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Notizie brevi 06/03/2017

Allarme camion inquinanti: truccano i controlli sugli scarichi e ci rovinano la salute

Milano. AGF

Una frode che colpisce la concorrenza, ma, soprattutto, la salute di tutti i cittadini. È quella perpetrata dai “furbetti delle emissioni”, camionisti che pur avendo un veicolo Euro V o Euro VI, grazie a una centralina pirata riescono a ingannare i rilevatori di emissioni e a viaggiare inquinando come una fabbrica dei primi dell’Ottocento. Alla faccia delle rigide normative ambientali dell’Ue, delle politiche antinquinamento degli stati e di tutti i blocchi del traffico.

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Come funziona la truffa

I Tir per ridurre le emissioni e rientrare nelle categorie Euro V o VI, montano un sistema detto Selective Catalyst Reduction (SCR), che si avvale di un catalizzatore nel quale viene iniettato l’additivo AdBlue in grado di trasformare gli ossidi di azoto (molto inquinanti) in vapore acqueo (H2O) e azoto (N).

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L’additivo, contenuto in un apposito serbatoio, si compra nei distributori, come il gasolio, e naturalmente rappresenta un costo. Se il computer di bordo del camion rileva che il serbatoio di AdBlue è vuoto, riduce automaticamente la velocità del mezzo a 30 km/h fino a quando questo non sarà riempito.

Ed è qui che scatta la frode: grazie infatti a un dispositivo da poche centinaia di euro, ne bastano 300, si può far credere al computer che il serbatoio Adblue sia sempre pieno e l’SCR funzionante, e quindi il tir continua a funzionare normalmente, sebbene stia inquinando come un Euro 1.

La prima a lanciare l’allarme è stata l’Austria, seguita dalla Svizzera, dove i controlli hanno dimostrato che un tir straniero su quattro, grazie alla centralina pirata, produce emissioni di ossidi di azoto fuori dalla norma.

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Secondo gli elvetici i colpevoli sarebbero in maggioranza i camion provenienti dall’Est, romeni soprattutto, ma anche quelli che arrivano dall’Italia. Se nei Cantoni è ormai psicosi – tanto che Ginevra, sull’onda emotiva della truffa delle emissioni, starebbe pensando di aumentare i pedaggi di ingresso per i mezzi pesanti nel Paese – , nel nostro Paese i “furbetti” non sono ancora diventati motivo di preoccupazione. E soprattutto di controlli accurati.

A metà gennaio 2017 la polizia stradale di Lucca ha fermato un autista croato che montava sul suo tir una centralina pirata. Il rinvenimento del dispositivo è stato del tutto casuale (gli agenti si erano incuriositi per un pulsante sul cruscotto diverso dagli altri) e ha richiesto che il camion fosse semi-smontato in un’officina specializzata. L’azienda titolare del mezzo ha ricevuto una sanzione da 420 euro e il ritiro della carta di circolazione. Inoltre, il mezzo sarà costretto a viaggiare a 30 km/h fino a quando non saranno ripristinati, da parte di un centro autorizzato croato, i parametri regolari della centralina. Sanzioni del tutto inadeguate a scoraggiare i furbetti, visto che il gioco vale la candela, anche nel caso in cui si venga scoperti.

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Il risparmio medio per autocarro taroccato si aggira infatti sui due mila euro l’anno, un margine che, data la concorrenza tra autotrasportatori e i bassi margini di guadagno del settore, spinge i camionisti a tentare la sorte (e a rovinare i nostri polmoni).

Come ha spiegato il proprietario di una società di trasporti romena, intervistato da un giornalista tedesco: «Con la centralina pirata risparmio in media 2000 euro a camion. Siccome ho 30 mezzi che girano ogni giorno per l’Europa, il mio guadagno annuo è di 60 mila euro».

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Andrea Sparaciari
da businessinsider.com
 


E’ bene che le forze di polizia siano informate sul sistema truffaldino. Ma gli strumenti di contrasto e le sanzioni sono assolutamente non dissuasivi. Leggere i particolari nell’articolo di Bisiness Insaider Italia, Repubblica.it (ASAPS)
A metà gennaio 2017 la polizia stradale di Lucca ha fermato un autista croato che montava sul suo tir una centralina pirata. Il rinvenimento del dispositivo è stato del tutto casuale (gli agenti si erano incuriositi per un pulsante sul cruscotto diverso dagli altri) e ha richiesto che il camion fosse semi-smontato in un’officina specializzata. L’azienda titolare del mezzo ha ricevuto una sanzione da 420 euro e il ritiro della carta di circolazione.

Lunedì, 06 Marzo 2017
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