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Rassegna stampa alcol e guida del 12 gennaio 2006

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


IL MESSAGGERO

L’episodio avvenuto dopo una cena durante la quale l’uomo, cittadino inglese, aveva bevuto. Ma non fu fatto un esame approfondito

"E’ una sbornia". Muore per trauma cranico

Era stato portato al "Santo Spirito". I medici lo lasciano in corsia tra gli ubriachi

di VALENTINA ERRANTE
E’ morto per un trauma cranico all’ospedale Santo Spirito. I medici stavano attendendo che smaltisse la sbornia. Lo stato di stordimento del paziente era stato scambiato con i postumi di una serata "brava" a base di alcol. E cosÏ era stato messo in corsia, come uno dei tanti ubriachi che vengono portati in ospedale. E invece l’uomo, un inglese benestante, doveva avere battuto la testa, perché in sede di autopsia è stata accertata la presenza di una grave lesione cranica. Nessuno in ospedale se n’era accorto. (*) Adesso la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo.
L’uomo, 55 anni, era stato accompagnato al Santo Spirito il 4 dicembre. Qualcuno aveva chiamato i soccorsi dopo averlo visto riverso al suolo, davanti a un ristorante proprio a due passi dall’ospedale. Era davvero ubriaco. Ma al pronto soccorso non devono essere stati fatti altri accertamenti: i medici si sarebbero limitati a dargli un letto "per smaltire la sbornia". Non sarebbe stato eseguito alcun esame per verificare se ci fossero complicazioni e lo stato di malessere potesse essere causato da altri problemi. Il giorno successivo il paziente è morto in seguito a una grave lesione cranica. Probabilmente, cadendo davanti al ristorante, aveva battuto la testa.
Adesso il pm Carlo Lasperanza, titolare del fascicolo, punta a chiarire eventuali responsabilità. E’ stato proprio l’ospedale a mettere la salma a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il medico necroscopo nel constatare il decesso ha immediatamente rilevato le lesioni e "segnalato" il caso in procura. Accertamenti e indagini sono ancora in corso. Gli uomini della Squadra Mobile, guidata da Alberto Intini, sono stati delegati dal magistrato ad eseguire tutti gli accertamenti, in particolare bisogna verificare se, oltre all’eventuale errore del medico di turno in pronto soccorso, qualcun altro abbia affrontato la questione con leggerezza. L’ipotesi è che constatando lo stato di ubriachezza del paziente non sia stata eseguita alcuna visita e l’uomo sia stato "parcheggiato" in attesa del risveglio, forse in qualche reparto. Gli agenti della Mobile hanno già sentito il personale di turno il 4 dicembre al Santo Spirito, e la dinamica sembra oramai chiara.
"La Direzione sanitaria del Santo Spirito ha avviato un’inchiesta autonoma per accertare i fatti - dichiara Mauro Goletti, direttore sanitario della Asl Rm/E - Presto tutti gli atti saranno trasmessi alla Direzione generale. Rimaniamo comunque in attesa della conclusione delle indagini effettuate dalla Magistratura".

(*) Nota: la spersonalizzazione, tipica di alcuni luoghi di cura, fa perdere qualsiasi connotazione individuale. Si viene considerati solo per la patologia di cui si è portatori. Nel caso del consumo di alcolici la cosa è ancora più grave per il pregiudizio negativo che la condizione di alcolista reca con sé. Il 27 ottobre, un barbone polacco di 40 anni è morto al pronto soccorso del "Grassi" di Ostia dimenticato dal personale dopo diciassette ore d’attesa per una visita, condividendo cosÏ la sorte di questo inglese benestante.

