Osservatorio ASAPS
2015 ANNO RECORD PER LA PIRATERIA STRADALE,
CHE DIVENTA SEMPRE PIU’ VIOLENTA
146 MORTI, +22,7% RISPETTO AI 119 DEL 2014. SONO 1.254 I FERITI +2,4%.
1.087 GLI EPISODI PIU’ GRAVI (+7,7%).
IL 26,4% GLI STRANIERI. NELLE PIRATERIE MORTALI ALCOL E DROGA AL 25% (+77% I CASI POSITIVI ALLA DROGA)
La pirateria stradale non solo si conferma come fenomeno incontenibile nel nostro Paese, ma assume connotati sempre più violenti, nel 2015 mentre anche la sinistrosità stradale fa segnare la fina della sua parabola di dati positivi, la pirateria stradale raggiunge invece picchi record mai visti prima.
Infatti nell’anno appena trascorso l’Osservatorio il Centauro - ASAPS nei 1.087 episodi passati sotto la sua lente (+7,7% rispetto al 2014) ha contato ben 146 morti abbandonati su strada da conducenti in fuga dopo l’incidente, con un imbarazzante e allarmante incremento del 22,7% rispetto alle 119 vittime del 2014. I feriti sono stati invece 1.254 con una lievitazione che si ferma al 2,4%.
Gli eventi passati al setaccio dallo speciale Osservatorio istituito dall’Asaps ormai da 9 anni sono senz’altro quelli più gravi, e offrono spunti di riflessione estremamente interessanti: il 56,2% degli autori viene poi smascherato in leggero calo rispetto al 57,8% del 2014, mentre il 43,8% resta ignoto. Molto più alta invece la percentuale dei pirati a cui è stato dato un nome nelle omissioni di soccorso mortali. In questo caso si sfiora il 70%.
Il dato: su 1.087 inchieste, 611 hanno condotto all’identificazione del responsabile, arrestato in 140 occasioni (solo il 23% delle individuazioni, ma lo scorso anno gli arresti erano stati 121 il 20,8%. C’è stata quindi meno “comprensione” verso i pirati forse grazie al mutato clima apportato dalla discussione della legge sull’Omicidio stradale?) e denunciato a piede libero in altre 471 (77%).
Su tutti questi eventi pesa ancora l’ombra dell’alcol e delle droghe: in 107 casi (17,5%) ne è stata accertata la presenza, ma è un dato che deve essere accolto con eccessivo difetto per essere considerato “attendibile”. Lo scorso anno furono 114, ma la percentuale era del 19,6%. Ma attenzione, per le piraterie più gravi quelle mortali, la percentuale degli ubriachi o drogati schizza al 25%!
Bisogna poi considerare che la positività dei test condotti è riferibile solo agli episodi di pirateria nei quali il responsabile sia stato identificato, dunque 611 su 1.087.
Spesso quando le forze di polizia identificano l’autore non ha più senso sottoporre il sospetto a controllo alcolemico o narcotest, perché sono trascorse ore o giorni dall’evento: 23 casi, tra le ebrietà, hanno rivelato la presenza di sostanze stupefacenti +77% rispetto ai 13 dello scorso anno, ma anche questo dato andrebbe analizzato tenendo conto che le più volte segnalate difficoltà d’accertamento di droghe limitano gli accertamenti ai casi in cui il soggetto sia sottoposto ad analisi mediche.
Gli eventi mortali sono stati 139 (12,8%), mentre quelli con lesioni 948 (87,2%), con 146 vittime e 1.254 persone finite in ospedale. L’osservatorio prende in considerazione solo gli atti di pirateria più grave, quelli che bucano la cronaca o che i nostri 700 referenti sul territorio selezionano sulla scorta di precisi standard di riferimento.
Lo studio tiene conto anche della presenza di pirati stranieri, definiti per questo “attivi”. Sono stati 161 dei 611 pirati identificati il 26,4% (24,2% nel 2014) è risultato essere forestiero. Sono stati invece 113 gli stranieri soggetti passivi di pirati, pari all’8,1% del totale fra feriti e deceduti.
L’85,5% degli atti di pirateria – 929 contro 158 – avviene di giorno.
Gli episodi osservati nel 2014 erano stati in tutto 1.009, 78 in meno rispetto ai 1.087 del 2015 (+7,7%), segno che i canali di segnalazione dell’ASAPS si sono affinati a tal punto dall’aver raggiunto una forte affidabilità.
