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TREVISO
Ubriaca, investì e uccise Enrico
«Ho sbagliato, ma non sono un mostro»

Era partita da casa per andare all’Home Festival. «Ora la mia vita è cambiata totalmente»
Enrico Scarabello e la moglie Elisa Zanardo

TREVISO «Da quella notte tutto è cambiato per me: la mia vita, l’opinione che ho di me stessa e quello che la gente pensa di me». A poco meno di due mesi, Federica Dametto parla di quanto successo la tragica notte del 3 settembre sul cavalcavia di San Giuseppe quando, con un tasso alcolemico sei volte superiore alla media, ha travolto è ucciso Enrico Scarabello, 38enne di Carbonera, ferendo la moglie Elisa Zanardo. La barista 37enne di Casier, per quell’incidente è finita in manette perché, dopo essersi inizialmente fermata ed aver parlato con la moglie della vittima, era risalita in auto e si era allontanata senza prestare soccorso. L’avevano ritrovata poco dopo i carabinieri in via Cattaneo, a poca distanza, riversa e addormentata sul volante della sua Rover. Gli esami alcolemici avevano rivelato che aveva un tasso di 3.1 milligrammi litro di alcol, mentre l’esame tossicologico aveva accertato anche la presenza di metadone nel suo sangue. Ubriaca e drogata era partita da casa per andare all’Home Festival.

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Quando ha travolto Scarabello e la moglie era diretta alle Stiore, per parcheggiare l’auto. La procura di Treviso l’ha indagata per i reato di omicidio colposo, omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza. Dopo tre giorni agli arresti domiciliari, era stata scarcerata con l’obbligo di dimora a Casier, misura cautelare tuttora in vigore. Ora però la 37enne ha deciso di parlare ai microfoni di AntennaTre. Non ha mai chiesto scusa ad Elisa e ai familiari di Enrico Scarabello, e oggi dice: «Sicuramente lo sbaglio è stato enorme e irrecuperabile - ha spiegato -. Mi dispiace per la moglie e per tutta la sua famiglia in primis». Piange mentre parla la barista, che però si rammarica: «Soprattutto per me stessa, per quello che è successo a me perché la mia vita è cambiata totalmente da quella notte».

La donna parla poi della misura cautelare a cui è costretta e che le starebbe creando molte difficoltà a trovare lavoro: «Questi mesi con questa limitazione della mia libertà li vivo come qualcosa che mi merito e basta ». Rifiuta però di entrare nel merito di quanto successo quella notte. Nei dettagli di quell’incidente e di quell’omissione di soccorso di cui è accusata. Anche se fin dall’inizio si è difesa, asserendo di non aver voluto allontanarsi ma solo di spostare l’auto e di essere poi svenuta sul volante per il colpo ricevuto nell’impatto con la coppia. Dice che la sua vita è sconvolta anche se ribadisce di non aver voluto fare del male: «Io non devo spiegare niente a nessuno, chi mi conosce sa che persona sono e sa che quello che è successo quella notte non è stato voluto e che non è nella mia natura fare del male intenzionalmente ».

 

da corrieredelveneto.corriere.it


NO CERTO!
Eccone un’altra che dice di non essere un mostro. Aveva però 3,1 g/l di alcolemia e presenza di metadone.
No non sarà un mostro però non ha mai chiesto scusa ad Elisa e ai familiari di Enrico Scarabello, e oggi dice: «Sicuramente lo sbaglio è stato enorme e irrecuperabile - ha spiegato -. Mi dispiace per la moglie e per tutta la sua famiglia in primis». Piange mentre parla la barista, che però si rammarica: «Soprattutto per me stessa, per quello che è successo a me perché la mia vita è cambiata totalmente da quella notte». Non ci piace né il prima, né il dopo. (ASAPS)

Lunedì, 26 Ottobre 2015
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