IL MESSAGGERO

OSTIA

Polacco deceduto per il freddo: abbandonato sul marciapiede

di GIULIO MANCINI

E’ passato dal sonno alla morte, stroncato dal freddo e dall’abuso di alcol. I compagni di sventura per trascinarlo alla luce del sole dalla città degli invisibili lo hanno portato in carriola, abbandonandolo su un marciapiedi con al collo un cartello con su scritte le sue generalità.
Uno straniero senza fissa dimora è morto. E con la sua fine, paradossalmente, è tornato a esistere. Con tanto di nome e cognome, di data di nascita e dell’indirizzo dei familiari ai quali risalire per una degna sepoltura. E’ stato trovato ieri mattina da un passante, riverso sotto una coperta contro una cancellata arrugginita che delimita via dei Promontori con la pineta di Procoio, a Ostia.
Non era spirato in quel punto. Lo ha accertato il medico legale chiamato dalla Polizia a fare la constatazione del decesso ma lo ha riferito agli investigatori anche un testimone. Lo stesso che ha visto un gruppetto di stranieri, un paio di ore prima, spingere una carriola con molta circospezione e scaricare quel fagotto inanimato ai piedi dell’albero e contro l’inferriata.
Sul piano legale quegli emarginati hanno commesso un reato. Potrebbe trattarsi di omissione di soccorso o trasporto di cadavere. In realtà si è trattato di un gesto umanitario. Lo dimostra il cartello lasciato al collo del poveretto e scritto con mano incerta con tutte le generalità utili al riconoscimento della salma e all’individuazione dei parenti.
Era un cittadino polacco, G.D. di 41 anni, uno dei tanti invisibili che popolano Ostia, che vivono in baraccopoli fatiscenti nella pineta, che riescono a sopravvivere alle intemperie dell’inverno e del destino con qualche cartone di vino e i piatti caldi serviti dai volontari della Caritas e della Comunità di Sant’Egidio.
Il medico legale ha confermato che le cause del decesso sono naturali anche se è assolutamente innaturale vedersi stroncare la vita dal freddo, alle porte della civiltà. Quella stessa civiltà inutilmente inseguita nel miraggio di una vita più dignitosa di quella lasciata in Polonia.

IL GAZZETTINO (Udine)

ZOPPOLA La Procura ipotizza omicidio colposo e ebbrezza

Operaio investito e ucciso "L’indagato va processato"

Zoppola

Per la morte del centauro zoppolano Mario Borean, il 40enne azzanese Fabiano Macor va processato. è la richiesta che il pm Antonella Dragotto ha presentato all’Ufficio del giudice. Nei confronti del quarantenne, assistito dall’avvocato Paolo Panontin, sono state ipotizzate le accuse di omicidio colposo, omissione di soccorso e guida in stato d’ebbrezza (all’esame dell’alcoltest - emerse dalle indagini - venne trovato positivo con una percentuale etilica nel sangue del 2,70%, più di 5 volte superiore al massimo previsto dalla legge) perché - secondo il pm Dragotto sulla base delle prove emerse dagli accertamenti della Polstrada di Pordenone e della successiva perizia - il 25 giugno 2005, mentre al volante della propria Fiat Panda stava percorrendo la Provinciale che da Bannia porta a Cusano di Zoppola, si sarebbe reso protagonista di una manovra che - sempre per l’accusa - avrebbe costretto il motociclista Roberto Borean, 37 anni, operaio e padre di due bambini, a un’improvvisa svolta per evitare, senza riuscirci, l’impatto. Borean - è emerso dall’inchiesta - perse cosÏ il controllo della moto, finendo a terra e riportando ferite gravissime che ne causarono la morte praticamente sul colpo. A quel punto - per gli inquirenti - Fabiano Macor si sarebbe prima allontanato (da qui l’ipotesi d’accusa di omissione di soccorso) dal luogo dell’incidente, per poi farvi ritorno. è stato a quel punto - secondo la ricostruzione della Stradale - che l’indagato avrebbe mostrato difficoltà a reggersi in piedi, tanto che i poliziotti, con i quali - sempre per l’accusa - avrebbe anche avuto un diverbio, decisero di sottoporlo ad alcoltest trovandolo positivo.

