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Il Centauro , Articoli 14/08/2015

La moto ai tempi di WhatsApp
La rivoluzione informatica e l'avvento degli smartphone hanno influenzato moltissimo anche il nostro modo di gestire la mobilità o la passione per il mezzo a motore. Finora però poco è stato fatto per sfruttare queste opportunità in chiave di sicurezza stradale

di Riccardo Matesic*

Trenta anni fa avevo un modem a 9.600 Kb, e un compagno di liceo che gestiva una BBS, una banca dati online, con un numero telefonico dedicato. Fu in quel periodo che iniziammo a parlare di world wide web.
Capivamo che sarebbe stata una svolta epocale, ma non immaginavamo il terremoto che di lì a poco sarebbe arrivato.
Altro flash: poco tempo fa. Nel pub di un motociclista del gruppo, cena di compleanno di un amico, con molti invitati. Siamo una “banda” affiatata, nonostante una forte trasversalità sociale. Avvocati, medici, commercialisti, giornalisti (io), imprenditori; ma anche operai, meccanici, infermieri, ricambisti. Non mancano poliziotti e carabinieri.
Il festeggiato prende la parola: “vi ho conosciuto una manciata di anni fa. All'inizio mi facevate compagnia sul computer alla sera. Oggi siete i miei migliori amici. Grazie a voi ho ricominciato a uscire in moto, e anche se siamo sparsi per tutta Italia, è come stare sempre insieme, perché ci scriviamo continuamente nel gruppo di WhatsApp. Mi avete rivoluzionato
la vita, e preso il posto dei vecchi amici”....

 

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da il Centauro n. 186



Una passeggiata nella modernità dei motociclisti di oggi. (ASAPS)

Venerdì, 14 Agosto 2015
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