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Notizie brevi , News 25/03/2017

la sentenza
Vasto, uccise l’uomo che aveva investito la moglie: condannato a 30 anni Fabio Di Lello
Sentenza di primo grado: Italo D’Elisa (22 anni) era stato ucciso con 3 colpi di pistola l’1 febbraio, per vendetta dopo che aveva causato la morte di Roberta Smargiassi

Fabio Di Lello con la moglie Roberta (Ansa)

Il primo febbraio scorso aveva sparato uccidendo l’uomo che mesi prima aveva travolto la moglie. Condannato a 30 anni di carcere dalla Corte d’Assise di Lanciano, Fabio Di Lello, 34 anni, di Vasto.
Il panettiere che si faceva chiamare il «gladiatore»


Il processo

Di Lello, a processo con il rito abbreviato, era accusato dell’omicidio volontario premeditato di Italo D’Elisa 22 anni. Tutto era avvenuto lo scorso primo febbraio, l’uomo aveva esploso tre colpi di pistola calibro 9 contro l’uomo che, l’estate precedente, a bordo della sua auto, aveva travolto e ucciso Roberta Smargiassi, la moglie di Di Lello, incinta. L’accusa durante l’ultima udienza, il 20 marzo, aveva chiesto per l’uomo la condanna all’ergastolo e l’isolamento diurno. La condanna ha 30 anni è arrivata per effetto dello sconto di pena previsto dal rito abbreviato, riconosciuta l’aggravante della premeditazione, la Corte ha disposto anche una provvisionale di 40mila euro a favore dei genitori e del fratello della vittima. «Sono pentito e dispiaciuto per quanto fatto» aveva detto il 34enne davanti ai giudici. Durante la lettura della sentenza è scoppiato in lacrime. L’avvocato di Di Lello ha annunciato che presenterà ricorso presso la corte d’Assise d’Appello dell’Aquila. «Alla lettura del dispositivo Fabio ci ha abbracciati e si è sfogato con un pianto liberatorio - ha spiegato il legale - Forse ha capito la portata del suo gesto e in pochi secondi ha rivissuto sette mesi di dolore, iniziati con la morte della moglie Roberta Smargiassi. È un ragazzo di 34 anni incensurato che per la prima volta ha visto un’aula di tribunale e nel modo più pesante».

«Giustizia si fa nei tribunali»

«Continuiamo ad avere fiducia nelle istituzioni perché in uno Stato di diritto è importante che la giustizia la faccia un tribunale e non si possa fare da sé - hanno spiegato Pompeo Del Re e Gianrico Ranaldi, legali della famiglia di Italo D’Elisa - Questo ha sempre pensato la famiglia D’Elisa e questo emerge anche dal dispositivo letto. Riteniamo che questa sentenza riconosca gli elementi di imputazione che hanno fatto giustizia. La difesa ha diritto di fare appello».


Il delitto

Un delitto, quello avvenuto all’inizio di febbraio, che aveva scosso e sconvolto un’intera cittadina. Di Lello, panettiere con il padre, non si era mai ripreso dopo la tragica morte della moglie. «Fabio stava male» avevano raccontato i genitori. Andava al cimitero anche di notte, saltava il muro e stava sempre con lei». Roberta Smargiassi, travolta e uccisa dall’auto guidata da D’Elisa, era incinta: «Volevano annunciarlo il 2 luglio, il giorno dopo l’incidente» avevano spiegato sempre i genitori di lui. In settembre il 34enne aveva acquistato una calibro 9. «Non volevo ucciderlo ma mi ha sfidato» aveva raccontato dopo il delitto, avvenuto davanti a un bar di Vasto, in pieno giorno.

 

fonte: corriere.it


A distanza di solo un mese si è concluso il primo grado con una pesante condanna il processo contro Fabio Di Lello, 34 anni l’omicida di Vasto che aveva voluto vendicare la morte della moglie Roberta Smargiassi.
Un caso di cronaca che aveva lacerato l’opinione pubblica  e la stessa comunità abruzzese.
(ASAPS)

 

 

 

 



Sabato, 25 Marzo 2017
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