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Articoli 18/07/2016

IL PERCORSO DELL’ASAPS NEI SUOI 25 ANNI
UN QUARTO DI SECOLO SPESO TUTTO PER LA SICUREZZA STRADALE
E PER SOSTENERE CHI IN DIVISA CI DIFENDE SULLA STRADA

Di Lorenzo Borselli*

La sua rivista il Centauro, i suoi numerosi Osservatori,la sua pagina web con oltre 50 milioni di pagine cliccate, la sua pagina Facebook con 32.000 amici. Le sue battaglie: dalle Stragi del sabato sera all’Omicidio stradale

 

In genere chi intende auto celebrarsi, comincia sempre con un “cominciammo per scherzo...”. Ma scherzo non era.
L'ASAPS nasce nel 1991, per volontà di un gruppo di poliziotti della Stradale romagnola i quali, ancora oggi, dicono di averlo fatto sostanzialmente per tre ragioni, due delle quali di carattere generale ed una molto particolare.

Quando una categoria professionale decide di darsi una forma di rappresentatività, ciò che ne esce è una formazione di carattere parasindacale, votata più alla difesa corporativa che ad una mission sociale. La particolarità di questi 19 fondatori è stata invece quella di creare un'associazione vera e propria, che voleva essere rappresentativa di una Specialità della Polizia di Stato – quella della Polizia Stradale appunto – ma con l'intento di connetterla alla società esterna: rappresentarne certamente i problemi, e in qualche modo facilitarne un'evoluzione in chiave di rinnovamento e modernizzazione, ma soprattutto condividerne il profondo scopo sociale.

Era l'epoca in cui morivano quasi 8mila persone all'anno, erano gli anni delle cosiddette “Stragi del Sabato Sera”, dei maxi tamponamenti in autostrada, dell'imminente rinnovo della legislazione stradale, con l'arrivo delle cinture di sicurezza e del casco obbligatorio per tutti.
Si cominciava, insomma, a parlare di sicurezza stradale, ma chi “pensò” l'Asaps aveva intuito che senza un interprete, i diversi idiomi parlati da chi esercitava la funzione legislativa e dal “popolo”, non sarebbero stati reciprocamente compresi, con il risultato che il linguaggio parlato nelle leggi ( la ratio delle nuove norme insomma), non sarebbe stato compreso da chi quelle leggi doveva rispettarle.
E serviva nel contempo  che qualcuno spiegasse, a Roma, quali fossero effettivamente le dinamiche della strada e quali armi fossero necessarie per arrestare una carneficina senza uguali, distrattamente considerata – soprattutto in Italia – come un inevitabile prezzo da pagare al progresso ed alla modernità.

I fondatori dell'Asaps, forti della loro intuizione, pensarono dunque che le questioni su  cui la nuova associazione avrebbe dovuto impegnarsi erano sostanzialmente tre: la professionalità degli operatori della Polizia Stradale, la sicurezza (intesa come sicurezza stradale ed operativa) e, appunto, le Stragi del Sabato Sera. Forlì, del resto, era all'epoca il capoluogo di una delle province più colpite da quella particolare sinistrosità, su cui erano presenti tutti i fattori killer della strada: alcol, droga, velocità, stanchezza e infrastruttura.

“Partita la bambola”, come si dice, e ottenuta l'entusiastica adesione delle prime migliaia di soci, ASAPS si diede una prima struttura, fondata sulla figura del referente presso ogni reparto di Polizia Stradale e nei momenti di maggior partecipazione si è arrivati a contare oltre 25mila tessere.
Quasi subito arrivò il “notiziario”, con le massime di giurisprudenza, le prime note operative, i primi speciali tematici e alla fine anche i prontuari delle violazioni. Perché, è bene che si sappia, la Polizia veste i propri operatori, li fornisce di auto e strutture, dice loro cosa fare, ma non consegna loro, se non sporadicamente, alcun supporto conoscitivo. Soprattutto allora, quando le stampanti erano ad aghi, la rete non esisteva e quando nelle caserme il silenzio era continuamente rotto dal ticchettio delle dita sui tasti delle macchine da scrivere.
Preistoria.
All'epoca, se volevi far le cose per bene, dovevi comprarti i libri e studiare, anche perché a 50 chilometri dal comando, senza cellulare, dovevi sbrigartela da solo.

L'ASAPS fece presto a mettere in stampa i primi progetti editoriali, cui seguì un crescente programma di informazione e di collaborazione coi mass-media, con internet, coi social (abbiamo 32mila amici solo su Facebook) e infine con gli stessi smartphone, progettando e mettendo online le varie app.


Nel 1995 arriva la rivista “Il Centauro”, pensata inizialmente per essere il necessario approfondimento del Notiziario, distribuito gratuitamente in tutti i comandi e inviato a tutti i soci, ma col tempo divenuto il magazine della Sicurezza Stradale in Italia.
Oggi, a distanza di 21 anni dal primo numero, chiunque intenda farsi un nome nell'ambiente, e che abbia le qualità per farlo, deve passare dalle colonne della rivista, su cui si leggono inchieste, su cui si commentano le norme, in cui si trovano notizie dall'Italia e dal mondo.

