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Notizie brevi 16/02/2017

 Vigile super: la brillante carriera del falco a due ruote

Un vigile che, sino alla pensione, ha preferito la strada e la sua motocicletta alla scrivania. Per questo lo ha premiato il sindaco di Milano

Ha indossato la divisa più elegante con le onorificenze e lo stemma del reparto dei motociclisti e si è recato ancora una volta nella sua caserma per salutare i suoi compagni di viaggio e di strada. Il 22 dicembre per Vittorio Greco (63 anni) non è stato un giorno come gli altri. Ha deposto paletta, casco e stivaloni, consegnato le chiavi della sua meravigliosa Guzzi e salutato tutti i compagni di strada e di caserma, la Vincenzo Ugga in via Custodi. La festa è pronta nella sala comune. Non c’è malinconia perché Falco 1, questo il suo nome in servizio, va in pensione ricevendo dalle mani del sindaco un premio molto importante a Milano, la città in cui ha lavorato per quasi quarant’anni, l’Ambrogino d’oro, e soprattutto potendo dire: «Il mio dovere l’ho fatto. Sono soddisfatto».

«È stata una bella sorpresa. Se oggi verrò premiato, lo devo al collega Andrea Currà cui la consigliera Elisabetta Strada della Lista civica aveva raccontato che la gente si lamenta dei vigili perché non si trovano mai... Per difendere la categoria le ha risposto di chiederlo a Falco 1, “che non è mai stato in ufficio, sempre in strada...” e così la consigliera mi ha segnalato per l’Ambrogino». E la motivazione che ha letto il sindaco Giuseppe Sala consegnando il premio parla proprio di lui che: «Ha trascorso sulla strada ogni giorno della sua lunga carriera di vigile, intervenendo nelle situazioni più diverse a fianco dei cittadini in difficoltà...». Infatti in sella a una moto in giro per la città, Vittorio Greco lo è stato sino all’ultimo giorno da vigile rinunciando alla possibilità di sedersi a una scrivania: «Il lavoro d’ufficio è fondamentale. Senza di esso si vanifica quello che avviene fuori. Ma ho preferito restare in strada, dove mi sono trovato meglio e più libero. Certo, ci sono il freddo, le intemperie e la stanchezza, ma non importa, mi sono sentito più utile così».

Nel garage in mezzo a decine e decine di potenti motociclette, tra cui quelle confiscate e utilizzate per i servizi in borghese, ci mostra la sua Guzzi e ci racconta cosa fanno i Falchi (circa 120 a Milano) che portano il numero in base all’anzianità: «Nell’addestramento i vecchi affiancano i giovani e insegnano loro la prudenza. Che è importantissima. Il nostro ruolo è quello del “pronto intervento”, saltare in sella alla moto e arrivare velocemente quando c’è bisogno di un’azione rapida. Ma anche vegliare sulle manifestazioni, scortare i capi di Stato e sino all’ultimo, a turno, siamo tutti coinvolti nel tranquillo “servizio scuola” davanti alle elementari per controllare la sicurezza dei bambini».

Come parte del corredo di un vigile Greco ci mostra anche una pistola e un manganello (un distanziatore, corregge lui). Lui, da Falco 1, non sembra averne bisogno, emana calma e sicurezza. Probabilmente non è stato un dettaglio nella sua carriera: «Quando si ferma una persona si ha a che fare con chi può reagire in maniera dissennata. Dobbiamo mantenere i modi e la calma ed esserci sempre con la testa. Non sparare, ma saperci difendere sì». Ha iniziato nel 1987, era un piccolo Falco 42, e da allora tante cose sono cambiate sulle strade: «Vediamo ancora molti incidenti stradali, troppi mortali e le irregolarità dei cittadini sono sempre le stesse. Sono aumentate, però, le omissioni di soccorso, la guida in stato di ebbrezza, sotto stupefacenti o senza patente. Ed è cambiato il rapporto con la gente. Negli anni Ottanta c’era più rispetto e più dialogo».

Nel via vai della caserma molte ragazze e signore in divisa: «Bravissime le colleghe donne della Radiomobile, quelle che intervengono in auto. Un tempo le si tutelava di più. Uscivano per le chiamate sempre con un collega uomo. Oggi abbiamo anche equipaggi tutti femminili».

L’intervista è interrotta in continuazione. Decine di affettuosi sfottò, saluti e abbracci. Non di circostanza. Ne siamo sicuri. Passa anche il giovane Vincenzo Arcuri: «Tutti cambieremo nome. Io da Falco 52 divento Falco 51 ma se fosse per me “Falco 1” dovrebbe essere tolta dalla disponibilità. Questa sigla deve entrare nella Hall of Fame». Insomma, un po’ come si fa con il numero delle maglie dei grandi sportivi. E un grande giocatore di squadra Vittorio Greco lo è sicuramente, «un bello spogliatoio» e «collaborazione e spirito di gruppo» sono i termini che usa per parlare dei colleghi.

A casa lo aspettano la moglie Gabriella e la figlia Stefania. Ma lo attende anche, per continuare a sfrecciare, la sua Yamaha TDM, perché Falco 1 andrà pure in pensione ma non perde per questo la voglia di guardare il mondo dalla sella della motocicletta.

 

Orsola Vetri
da famigliacristiana.it


 Falco 1 va in pensione dopo dopo 30 anni tutti in moto. Vittorio Greco, 63 anni,  era entrato fra i motociclisti della Polizia Municipale di Milano nel 1987 come Falco 42 e ha concluso appunto come Falco 1. Premiato dal sindaco di Milano con il prestigioso Ambrogino d’Oro. Questa  la motivazione che ha letto il sindaco Giuseppe Sala consegnando il premio parla proprio di lui che: «Ha trascorso sulla strada ogni giorno della sua lunga carriera di vigile, intervenendo nelle situazioni più diverse a fianco dei cittadini in difficoltà...». Complimenti Falco 1 ! Che ti sia dato ora di continuare un lungo volo, il tuo dovere in divisa lo hai fatto e bene! (ASAPS)
 

Giovedì, 16 Febbraio 2017
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