"La posizione del mio cliente è delicata - ha spiegato l’avvocato Panontin - ma la ricostruzione dell’accusa merita un ulteriore approfondimento. è ancora tutto da dimostrare il nesso casuale tra l’ubriachezza e la dinamica dell’incidente". Nel frattempo tra la compagnia con la quale è assicurato Macor e l’avvocato Fabrizio Querin, che assiste la famiglia della vittima, si sta cercando un accordo risarcitorio.

Roberto Ortolan

IL GAZZETTINO (Padova)

Tiziano Favaron era entrato nel bar dell’Ippodromo con la carriola carica di letame. E c’era stata una violenta lite con il barista

Lo stalliere: "I carabinieri mi hanno sparato"

Poi ritratta, ma si trova imputato di calunnia. Resta il fatto che il buco sulla spalla c’è davvero

(L.L.) Tutto è iniziato per gioco. Un gioco cretino, con l’alcol che ha fatto la sua buona parte.E poi l’intera vicenda si è tinta di "giallo" quando il protagonista si è trovato un buco sulla spalla e ha detto che erano stati i carabinieri a ferirlo. Insomma, gli avevano sparato. Adesso è in corso il processo e l’epilogo potrebbe riservare delle sorprese. I protagonisti sono un ex stalliere dell’Ippodromo delle Padovanelle di Ponte di Brenta, un barman del bar dell’Ippodromo e gli ex carabinieri dell’ex caserma di Ponte di Brenta. Ma sul banco degli imputati c’è soltanto l’ex stalliere, Tiziano Favaron, trentatreenne, residente in città, in via Cantele, difeso dall’avvocato Enrico Cogo. è accusato di lesioni nei confronti del barman, Walter Longhin, pure lui trentatreenne, residente a Maserà, e di calunnia nei confronti dei carabinieri di Ponte di Brenta. Ieri c’è stata una nuova udienza davanti al giudice Nicoletta Lolli. A rappresentare l’accusa in aula c’era il pubblico ministero Roberto D’Angelo.

I fatti risalgono al 6 settembre 2001. Quel pomeriggio Tiziano Favaron aveva alzato un po’ troppo il gomito. Talmente su di giri che gli è venuta l’idea di presentarsi al bar con una carriola carica di letame. Nella sua mente annebbiata dall’alcol intendeva scherzare.C’è chi va a farsi un calice di vino con il cane, lui si era portato gli arnesi da lavoro. E dalla carriola non si staccava mai.

Ma Walter Longhin non ha gradito per niente lo spettacolo che gli aveva inscenato lo stalliere. Anzi, si era arrabbiato di brutto. Anche per via della puzza. Erano volate parole grosse. Poi la carriola si è rovesciata e il letame era finito sul pavimento. Allora, apriti cielo. I due sono venuti alle mani. Nel capo d’imputazione la cronaca è sintetica, ma si legge che Favaron avrebbe scaraventato addosso al Longhin una sedia del suo bar, poi avrebbe fatto volare il registratore di cassa, gli avrebbe tirato un sonoro ceffone e lo avrebbe minacciato di morte. Alla fine il barista si era trovato una ferita alla mano sinistra.

E veniamo alla fase due della vicenda. Per calmare l’ex stalliere c’è voluto l’intervento dei carabinieri di Ponte di Brenta. Sono stati loro ad accompagnarlo a casa. Non stava in piedi. E c’è voluto l’aiuto dei familiari per spogliarlo. Cosi la sorella ha scoperto che aveva un "buco" sulla spalla. Cos’era successo? "Mi hanno sparato i carabinieri", aveva detto Favaron. Poi a casa sua sono arrivati i sanitari del Suem per medicarlo. Era agitatissimo. Gli hanno fatto bere un "bianchetto" per calmarlo. (*)E cosÏ ha raccontato anche a loro che i carabinieri gli avevano sparato. Poi lo ha ripetuto anche agli agenti della Squadra di polizia dell’ospedale, dove è stato portato a medicare. Ma qualche giorno dopo ha detto che non era vero. Insomma, come si è ferito a quella spalla? Forse è caduto sul forcone e si è bucato? Lo si scoprirà durante il processo. La prossima udienza è a ruolo il primo marzo.