E poi internet: dagli albori del web, sul portale www.asaps.it, acceso nel 2002 e mai più spento, si sono dati appuntamento qualcosa come 50milioni di mouse ed oggi, chiunque cerchi di avere informazioni o chiarimenti, chiunque intenda documentarsi su un fatto legislativo o sociologico che abbia come teatro la strada o il mondo della sicurezza, e quindi delle divise, deve puntarci il proprio.
Nacquero l'Ufficio Studi e i tanti “osservatori della sinistrosità”, che hanno permesso all'associazione di diventare il vero punto di riferimento di settore: l'unico che, oltre a raccogliere dati autonomamente, altrettanto autonomamente li ha rielaborati facendo proposte e ottenendo immediati risultati. Pensiamo agli osservatori sulla Pirateria Stradale, sul Contromano, sugli incidenti dei bambini, delle Morti Verdi fino agli “Sbirri Pikkiati”, sulle aggressioni fra automobilisti,  e all'ultimo nato, quello relativo agli impatti contro gli alberi. Analizzando questo fiume di eventi, migliaia all'anno, è emerso con tutta evidenza che dietro l'impressionante violenza stradale esaminata vi erano comportamenti criminali: la constatazione della situazione italiana, il confronto con quella estera, l'opera di proposta e di analisi, hanno portato l'ASAPS a porre le basi di quella che è poi divenuta una legge unica nel suo genere: l'Omicidio Stradale.
La maturità sociale raggiunta dall’ASAPS tocca qui il suo apice stringendo una fondamentale alleanza con le associazioni “Lorenzo Guarnieri” e “Gabriele Borgogni”, che l’hanno affiancata nel lungo cammino verso la promulgazione della legge, partendo dalla raccolta firme sul sito “omicidiostradale.it”, dominio da lei precedentemente acquistato e poi regalato alla famiglia Guarnieri per iniziare la petizione, che ebbe quale primo firmatario l’allora sindaco di Firenze Matteo Renzi, poi divenuto premier e primo sponsor del nuovo articolato legislativo.

Questa battaglia non è stata l'unica: nel 1997, ad esempio, l'Asaps propose la numerazione dei cavalcavia per contrastare il tragico fenomeno del lancio dei sassi, consentendo così alle forze di polizia ed ai soccorsi di intervenire con prontezza alle segnalazioni degli automobilisti presi di mira e se molti dei lanciatori sono alla fine stati assicurati alla giustizia, il merito è certamente anche di questa iniziativa. Sempre in tema di cartelli, non possiamo prescindere da quelli installati a protezione delle carreggiate a senso unico di marcia, per prevenire il Contromano, all'indomani dell'analisi dei dati – impressionanti – del nostro osservatorio e dalla proposta di seguire l'esempio di molti paesi esteri, subito raccolta dalle società concessionarie e dagli enti proprietari.

E poi il grande e incessante impegno contro le Stragi del Sabato Sera, culminato nel 2007 con una delle campagne più forti che l'ASAPS abbia mai lanciato: “E’ meglio che torni a casa un figlio senza patente che una patente senza figlio”.
La copertina de Il Centauro n. 112 resta uno dei nostri più grandi successi.

Chi ci conosce sa che siamo nati proprio sull'onda delle mattanze registrate tra la fine degli anni '80 e gli anni '90: per questo, oggi che le coscienze sono cambiate e oggi che tali stragi non ci sono praticamente più, ci sentiamo come gli scopritori del vaccino di una devastante epidemia, grazie a noi debellata.
O, se preferite, proprio come il vaccino stesso. Il fenomeno, infatti, è stato praticamente quasi  azzerato, così come appare de facto scongiurato il rischio di innalzamento dei limiti di velocità in autostrada. Nel 2000, proprio quando si parlava di patente a punti, ecco spuntare l'idea dei 140 all'ora: la nostra opposizione fu immediata, ma poco più di un anno dopo arrivò anche la proposta di innalzare i limiti, addirittura, a 160 orari. Prima di far affondare tale proposta, avanzata dall'allora ministro Carlo Lunardi, minacciammo anche una petizione. Si è tornati poi alla proposta dei 150 e l'ASAPS predispose un manifesto “contro”. Alla fine, vincendo (saremmo stati gli unici al mondo ad elevare i limiti di velocità autostradali).

Tra le campagne memorabili e più efficaci, vogliamo ricordare anche “Non fare la testa di casco”, “Nessun pedone merita il tuo scacco”, quella per l'uso della cintura di sicurezza da parte dei passeggeri posteriori, quella in difesa dei  ciclisti del 2007 (spiegammo che morivano tanti ciclisti sulle strade quanto due gruppi del Giro d’Italia) e tante altre, spesso nate sulla scia delle inchieste giornalistiche pubblicate su Il Centauro. Come, ad esempio, i monitoraggi sull'uso del cellulare alla guida, del rispetto dei pedoni sulle strisce o sul mancato uso degli indicatori di direzione, spesso rilanciato dalle principali testate giornalistiche italiane, con l'apice assoluto toccato nella sinergia con Isoradio, emittente tematica pubblica su cui vanno in onda alcuni spot-campagna scritti da noi e recitati da attori e presentatori televisivi.

Oggi, noi che siamo cresciuti con lei senza aver dimenticato i tanti caduti in servizio della Polzia Stradale e delle altre forze di polizia operative su strada, pensiamo all’ASAPS come a un’entità che debba cambiare, aprendosi ancora di più ai cittadini e che, in questa trasformazione, assuma la forma che ormai le è divenuta più consona, quella di un’agenzia di comunicazione e di analisi sulla sicurezza stradale.
È ciò in cui crediamo e, soprattutto, è ciò che l’ASAPS merita.

 

*Responsabile della Comunicazione
e Consigliere Nazionale Asaps
 

 

 


Ripercorriamo 25 anni di impegno dell’ASAPS per la sicurezza stradale con il conseguimento di risultati importanti pur  fra tante difficoltà e contrasti

Lunedì, 18 Luglio 2016
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