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Pirateria , Notizie brevi 22/09/2016

Parla il ragazzo che guidava la  Polo nera
Ai domiciliari il pirata di Varese: «Non sono un delinquente»

Giada è stata uccisa sulle strisce pedonali il 14 settembre. Il giudice: in famiglia Flavio Calogero Jeanne farà un percorso di recupero. Non c’è rischio di reiterazione del reato

È incensurato, ha ammesso tutto e nonostante la fuga dopo l’incidente, alla fine, ha aiutato le indagini accettando anche di sottoporsi all’alcol test e al test della droga. Farà discutere la decisione del gip di Busto Arsizio Luisa Bovitutti di concedere gli arresti domiciliari a Flavio Calogero Jeanne, il cuoco di 24 anni che ha investito e ucciso una 17enne a Varese mercoledì 14 settembre. Ma l’avvocato del giovane è serena: «È pentito e vorrebbe chiedere scusa alla famiglia di Giada, è solo un ragazzo e non è delinquente, è stata una disgrazia», afferma Cinzia Martinoni.

>Giada, uccisa a 17 anni

Già, ma perché il 24enne, quella maledetta sera, dopo aver investito e ucciso Giada Molinaro, non si è fermato? «Mi è scattato qualcosa nella testa — ha detto Jeanne al gip durante l’interrogatorio—- mi sono sentito come un bambino piccolo, indifeso. Avevo paura, ero come regredito per il terrore, non ho detto nulla nemmeno ai miei genitori».

Il cuoco ha raccontato la dinamica dell’incidente in questi termini: «Ho visto che due persone stavano per attraversare sulle strisce ma si sono fermate per farmi passare, così ho continuato la marcia. Non mi sono accorto che una terza persona ha invece attraversato. Dopo l’impatto ho notato che c’era qualcuno che stava prestando soccorso. Ero impietrito e terrorizzato, e sono scappato. Stavo andando a prendere in stazione la mia ragazza. Ho lasciato l’auto e sono andato a piedi. Tremavo, e mi sono confidato con lei. Mentre a casa non ho detto nulla».

L’avvocato Cinzia Martinoni spiega: «Anche la bugia che ha detto al carrozziere il giorno seguente rivela l’ingenuità del ragazzo. Il giudice ha riconosciuto che si tratta di un giovane che ha una famiglia strutturata, molto religiosa, dove potrà fare un percorso di redenzione. Sconterà a casa i domiciliari. Non c’è un pericolo di fuga e nemmeno di reiterazione del reato, questo ragazzo non potrà più guidare per moltissimi anni. Il fatto che sia scappato influirà certamente in un aggravamento della sua posizione processuale, ma è irrilevante sulla decisione di non tenerlo in carcere perché non è socialmente pericoloso». A favore del profilo sostanzialmente normale del giovane pirata della strada avrebbe giovato anche la testimonianza del datore di lavoro, che lo ha dipinto come un ragazzo tranquillo. Ma anche il fatto che Jeanne non risulta essere un assuntore di alcol e droghe. Secondo il suo difensore trascorrerà la detenzione in casa e la sua parrocchia vorrebbe organizzare dei momenti di preghiera e riflessione per la vittima, coinvolgendo la famiglia del giovane arrestato.

 

di Roberto Rotondo
da corriere.it


Non c’è rischio di reiterazione del reato? Perché non ha più la patente? Intanto il giovane è tornato a casa sua, la ragazza non ci tornerà mai più. (ASAPS)

Giovedì, 22 Settembre 2016
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