Altri morti sulle strade, ma la legge per condannare i colpevoli non c'è
Dopo l'ennesimo rinvio del DDL sull'omicidio stradale e il terribile incidente di Arezzo dove una minicar guidata da un ubriaco (4 volte il limite di legge) investe e uccide mamma e bambina si riaccende la polemica sulla legge non approvata. I nervi sono tesi e non è un caso che alcuni abitanti del quartiere abbiano cercato di linciare il pirata di Arezzo, ora piantonato in ospedale: sono di pochi giorni fa i terribili dati dell'Osservatorio permanente dell'Asaps, associazione amici polizia stradale sulla pirateria stradale. Un aumento mai registrato prima: nei 1.087 episodi esaminati (+7,7% rispetto al 2014) ci sono stati contato ben 146 morti investiti da conducenti in fuga dopo l’incidente, con un’impennata del 22,7% rispetto alle 119 vittime del 2014, mentre i feriti sono stati 1.254 con un aumento pari al 2,4%.
Certo, in questo caso l’ubriaco si è fermato o più probabilmente non è riuscito a proseguire. Ma una cosa è certa, con la nuova legge il pirata della strada di Arezzo avrebbe rischiato una pena fino a 18 anni e la revoca della patente di almeno 20 anni. Invece resterà impunito. "Ci chiediamo - spiega Giordano Biserni presidente dell'Asaps - ora i signori politici che risposte ci daranno".
Sul tema è scesa in campo anche la stessa Associazione Lorenzo Guarnieri (una delle promotrici del progetti di introduzione del nuovo reato di Omicidio Stradale) che ha inviato una lettera aperta rivolta ai deputati "che hanno votato - come spiegano all'associazione - a favore dell’emendamento per non rendere obbligatorio l’arresto a chi uccide una persona guidando ubriaco e/o drogato, modificando la legge e rallentando il percorso dell’omicidio stradale".
di Vincenzo Borgomeo
da repubblica.it/motori
La presa di posizione dell’ASAPS e i relativi dati rilanciati da Repubblica.it