Ieri, intanto, Walter Longhin non si è presentato al processo e il giudice lo ha condannato a 100 euro di ammenda. Farebbe bene a presentarsi la prossima volta.

(*) Nota: i problemi sanitari, correlati al consumo di alcolici, vengono spesso trattati con scarsa competenza e superficialità. Per quasi tutte le patologie e circostanze esistono ormai dei protocolli di intervento a cui attenersi. Di fronte ai problemi causati dall’alcol si assiste ancora ad interventi improvvisati e empirici.

EMILIANET

Abusa di alcolici e si schianta

Restano illesi i passeggeri e il conducente viene trovato in stato di ebbrezza

SANT’ILARIO (RE, 11 gen. 2006) - La notte di martedÏ, un giovane residente nel capoluogo reggiano sbanda a causa dell’uso abbondante di bevande alcoliche.

Si puÚ ritenere un incidente "spettacolare" che ha indotto alcuni increduli testimoni a chiamare immediatamente i carabinieri che giunti sul posto hanno proceduto ai rilievi riscontrando a fronte della macchina danneggiata che i tre occupanti erano usciti miracolosamente illesi.

In sede di rilievi viene accertato che l’autovettura condotta da un 31enne operaio residente a Reggio Emilia, con a bordo due amici, mentre percorreva via Emilia con direzione Reggio giunto all’altezza dell’incrocio con via Cardinal Romero in località Calerno perdeva il controllo del mezzo schiantandosi contro la cancellata della ditta sita al civico nr. 170 di via Emilia.

Il giovane conducente, e’ stato denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia per il reato di guida in stato d’ebbrezza, accusa a cui deve aggiungersi quella del reato di rifiuto di sottoporsi all’accertamento clinico per rilevare l’entità del tasso alcolemico posseduto.

Sono stati attuati provvedimenti penali e di natura amministrativa tra cui l’immediato ritiro della patente del giovane conducente, la successiva sospensione a cura della Prefettura di Reggio Emilia e la comunicazione per la sottrazione dei 10 punti dalla patente di guida.

Le cause del sinistro? Oltre al fondo ghiacciato certamente l’uso smodato di bevande alcoliche accertate dai militari del maresciallo Ernesto Zeoli che hanno fermato il giovane.