Nel 2014 le vittime erano state 119, nel 2015 sono state 146 (+22,7%) mentre il numero dei feriti si era fermato a quota 1.224 e ha toccato invece quota 1.254 lo scorso anno. 30 ingressi in più al pronto soccorso. (+2,4%).
Ancora una volta sono le categorie deboli della strada, in modo particolare bambini e anziani, a pagare un prezzo altissimo in termini di mortalità e lesività: 130 sono i minori coinvolti, 135 gli anziani coinvolti, rispettivamente il 9,3% e il 9,6%.
Tra i minori, quelli di età inferiore ai 14 anni, cioè i bambini, rimasti vittima di questo atto di vigliaccheria stradale gli episodi sono stati in tutto 82 (81 lo scorso anno), 2 bambini sono rimasti uccisi (1,4%) e 80 feriti (6,4%).
I pedoni sono la categoria più tartassata, con 420 eventi: 76 i morti, pari al 52% dei decessi complessivi (molti più dello scorso anno quando furono 46 e il 38,6% del totale dei morti) , e 404 i feriti (32,2%). Infine i ciclisti: 155 gli episodi identico numero dello scorso anno, con 19 lenzuola bianche (13%) lo scorso anno i ciclisti uccisi furono 24, pari al 20,2% e 145 ricoveri come lo scorso anno (11,6%).
La geografia degli episodi vede al primo posto la Lombardia, con 174 episodi (16 %), al secondo il Veneto con 122 l’Emilia Romagna con 112 eventi, e poi il Lazio con 103, la Toscana 99, e la Campania con 82, la Sicilia 72. Puglia, 54. Un solo caso in Basilicata e 3 in Valle D’Aosta, 8 in Molise Roma ha collezionato, da sola, 47 eventi gravi, il 4,3% del totale.
L’identikit del pirata? Nella maggior parte dei casi si tratta di uomini di età varie, quasi sempre sotto i 50 anni (solo 57 le piratesse, 5 in meno del 2014 pari al 9,3%), spesso sotto l’effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti e per questo decide di fuggire, sottraendosi alle proprie responsabilità. Hanno rilievo consistente il timore di perdere i punti della patante e lo stesso documento di guida. Significativi anche i casi di veicoli con assicurazioni scadute o addirittura false.
Le pene, previste, sono inconsistenti: da tre mesi a tre anni. Solo in caso incidente mortale con fuga si rischia oggi di rimanere per un certo periodo in cella. Ma non si hanno notizie specifiche in proposito per i 139 pirati che hanno ucciso nel 2015, neanche nei casi di ubriachezza o droga. La condanna media per chi ha ucciso e si è dato alla fuga è quella assurdamente irridente di 2 anni e 4 mesi.
Questo reato, per l’impatto che ha sull’opinione pubblica, è tra quelli previsti nella sfera dell’Omicidio Stradale, per la cui istituzione l’ASAPS - che ne ha fatto una sua bandiera - e le associazioni Lorenzo Guarnieri e Gabriele Borgogni ed altre si batte da 5 anni. Grande la delusione dello stop alla camera del 21 gennaio scorso, quando con un emendamento ci si è preoccupati dell’arresto dei pirati come possibile stimolo alla omissione di soccorso. I dati del 2015 dimostrano che la situazione è già ampiamente fuori controllo e ha raggiunto numeri record e intollerabili, come in nessun paese d’Europa!
Rimaniamo in ansiosa attesa dell’approvazione definitiva della legge con la speranza che l’Omicidio stradale si riveli una vera forza deterrente per la pirateria stradale, il più bieco dei reati della strada che domani se non sarà più sicura, sarà almeno più giusta! (ASAPS)
Forlì lì 27 gennaio 2016
Giordano Biserni
Presidente ASAPS
I DRAMMATICI DATI DELLA PIRATERIA STRADALE DEL 2015 CON UN INCREMENTO DEI MORTI DEL 22,7% SONO LA RISPOSTA A QUEI PARLAMENTARI CHE COL LORO EMENDAMENTO SI SONO PREOCCUPATI CHE LA LEGGE SULL’OMICIDIO STRADALE POTESSE FAR AUMENTARE LE OMISSIONI DI SOCCORSO!! (ASAPS)