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Come ti annullo l'alcoltest, italiani tra scuse e avvocati

Dall'Asaps una raccolta di dichiarazioni e sentenze - alcune tragicomiche - per evitare le sanzioni da etilometro positivo

Che quando ci si deve mettere al volante non si deve bere è una nozione che ormai tutti conoscono. Eppure l’etilometro continua ad essere uno degli incubi degli italiani. Che spesso le inventano tutte per non ammettere di aver superato il tasso alcolemico consentito dalla legge. Ma qui non si tratta di elevare multe per far cassa. Si tratta di salvare vite. Troppo spesso infatti gli incidenti mortali vedono coinvolti (e sono a causa di) persone che guidano in stato di ebbrezza. E mentre in Giappone “hanno approvato una legge che fa pagare conti salatissimi per chi beve e guida, da noi se ne sentono di tutti i colori per farla franca”, come riporta l’Asaps, Associazione Amici Polizia Stradale.

Da una raccolta pubblicata dall’Associazione emerge un quadro inquietante, pare infatti che la preoccupazione di molti automobilisti italiani non sia quella evitare di bere prima di guidare ma bensì di riuscire a raggirare la legge e beffare il misuratore di tasso alcolemico, aggrappandosi – attraverso gli avvocati – al cavillo burocratico da tirare fuori al  momento giusto. Ed ecco che le motivazioni di alcune sentenze che assolvono i “furbetti” dell’etilometro sfiorano la burla.

“Ubriaco alla guida, assolto in tribunale”. La motivazione? L’etilometro va fatto con un avvocato. Come riportato dall’Asaps, “A Milano la sentenza del gup su un ventenne che guidava con “occhi lucidi e alito vinoso” ed era risultato positivo: prima di essere sottoposto al test andava avvertito della “facoltà di farsi assistere da un legale”. “Si deve però aggiungere che una volta avvertito il conducente della facoltà, la polizia non è obbligata ad attendere che arrivi l’avvocato…”, sottolineano dall’Asaps.

Ma la cosa più inquietante è che l’avvocato in questione ha dichiarato: “Finalmente anche il Tribunale di Milano con questa fondamentale sentenza ha messo un argine all’uso indiscriminato dell’etilometro da parte degli agenti ai fini della prova del reato di guida in stato di ebbrezza”. Come se la Polizia stradale e gli altri agenti che eseguono i test si divertissero a passare nottate con gente ubriaca che soffia in un tubicino e dà in escandescenze se il risultato è positivo…
“Fondamentale sentenza? Da piegarsi in due dalle risate. Uso indiscriminato dell’etilometro!? In Italia si fanno ancora meno di 2 milioni di controlli contro i 3-4 della Spagna e i 5-6 della Francia – hanno commentato dall’Asaps – A certi avvocati vorremmo mandare le foto delle conseguenze di quello che succede sulla strada e una fetta del dolore delle famiglie delle tante vittime”. Già, le vittime. A loro bisognerebbe pensare prima di mettersi al volante ubriachi.

Ma le scuse – così come gli escamotage che cercano i legali – per annullare i risultati dell’alcoltest sono tantissime, alcune più fantasiose, altre meno, quasi tutte da show comico. Eccone una raccolta pubblicata dall’Asaps: “Era freddo, l’etilometro non poteva funzionare in inverno”; “Il mio cliente ha usato collutorio, per l’igiene dentale” (“per quella mentale purtroppo non esistono ancora prodotti efficaci”, aggiungono dall’Asaps); “Il cliente ha usato medicinali”; “Il cliente non è riuscito a soffiare causa pseudo enfisema polmonare”; “La colpa sarebbe degli acidi che vengono utilizzati per smacchiare i vestiti e pulire i macchinari delle lavanderie, e che vengono metabolizzati in modo tale che il soffio del respiro manda in tilt l’etilometro” – questa è fantastica.
E ancora, “Voi dite bene, ma “soffiare” con la polizia può essere interpretato male ed essere pericoloso, il mio cliente chiede poi un successivo programma di protezione”, nemmeno nei film di gangster…; “Non è stato preavvertito per tempo l’avvocato che era impegnato in corte d’appello, o in cassazione. Non si può essere ovunque”; “L’etilometro è sporco”; “Troppa umidità nell’aria, l’alcoltest non vale”; “Positivo all’alcoltest? E’ colpa del diabete”; Ultima, come ciliegina sulla torta: “Attendiamo anche il parere del Tribunale sui diritti dell’uomo”. Certo, ubriacarsi è un diritto. Ma mettersi al volante ubriachi è un reato. E’ bene distinguere.

 

di Silvia Bonaventura
da repubblica.it/motori

 


 

UNA GALLERIA FANTASTICA DI SCUSE PER DIMOSTRARE CHE NON HANNO BEVUTO. PURTROPPO QUALCHE VOLTA SE LA SONO BEVUTA I GIUDICI
“Sì sì cerchiamo di far sorridere, leggete, leggete la carrellata delle scuse e delle relative assoluzioni... Ma in realtà siamo -  come dire – piuttosto incavolati! (gb ASAPS)
Eccone una raccolta pubblicata dall’ASAPS e ripresa nell’articolo:: “Era freddo, l’etilometro non poteva funzionare in inverno”; “Il mio cliente ha usato collutorio, per l’igiene dentale” (“per quella mentale purtroppo non esistono ancora prodotti efficaci”, aggiungono dall’ASAPS); “Il cliente ha usato medicinali”; “Il cliente non è riuscito a soffiare causa pseudo enfisema polmonare”; “La colpa sarebbe degli acidi che vengono utilizzati per smacchiare i vestiti e pulire i macchinari delle lavanderie, e che vengono metabolizzati in modo tale che il soffio del respiro manda in tilt l’etilometro” – questa è fantastica.
E ancora, “Voi dite bene, ma “soffiare” con la polizia può essere interpretato male ed essere pericoloso, il mio cliente chiede poi un successivo programma di protezione”, nemmeno nei film di gangster…; “Non è stato preavvertito per tempo l’avvocato che era impegnato in corte d’appello, o in cassazione. Non si può essere ovunque”; “L’etilometro è sporco”; “Troppa umidità nell’aria, l’alcoltest non vale”; “Positivo all’alcoltest? E’ colpa del diabete”; Ultima, come ciliegina sulla torta: “Attendiamo anche il parere del Tribunale sui diritti dell’uomo”. Certo, ubriacarsi è un diritto. Ma mettersi al volante ubriachi è un reato. E’ bene distinguere.”

Martedì, 01 Settembre 2015
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