Quando il flusso di traffico è alto, e un gran numero di veicoli si muovono su una strada ad alta velocità», conferma a Libero Zhengbing He, che studia questi temi all' Università di Beijing, in Cina, «si può determinare la condizione di traffico critico, cioè tanto instabile che ogni piccola "perturbazione" comporterà la formazione di ingorghi stradali, come le code a tratti».

Zhengbing He, insieme a quattro colleghi, lo ha dimostrato in un recente studio sulle oscillazioni del traffico: chi guida lentamente, lascia uno spazio protetto davanti a sé e non cambia continuamente corsia, può evitare che si formino le code. «Non è facile cambiare il comportamento degli automobilisti», ci spiega però l' americano Benjamin Seibold professore di Matematica all' Università di Temple, in Texas. PerSeibold, la soluzione è nella tecnologia, non nell' uomo: «I nostri esperimenti dimostrano che un singolo veicolo a guida autonoma può rivoluzionare il traffico: le simulazioni ci dicono che sarebbe possibile eliminare le code fantasma con una sola macchina a guida autonoma su 20-25 in strada».

Un recente studio statunitense della Duke University ha scoperto che nell' ora di punta, l' aria che inaliamo in auto conterrebbe sostanze chimiche che contribuiscono a creare lo stress ossidativo, associato allo sviluppo di molte malattie, come patologie respiratorie, cardiopatie, cancro e alcune malattie neurodegenerative.

E oltre ai danni per il fisico, ci sono quelli sull' umore: Davide Algeri, tra i fondatori di Helpsy, portale per il supporto psicologico online, assicura che lo stress da traffico è in aumento. «Sempre più si è incapaci di far fronte alle difficoltà della vita», spiega lo psicologo, «e percepiamo la coda come un momento di perdita del controllo che desideriamo operare: gli imprevisti capitano, bisognerebbe esercitarsi ad accettarli».

Giulia Cazzaniga
da red.presstoday.com


Un articolo pubblicato su Libero Quotidiano e rilanciato da Dagospia sulla base di uno studio di ASAPS

Mercoledì, 20 Settembre 2017
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