IL MESSAGGERO

Romeni e tunisini: botte per il pallone

Bevono insieme, discutono dei Mondiali e se le danno di santa ragione


di LUCA LIPPERA


TIFO SENZA FRONTIERE

"Ai Mondiali ci andiamo noi: i vostri stanno a casa...". "Ma uno come Mutu ve lo sognate: siete i "raccomandati" dell’Africa". Nella città multirazziale anche le cose di calcio diventano più complesse e non si litiga soltanto per la Roma e per la Lazio. Tre romeni e due tunisini si erano incontrati, ieri notte, vicino alla Stazione Termini, per bere qualcosa insieme. Ma quando, dopo parecchi bicchieri, la discussione è scivolata sul pallone, non c’è stato niente da fare: botte da orbi, medicazioni in ospedale, cinque persone in arresto.
Il punto era, come in tutte le storie di calcio e di tifosi, molto semplice: chi è più forte, chi merita di più tra Tunisia e Romania? La questione, per chi pensa che l’universo si fermi a "capitan" Totti o all’"indomabile" Di Canio, puÚ sembrare minima. Ma ventisette punti (complessivi) di sutura, un brigadiere dell’Arma ferito nella scazzottata generale e cinque giovani in prigione provano il contrario.
La rissa, notata da alcuni passanti, è scoppiata intorno alle due del mattino. I carabinieri del Nucleo Radiomobile, guidato dal maggiore Luigi Grasso, hanno dovuto chiamare i rinforzi per dividere i cinque "ultrà". I romeni pare l’hanno presa subito male quando i tunisini hanno fatto notare che la nazionale di Mutu, giocatore della Juventus, non andrà ai Mondiali di questa estate in Germania. I romeni avrebbero risposto, a loro volta, che Letaief e Boussaidi, due "simboli" della nazionale africana, "fanno schifo" e sarebbero "pure raccomandati".
Non l’avessero mai detto. I tunisini sono scattati come molle e dall’altra parte non sono stati a guardare. I cinque si sono affrontati a calci, a pugni e, per aiutarsi, hanno raccolto tutto quello che hanno trovato: bastoni, bottiglie, un paio di mattoni. "Sembravano furie scatenate raccontano i militari del Nucleo Radiomobile Quando li abbiamo portati in caserma, sono stati molto chiari: "quelli offeso me...". "Lui detto che Mutu è fro...". Alla fine sono stati arrestati per rissa aggravata. Per uno scatterà anche la denuncia per lesioni a pubblico ufficiale: uno dei nostri, nel tentativo di dividerli, è rimasto ferito". Il calcio, i tifosi, l’alcool. La miscela, qualunque sia la lingua, qualunque la cultura, ha un solo effetto: esplode.

IL TEMPO

Violenza alle intrattenitrici del night club

I fondani hanno inseguito le due donne fino a Monte Giove. Saranno processati il 20 gennaio

Una festa di addio al celibato finisce con le manette: bloccati dalla Polizia due commercianti di Fondi

di ERCOLE BERSANI

TERRACINA Doveva essere una festa di addio al celibato. Qualche bicchiere di troppo ha portato dritti dritti in carcere, perÚ, due noti commercianti di Fondi. Dovranno rispondere, tra l’altro, di violenza privata nei confronti di due entraineuse. Maurizio Grossi, 37 anni, era vicino alle nozze. Ha pensato bene di concedersi una nottata di divertimento presso il nyght "Enea", che si trova sulla Pontina, alle porte di Terracina. Con lui era il 31enne Massimo Caporiccio. I due fondani hanno adocchiato due intrattenitrici, la viterbese 47enne M.F. e la nigeriana 24enne B.O. Hanno fatto le ore piccole. Alla chiusura del locale notturno, la coppia ha inseguito le due donne fino al territorio di Fondi, compiendo pericolose manovre, nel tentativo di costringerle a fermarsi. In un tratto di strada in galleria sono riusciti a precedere l’auto delle donne. Maurizio Grossi è sceso dall’auto, ha staccato uno dei paletti catarinfrangenti posti sul bordo della carreggiata e l’ha usato per colpire la macchina in movimento su cui viaggiavano M.F. e B.O. La rocambolesca fuga delle malcapitate finiva quando la Volante della Polizia, grazie alle indicazioni fornite via cellulare dalle due donne, intercettava gli inseguitori all’uscita della galleria sud di Monte Giove. Pare che i due fondani non avessero "digerito" il fatto che nel locale notturno le due donne si fossero sottratte, infastidite, a degli approcci indesiderati. I poliziotti constatavano che Massimo Caporiccio e Maurizio Grossi erano in stato di ebbrezza. Come se non bastasse, Caporiccio inveiva prima verbalmente e poi con pugni e calci contro gli agenti.(*) I capi d’imputazione sono pesanti: per Caporiccio violenza privata grave, resistenza, lesioni e minacce a pubblici ufficiali; per Grossi violenza privata grave, danneggiamento d’autovettura e di cose di pubblica utilità. Il primo è difeso dall’avv. Franco Martellucci, il secondo dagli avvocati Giovanni Sernia e Tiziana Di Perna. Le due donne, invece, sono difese dall’avv. Fabio De Felice. Ieri mattina il giudice Zampi del Tribunale di Terracina ha convalidato gli arresti e rimesso in libertà i due fondani. Essi saranno processati il 20 prossimo.

