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Notizie brevi , News 02/01/2017

BOMBA DI FIRENZE: C’È CHI GIOISCE PER LO SCOPPIO DI UN ORDIGNO CHE HA DISTRUTTO LA VITA DI MARIO VECE, SOVRINTENDENTE DEGLI ARTIFICIERI
NON È UN TERRORISTA DELL’ISIS MA UN ITALIANO

 

di Lorenzo Borselli

(ASAPS) Forlì, 2 gennaio 2017 – Nemmeno due settimane fa, a Sesto San Giovanni, una volante del Commissariato rimane coinvolta in un conflitto a fuoco. Il terrorista Anis Amri spara, un poliziotto resta ferito, l’altro reagisce e uccide il tunisino autore della strage di Berlino. Qualcuno, su internet, scrive 1-0 per “noi”. Già, “i nostri”. Lo sentivamo dire nei film western, quando la tromba suonava carica e i buoni, almeno ci sembravano così, arrivavano a salvarci dai cattivi. Due spari ed ecco che “i nostri” hanno pareggiato il conto coi cattivi. Ammettiamolo: inebriati dal branco dei social, in molti hanno assaporato il gusto della vendetta, provando addirittura piacere nel vedere una persona a terra, sapendo che era un attentatore assassino. Poi arriva Capodanno e a Firenze un poliziotto della Digos di pattuglia nota un sacchetto della spesa davanti alla saracinesca di una biblioteca. Non una biblioteca normale, secondo quanto riportano i cronisti, ai quali è noto l’inserimento dell’esercizio commerciale nella lista degli obiettivi sensibili, perché “vicina” al movimento politico “Casapound”. Il sacchetto non doveva stare lì e il poliziotto ne chiama un altro, un artificiere, che insieme a tutta la sua squadra è in servizio per San Silvestro. C’è l’emergenza terrorismo, ci sono raffiche letali di mitra a Istanbul, ci sono camion che investono la gente e bombe che scoppiano. Mario Vece è uno di quelli che le bombe le conosce: le studia, le immagina, le disattiva. Mario arriva ma durante il sopralluogo, da quel sacchetto si sprigionano prima una vampata e poi arriva la botta che investe l’artificiere in pieno, devastandogli il tronco superiore. La mano gli sarà amputata poco dopo e per sapere se sarà possibile salvargli la vista bisognerà attendere ancora.
Un timer, questa è la ricostruzione dei colleghi di Mario e degli specialisti della scientifica, ha innescato un ordigno ad alto potenziale. Chi l’abbia confezionato e programmato per scoppiare lo diranno, si spera, le indagini della Digos, che sembra già battere la sua pista. Nel frattempo, abbiamo avuto modo di leggere il post di un certo Francesco Cuccato, un tale che sulla propria pagina di Facebook ha espresso il proprio pensiero, gioendo al fatto che la merda che difende gli aguzzini del popolo sia rimasto vittima dell’ordigno che lui stesso avrebbe messo, per far presa sui dementi (che poi sarebbero il popolo) e per fare leggi anti libertà.
Chi scrive è una merda.
Una merda che difende la libertà di questo mentecatto di poter pensare e, soprattutto, di dire, cose come questa.
Lo ha sempre fatto anche Mario, specialmente nell’ultimo giorno del 2016, disinnescando, come ogni giorno, le bombe di tutti: non importa chi le abbia messe e per cosa.
Disinnescare il cervello di Francesco Cuccato, invece, è impossibile: lui, grazie alla democrazia, scrive e posta indicibili crudeltà, che per nulla si discostano dai pensieri e dalle azioni dei carnefici che le bombe le mettono e che le fanno scoppiare, che imbracciano fucili e li usano sui clienti di un bar o sui giornalisti, che rubano camion e li lanciano sulla folla di una festa o di un mercato.
Cuccato, grazie alle garanzie costituzionali che le merde difendono ogni giorno, è stato perfino candidato alle elezioni. (ASAPS)

Responsabile della Comunicazione ASAPS
e Consigliere Nazionale


Commento al post di un certo Francesco Cuccato, un tale che sulla propria pagina di Facebook ha espresso il proprio pensiero, gioendo al fatto che la merda che difende gli aguzzini del popolo sia rimasto vittima dell’ordigno che lui stesso avrebbe messo, per far presa sui dementi (che poi sarebbero il popolo) e per fare leggi anti libertà.
Chi scrive è una “merda”.
(ASAPS)

Lunedì, 02 Gennaio 2017
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