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Contromano sulla Pontina provocò tre morti, per i giudici non fu disastro: assolto

«Il fatto non sussiste», nessun disastro colposo. Il collegio penale del tribunale di Latina, presieduto da Pierfrancesco De Angelis, ha assolto Stefano Masci, l'uomo che il 17 aprile del 2006 imboccò la Pontina contromano provocando tre morti.
Masci è stato già condannato in via definitiva per omicidio colposo alla pena di 5 anni e 4 mesi, già scontata grazie all'indulto. Ieri, invece, si è concluso il processo di primo grado per l'altra accusa, quella di disastro colposo, reato contestato dalla Procura di Latina in un secondo momento.

I giudici hanno accolto la tesi degli avvocati difensori, Vincenzo Macari e Domenico Porchetta, i quali avevano ribadito quanto già sottolineato dai giudici della Corte d'Assise d'Appello: il fatto, seppur gravissimo, non può essere considerato come un evento che ha messo a rischio un elevato numero di persone, visto che è avvenuto in piena notte e in un giorno festivo. Dunque il reato di omicidio colposo, con tutte le aggravanti del caso, è adeguato.
Il pubblico ministero, invece, aveva chiesto una ulteriore pena di 8 mesi, in continuazione con la precedente condanna già inflitta.

Masci, nella notte di Pasquetta del 2006, imboccò la strada regionale contromano proseguendo per ben 14 chilometri fino a schiantarsi, alle quattro di mattina con la sua Audi con un'altra auto, provocando la morte di tre persone: Maurizio Montanari, 44 anni, Deborah Borsari, 37 anni, e Iolanda Ramos, 30. Al momento della condanna in primo grado per omicidio colposo plurimo, l'allora gup Lucia Aielli aveva rinviato gli atti alla Procura contestando anche il reato di disastro colposo. La condanna effettiva, alla fine, è stata di due anni e quattro mesi, già scontati. Oggi Masci e libero, ma non vive più a Nettuno e non è in contatto neppure con i suoi avvocati. Con il nuovo reato di "omicidio stradale", oggi, avrebbe rischiato la condanna fino a 18 anni.

 

di Marco Cusumano
da ilmessaggero.it


In questo caso il conducente era  stato già condannato in via definitiva per omicidio colposo alla pena di 5 anni e 4 mesi, già scontata grazie all'indulto. Ieri, invece, si è concluso il processo di primo grado per l'altra accusa, quella di disastro colposo, reato contestato dalla Procura di Latina in un secondo momento. (ASAPS)
 

 

Venerdì, 04 Novembre 2016
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