(*) Nota: c’è il rischio che con la complicità dell’alcol questo addio al celibato si trasformi in un addio al matrimonio.

 


LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

Scorrazza su minimoto Arrestato

La passione per la minimoto, quelle moto giocattolo che non sono tanto "giocattolo" perché sopportano il peso di un adulto, si è rivelata una trappola per Tommaso Martinelli, 29 anni. Il quale, dopo avere bevuto e fumato anche uno spinello, ha deciso di farsi un giretto a cavallo della microdueruote, in corso Vittorio Emanuele, e ha trovato le manette dei militari dei "Baschi verdi" della Guardia di Finanza. La pattuglia lo ha notato, intorno alle quattro di pomeriggio, e gli ha intimato l’alt. In effetti, le micromoto non possono circolare nel traffico ma solo nelle gare e nelle manifestazioni autorizzate. Martinelli ha tentato la fuga imboccando via Piccinni contromano. Ma poi è caduto e ha reagito ai militari con calci e pugni.

RADIO AMICIZIA

Sanremo: denunciato un 23enne per aver rubato un cartello di divieto di sosta

I Carabinieri di Sanremo hanno denunciato un ragazzo di 23 anni, residente nella città dei fiori, dopo averlo sorpreso mentre stava rubando un cartello stradale di divieto di sosta con rimozione forzata. All’una e un quarto di notte, in piazza Colombo, il giovane in preda ai fumi dell’alcool, aveva caricato il cartello, di quelli provvisori, nella sua auto. Alcune persone hanno notato quanto stava accadendo ed hanno allertato il 112. Il 23enne, una volta fermato dalle forze dell’ordine, ha dichiarato che quel cartello gli serviva, dato che voleva posizionarlo di fronte al proprio garage.
I Carabinieri hanno sottoposto al test con l’etilometro. Il ragazzo, non stava guidando la vettura al momento del fermo, è stato anche multato di 50 euro per stato di ebbrezza in luogo pubblico.

L’ADIGE

Guidatore alterato dall’alcol

Tre pecore investite sulla strada di Costa

Un’altra patente ritirata per guida in stato di ebbrezza. Questa volta tocca ad un automobilista fermato dai carabinieri sulla strada a Costa di Folgaria. L’intervento dei militari dell’Arma si è reso necessario dopo che l’auto condotta dall’imprudente automobilista ha travolto ed ucciso tre pecore che in quel momento stavano attraversando la strada. Per le tre bestie non c’è stato niente da fare. La violenza dell’urto le ha uccise. Nessuna conseguenza, invece, per il conducente dell’auto. Quest’ultimo è risultato perÚ positivo all’alcoltest ed è stato quindi denunciato al Commissariato del Governo per guida in stato di ebbrezza. A lui è stata ritirata anche la patente.

GDOWEEK.IT

Gli italiani bevono più vino

Abbiamo speso 15 milioni nel 2003-2004 e 22 milioni nel 2004-2005, diventando i più beoni d’Europa. Lo rivela il Comitato di gestione del vino nell’Ue, facendo il bilancio del settore. Tuttavia, analizzando i dati di lungo periodo, emerge che gli europei in generale tendono a consumare meno vino, soprattutto i cittadini dei grandi paesi produttori: Italia, Francia e Spagna; al contrario, bevono sempre di più tedeschi e inglesi. (lu.ca)

Ubriaco, si schianta poi picchia i poliziotti

LA NUOVA SARDEGNA

era ubriaco, arrestato a cagliari

IL RESTO DEL CARLINO

Ebbro al volante, si schianta

IL SECOLO XIX


Venerdì, 13 Gennaio 2006
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