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Articoli 19/10/2015

Il monumento al ragazzo che voleva fare il Carabiniere
Inaugurato a Ponte Buggianese (PT), in memoria di Massimo Massimi, ucciso sulla strada un anno fa

di Lorenzo Borselli
Il monumento dedicato a Massimo Massimi

(ASAPS) Ponte Buggianese (Pistoia), 19 ottobre 2014 – Massimo Massimi 17 anni,  se n'è andato un anno fa, il 23 ottobre 2014, ammazzato da un automobilista in stato di ebbrezza (recidivo), ma la sua memoria è ben salda nel paese in cui è nato e vissuto prima della tragedia. Il comune di Ponte Buggianese (Pistoia), ha infatti autorizzato l'erezione di un monumento in sua memoria, in piazza Annigoni, dove la giovane vittima della violenza stradale incontrava i suoi amici e volava verso il proprio futuro: avrebbe voluto seguire le orme del babbo, Massimiliano, e indossare la divisa dell'Arma. La sua scelta era già fatta, ma la sbronza dell'uccisore, che speriamo di poter chiamare “assassino”, ha avuto l'unico e crudele effetto di azzerare, nemmeno il tempo di una frenata, i sogni di un adolescente, le aspettative di un padre e una madre, l'amore di una sorella e l'affetto dei suoi amici.

Appena qualche anno fa la società si sarebbe dimenticata presto del fatto: la memoria di Massimo sarebbe sopravvissuta nei suoi genitori e in chi lo aveva conosciuto, ma la comunità non avrebbe mai correlato quella morte al bisogno di fare qualcosa per evitarne il ripetersi. 
Massimiliano, Monica e Michela si sono trovati improvvisamente iscritti al club del dolore ma a differenza di decine di migliaia di familiari di vittime, che fino a poco tempo fa potevano gridare il proprio dolore solo a loro stessi, hanno scoperto una collettività pronta ad ascoltare, in qualche modo organizzata e pronta ad accoglierli in un progetto, che hanno fatto loro e che hanno deciso di perseguire con ogni forza.

Il papà Massimiliano Massimi, la mamma, la sorella
e i familiari di Massimo
Il pubblico all'inaugurazione

Ecco l'idea del monumento: Massimiliano è luogotenente dei Carabinieri e non è un caso che “Il Volo”, questo il titolo dell'opera in marmo bianco di Carrara realizzato dallo scultore Mauro Vaccai, sia rimasto avvolto in un drappo tricolore fino a quando le note de Il Silenzio di ordinanza hanno fatto seguire un minuto di raccoglimento agli interventi dei politici e dello stesso Massimiliano. Silenzio, perché spesso ogni parola è di troppo, ma se una morte deve costruire qualcosa, bisogna pur mettersi d'accordo e, di tanto in tanto, fare anche il punto della situazione.
Ciò che è stato messo in cantiere, prima che Massimo venisse ammazzato, è la proposta di legge per l'istituzione del reato di omicidio e lesioni stradali, arrivato a un punto cruciale.

“L'associazione che porta il nome di mio figlio – ha detto Massimiliano Massimi lottando con l'emozione – e tutte le altre associazioni in memoria delle vittime della strada non sono soddisfatte della legge approvata in prima lettura al Senato, si tratta di un testo “azzoppato” che non punisce le vere condotte illecite. Chi si macchia di sangue innocente deve scontare la pena inflitta fino in fondo. Per questo non cerchiamo vendetta ma solo certezza della pena.” Parole ascoltate con attenzione anche da Stefano Guarnieri (che non poteva mancare), papà di Lorenzo, quasi coetaneo di Massimo, anche lui vittima di un altro ubriaco alla guida.

Dopo Massimiliano hanno parlato il sindaco di Ponte Buggianese, Pier Luigi Galligani,  il presidente del consiglio regionale, Eugenio Giani e il Sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri. Quest'ultimo, in prima linea insieme al vice ministro alle Infrastrutture e Trasporti Riccardo Nencini, anche lui presente, ha spiegato che la legge tornerà quella della proposta iniziale dopo la discussione alla Camera, prevista per il 26 ottobre, e dopo un ulteriore passaggio al senato.

“Siamo ormai certi – ha spiegato Cosimo Maria Ferri- che il governo porterà a compimento il percorso di questa importante legge grazie all'impulso dato dal premier Matteo Renzi, che tiene sempre molto alta l'attenzione su questo tema, di cui parlò anche nel discorso d'insediamento. Chi non ha vissuto certe tragedie – ha proseguito – non può capire il perché di tanta rigidità nella norma. Dobbiamo aumentare il numero dei controlli, creare una rete investendo nelle forze dell'ordine e lavorare nelle scuole educando i giovani all'importanza e al rispetto del codice della strada. Solo così possiamo esigere un maggior rispetto delle regole”. (ASAPS)

Lunedì, 19 Ottobre 2015
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