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Notizie brevi 20/09/2017

Madrid
Incidente bus Catalogna, di nuovo archiviata la causa contro autista

L’incidente il 20 marzo dell’anno scorso: morirono 13 studentesse, sette delle quali italiane. La rabbia del padre di una delle vittime: «Non mandate i figli in Spagna»

Un giudice di istruzione del tribunale di Amposta in Catalogna ha di nuovo archiviato la causa contro l’autista del bus accusato dell’incidente nel quale morirono il 20 marzo 2016 13 studentesse Erasmus, sette delle quali italiane, sull’autostrada fra Valencia e Barcellona. Il gip, riferisce La Vanguardia online, ritiene non ci siano indizi per accusare l’autista e rinvia le parti ad una eventuale causa civile.

>FOTO - Erasmus, incidente in Spagna: Lucrezia, Elisa, Valentina, Elena, Serena, Elisa, Francesca e le altre vittime

La prima archiviazione

Già l’anno scorso, a novembre, un giudice istruttore aveva archiviato la causa, stabilendo che l’incidente non era stato provocato né da guasti meccanici né dalla guida del conducente. Nel registro degli indagati, per omicidio colposo plurimo, c’era un solo nome: quello del conducente, il sessantaduenne Santiago Rodriguez Jimenez che stava riportando a Barcellona gli studenti dopo una giornata di festa a Valencia. «Mi sono addormentato», riuscì a dire ai soccorritori prima di perdere conoscenza. Poi si riprese ma non aprì più bocca. E la magistrata spagnola aveva concluso che non bisognava procedere oltre, rinviando la risoluzione del caso solo al procedimento civile.

>FOTO - Spagna, bus contro auto: morti 13 studenti Erasmus

L’interrogatorio

Di fronte al ricorso delle famiglie il Tribunale di Amposta, in Catalogna, aveva deciso di riaprire l’inchiesta a gennaio di quest’anno. Secondo i parenti, la tragedia non fu casuale, ma nata da un viaggio che prevedeva una tabella di marcia massacrante: in 24 ore lo stesso conducente doveva guidare per 350 km all’andata e 350 km al ritorno facendo per due volte la spola fra Barcellona e Valencia. Ma l’esito del nuovo procedimento è stato identico, nonostante a febbraio sia stato interrogato l’autista, che ha negato di essersi addormentato. L’uomo, che ha detto di non ricordare bene le circostanze dell’incidente, ha affermato che quel giorno sull’autostrada Valencia-Barcellona era piovuto, aggiungendo inoltre di avere rispettato il tempo di riposo, di non avere consumato alcol o droghe e che non stava usando un cellulare al momento dell’incidente. Il suo avvocato aveva anticipato che al termine della nuova inchiesta avrebbe chiesto l’archiviazione. Ottenuta oggi. L’uomo era indagato per 13 presunti omicidi per imprudenza. Ma il gip ha concluso per l’ assenza di indizi che possano portare all’incriminazione penale dell’autista, e rinviato le parti ad una possibile causa civile.

Il padre di una delle vittime: «Non mandate i figli in Spagna»

«Consiglio ai genitori di non mandare i propri figli in Spagna e ai turisti di scegliere un’altra meta per i propri viaggi - ha detto Alessandro Saracino, padre di Serena, una delle vittime - Perché sembra - ha aggiunto - che nessuno sia responsabile di ciò che accade sulle loro strade». Sul caso interviene anche il ministro degli Esteri Angelino Afano: «Chiesto al collega spagnolo giustizia per le studentesse Erasmus vittime dell’incidente stradale in Spagna», scrive in un tweet da New York, dove partecipa all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

>Italiane morte in Spagna, l'incidente del pullman in 3D

da corriere.it


Spagna, per le 13 studentesse morte (7 italiane) nel marzo 2016 nessun colpevole! Ingiustizia è fatta!! (ASAPS)
Il padre di una delle vittime: «Non mandate i figli in Spagna»
«Consiglio ai genitori di non mandare i propri figli in Spagna e ai turisti di scegliere un’altra meta per i propri viaggi - ha detto Alessandro Saracino, padre di Serena, una delle vittime - Perché sembra - ha aggiunto - che nessuno sia responsabile di ciò che accade sulle loro strade».

Mercoledì, 20 Settembre 2017
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