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Notizie brevi 31/12/2004

Reggio Emilia - AIUTI ALLE POPOLAZIONI ASIATICHE: L’ASAPS INCONTRA LA CITTADINANZA E ATTIVA UN CONTO CORRENTE DI SOLIDARIETA’

Algeria

GLI INCIDENTI STRADALI? UN GENOCIDIO. NEL SUD DEL MONDO LA STRADA UCCIDE COME LE CARESTIE. E I BAMBINI PAGANO UN PREZZO PIÙ ALTO

(ASAPS) ALGERI – Gli incidenti stradali, nel mondo, uccidono ogni anno 1milione e 150mila persone, mentre il numero dei feriti è tremendamente più alto.  E sempre ogni anno, tra i 20 e i 25mila bambini con meno di 15 anni di età sono vittime di incidenti, che costituiscono il più grande pericolo per loro in ragione della loro vulnerabilità. In più, e anche questa non è una novità, gli incidenti stradali rappresentano ormai la seconda causa di morte nel mondo per le persone tra i 9 e i 25 anni. Ma chi ritiene che la violenza stradale sia un fenomeno tutto “occidentale”, si sbaglia di grosso. Anche nei paesi arabi, infatti, qualcuno comincia a svegliarsi, soprattutto sulla scia di sangue che finalmente ha un connotato preciso, quello della statistica – ancora imprecisa secondo alcuni – del censimento sulla sinistrosità. Si parla di 26mila morti e 250mila feriti gravi ogni anno. Un dramma che chiama in causa il potere e la società civile, per mettere in atto un programma di sensibilizzazione soprattutto verso i bambini, conducenti di domani. Ad Algeri, nell’ambito della giornata nazionale sulla prevenzione e sulla sicurezza stradale, si è tenuto nei giorni un seminario su “il bambino e l’educazione stradale”, organizzato dal ministero dei Trasporti in collaborazione con il Centro nazionale che si occupa della materia. La linea guida degli organizzatori è quella secondo la quale i bambini, proprio in virtù della loro statura e della loro età, rappresentano la categoria di utenti della strada più vulnerabile, ma è anche quella che più facilmente può essere educata ad un comportamento migliore e rispettoso, come hanno sottolineato i rappresentanti dell’Organizzazione araba della sicurezza stradale. l’Algeria è proprio uno dei paesi maggiormente falcidiati dal genocidio stradale: secondo i dati del 2003, appena diffusi, la fascia d’età tra gli 0 ed i 14 anni ha pagato un peso carissimo alla strada: infatti, su 4.343 morti, il 21% di questi sono bambini, mentre il 29% persone tra i 15 e i 30 anni. I dati sono stati diffusi alcuni giorni fa ad Algeri dal comandante Ali Bellouti, capo del servizio di prevenzione della Gendarmeria Nazionale. Le cifre provvisorie dell’ultimo novembre indicano che in 2.101 incidenti, ci sono state 300 vittime, delle quali – e il dato deve indurre ad una riflessione – 28 hanno meno di 12 anni, che rappresentano un tasso del 9,33%. La stessa fascia d’età ha fatto segnare anche un altissimo numero di feriti gravi, 489, il 13,63% del totale, con l’aggiunta che in relazione alle non troppo favorevoli condizioni sanitarie la maggior parte dei bambini feriti resta invalida per sempre. Ma l’allarme riguarda anche il coinvolgimento dei mezzi pesanti in gran parte dei sinistri stradali gravi o il mancato rispetto delle norme di comportamento. Non conosciamo il codice della strada algerino, ma il governo nordafricano ha imboccato la strada delle contromisure varando il 10 novembre scorso un pacchetto di norme che prevede una cospicua serie di sanzioni amministrative. In caso di eccesso velocità, per esempio, le autorità potranno procedere al ritiro immediato della patente di guida, cosa che è del resto prevista anche in caso di utilizzo del telefono cellulare durante la guida (!). (ASAPS)

 

 

 

Venerdì, 31 Dicembre 2004
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