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Pirateria , Notizie brevi 29/09/2016

Schianto in piazzale Cantore, l’automobilista si è costituito

È un 27enne militare dell’Aeronautica. Si è presentato mercoledì pomeriggio al commissariato di polizia di via Poma. Il Comune aveva diffuso le immagini allo scopo di rintracciarlo: una ragazza in motorino è rimasta ferita gravemente

Si è costituito l’automobilista coinvolto nell’incidente avvenuto nella notte tra sabato e domenica in piazzale Cantore. È un 27enne italiano, militare dell’Aeronautica, e si è presentato spontaneamente mercoledì pomeriggio al commissariato di polizia di via Poma, poco dopo la conferenza stampa in cui l’assessore alla Sicurezza Carmela Rozza e il comandante della polizia locale Antonio Barbato lo avevano invitato a costituirsi: «Farebbe buona cosa e potrebbe in parte rimediare», «mostrerà segni di ripensamento e potrà difendersi in sede legale».

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L’incidente

Nello schianto, avvenuto nella notte tra sabato e domenica, due ragazze ventenni a bordo di un ciclomotore sono rimaste ferite, una in modo molto grave. Il conducente dell’auto, una Nissan Qashqai di colore nero, che veniva da destra, non ha rallentato in prossimità dell’incrocio e non si è fermato a prestare soccorso: è fuggito facendo perdere le sue tracce. L’incidente è stato filmato dalle telecamere di sicurezza della zona. L’assessorato alla Sicurezza del Comune di Milano e la polizia locale hanno diffuso le immagini video ed hanno lanciato un appello per rintracciare il l’automobilista, invitando chiunque avesse assistito all’incidente a chiamare lo 02.0208. Mercoledì pomeriggio il comandante Barbato aveva comunicato che le unità di investigazione speciale della polizia locale stavano stringendo il cerchio: «Una nostra squadra ha trovato lo specchietto sinistro, ha ricostruito il percorso e attivato canali investigativi, per cui abbiamo chiaro qual è il veicolo. Per inchiodare il responsabile basterebbero alcune cifre della targa», aveva detto. Poco dopo l’automobilista si è costituito.

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Le condizioni delle ragazze

La conducente del ciclomotore ha riportato lesioni gravissime: non è più in pericolo di vita, ma ha subito un importante intervento di ricostruzione maxillo-facciale e i medici non hanno ancora sciolto la prognosi. Trenta giorni, invece, per l’amica che era con lei, ferita in modo meno grave. «Se la prognosi supera i 40 giorni si procede d’ufficio, non occorre la querela di parte», ha ricordato Barbato. «Inoltre, se si crea un danno permanente si rischia una pena fino a 7 anni».

Le responsabilità dell’automobilista


Guardando il video risulta chiaro che l’automobilista aveva la precedenza, dato che veniva da destra. Barbato ha sottolineato però le sue due violazioni al codice della strada. La prima, rispetto all’articolo 141 terzo comma: non ha regolato la velocità avvicinandosi all’incrocio. Non andava particolarmente veloce, tra i 50 e i 70 chilometri all’ora, ma dal video risulta chiaro che non ha rallentato (come peraltro anche la ragazza alla guida del ciclomotore). La seconda e più grave violazione riguarda l’articolo 189 del codice della strada: «L’utente della strada, in caso di incidente comunque ricollegabile al suo comportamento, ha l’obbligo di fermarsi e di prestare l’assistenza occorrente a coloro che, eventualmente, abbiano subito danno alla persona».

Timori dopo la nuova legge


L’assessore alla Sicurezza Carmela Rozza ha ricordato che le indagini per omissione di soccorso sono aumentate quest’anno a Milano: sono state 25 nel 2014, 24 nel 2015 e già 30 nel 2016 (fino a oggi). Nel 90% dei casi si è riusciti a individuare i responsabili. «Deve esserci indignazione dell’opinione pubblica rispetto a chi fugge dopo un incidente, è obbligo non solo etico ma di legge fermarsi e prestare soccorso», ha ricordato Rozza. «Temo che dopo la nuova legge sull’omicidio stradale molte persone, soprattutto giovani, abbiano paura a fermarsi: secondo me si dovrebbe essere una differenza di trattamento, chi soccorre dovrebbe beneficiare di attenuanti», altrimenti «una legge sul piano teorico giusto non dà il risultato sperato sul piano pratico». Rozza ha poi raccontato un aneddoto personale relativo alla sua professione di infermiera: «Una volta commisi un errore con la preanestesia a un paziente. Lo segnalai subito, l’anestesista prese provvedimenti e il paziente non ebbe nessun danno. Sbagliare è umano, ma è il comportamento successivo all’errore che conta: se tenti di nascondere il tuo sbaglio, per non assumerti le tue responsabilità, diventa un atto criminale».

da corriere.it


Ha fatto bene perché la Polizia Locale di Milano gli era già addosso. (ASAPS)

Giovedì, 29 Settembre 2016
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