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Altri morti sulle strade, ma la legge per condannare i colpevoli non c'è

Con il reato di Omicidio Stradale il pirata della strada di Arezzo che ha investito e ucciso una mamma e una bambina avrebbe rischiato una pena fino a 18 anni e la revoca della patente di almeno 20 anni. Invece resterà impunito. Asaps: "Ci chiediamo cosa diranno i politici ora"

Dopo  l'ennesimo rinvio del DDL sull'omicidio stradale e il terribile incidente di Arezzo dove una minicar guidata da un ubriaco (4 volte il limite di legge) investe e uccide mamma e bambina si riaccende la polemica sulla legge non approvata. I nervi sono tesi e non è un caso che alcuni abitanti del quartiere abbiano cercato di linciare il pirata di Arezzo, ora piantonato in ospedale: sono di pochi giorni fa i terribili dati dell'Osservatorio permanente dell'Asaps, associazione amici polizia stradale sulla pirateria stradale. Un aumento mai registrato prima: nei 1.087 episodi esaminati (+7,7% rispetto al 2014) ci sono stati contato ben 146 morti investiti da conducenti in fuga dopo l’incidente, con un’impennata del 22,7% rispetto alle 119 vittime del 2014, mentre i feriti sono stati 1.254 con un aumento pari al 2,4%.

Certo, in questo caso l’ubriaco si è fermato o più probabilmente non è riuscito a proseguire. Ma una cosa è certa, con la nuova legge il pirata della strada di Arezzo avrebbe rischiato una pena fino a 18 anni e la revoca della patente di almeno 20 anni. Invece resterà impunito. "Ci chiediamo - spiega Giordano Biserni presidente dell'Asaps - ora i signori politici che risposte ci daranno".

"Mentre in Parlamento si palleggia in una melina degna di miglior causa - continua Biserni - sulla strada continua costante e ora in espansione l’oltraggio  fatale alla vita. Quasi sempre impunito di fatto! Ora vorremmo sapere cosa dicono gli avversari e i sofisti di una legge che potrebbero portare chiarezza e responsabilità a dosi degne, di fronte a questa famiglia interamente distrutta. Vorremmo ricordare ai nostri parlamentari che anche  una legge come l’Omicidio stradale è un baluardo a difesa della famiglia, la tragedia di Arezzo lo dimostra".

E ora diamo un po’ di numeri. La bambina uccisa da questo ubriaco è già la seconda piccola vittima della strada nel 2016. Nel 2015 secondo i dati raccolti dall’Osservatorio il centauro – ASAPS sono stati 42 i bambini da zero a 13 anni uccisi sulla strada. 24 di loro erano trasportati in auto, 9 erano a piedi come la bimba di Arezzo, 7 i bicicletta e 2 trasportati su una moto. 13 decessi sono avvenuti in area urbana, 21 su strade statali e provinciali e 5 sulle autostrade.

"Ci auguriamo solo che il sacrificio di questa mamma e questa bambina ultime innocenti vittime della strada facciano da contraccolpo forte sulla coscienza di chi deve legiferare e invece percorre i sentieri del distinguo, mentre le croci della strada aumentano", conclude Biserni.

Sul tema è scesa in campo anche la stessa Associazione  Lorenzo Guarnieri (una delle promotrici del progetti di introduzione del nuovo reato di Omicidio Stradale) che ha inviato una lettera aperta rivolta ai deputati "che hanno votato - come spiegano all'associazione - a favore dell’emendamento per non rendere obbligatorio l’arresto a chi uccide una persona guidando ubriaco e/o drogato, modificando la legge e rallentando il percorso dell’omicidio stradale".

di Vincenzo Borgomeo
da repubblica.it/motori


 La presa di posizione dell’ASAPS e i relativi dati rilanciati da Repubblica.it

Lunedì, 01 Febbraio 2016
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