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Milano, la vittima è romena: risarcimento ridotto del 30%

Morto in un incidente stradale, indennizzo tagliato perché il costo della vita in patria è più basso. L'associazione delle vittime (Avisl): "Sentenza pericolosa, contraria al principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione"

Visto che in Romania il costo della vita è più basso rispetto all'Italia, i romeni che risiedono in patria hanno diritto a risarcimenti minori in caso un loro parente sia ucciso in un incidente stradale. Lo afferma una sentenza della Corte d'Appello, pubblicata il 24 luglio, relativa al caso di un uomo investito da un camion mentre camminava sul ciglio di una strada statale a Barletta l'8 ottobre 2007.

Il giudice - riformando la sentenza di primo grado - assegna alla moglie e ai figli dell'uomo un risarcimento da parte del conducente, del proprietario del camion e della compagnia assicurativa. Ma precisa che l'importo è "ridotto del 30 per cento, avuto riguardo dell'inferiore costo della vita nello Stato di residenza". La moglie e i figli di Vasile Patru - così si chiama l'uomo - abitano infatti in Romania. E il giudice ha ritenuto che "la liquidazione risarcitoria non possa avvenire sulla base assoluta dei parametri vigenti nella realtà italiana".

Per il calcolo dell'importo (già decurtato del 50 per cento, visto che Patru è stato considerato corresponsabile dell'incidente) la Corte ha tenuto conto della "specificità dell'area monetaria e nazionale nella quale verrà poi utilizzato il denaro conseguito". Anche in considerazione del fatto che il risarcimento non va inteso "con una finalità sanzionatoria", ma solo come "riparatoria del patimento provocato". L'iniziale richiesta di 210mila euro a ciascuno dei familiari di Patru viene ridimensionata a 70mila.
La sentenza emessa dalla Terza sezione civile della Corte d'Appello (competente perché a Milano si trova il procuratore speciale della compagnia assicurativa) solleva le polemiche dell'Associazione vittime incidenti stradali e sul lavoro (Avisl).

Il presidente, Domenico Musicco, commenta: "Il verdetto segue il criterio, del costo della vita, sostenuto dalle compagnie assicurative, ma solitamente rifiutato dai giudici di ogni grado, perché contrario al principio di uguaglianza sancito dall'articolo 3 della Costituzione. Commisurare i risarcimenti alla ricchezza del Paese di residenza è pericoloso. Chi vive in nazioni molto povere avrebbe diritto a risarcimenti irrisori". In più c'è il fatto che la Romania fa parte dell'Unione Europea. "I cittadini romeni possono vivere ovunque in Europa - dice Musicco, che è anche avvocato del consolato romeno a Milano - sono liberi di spendere i soldi del risarcimento dove ritengono, dall'Italia all'Austria, indipendentemente dall'attuale residenza". Per i legali dei familiari di Patru resta la possibilità di fare ricorso in Cassazione.

di Franco Vanni
da milano.repubblica.it

 



Una sentenza molto discutibile. 'Chi vive in nazioni molto povere avrebbe diritto a risarcimenti irrisori". Allora per uno straniero che viene da un paese africano fra i più poveri del mondo morto in un incidente i familiari dovranno dare una somma alla compagnia di assicurazione per il disturbo arrecato...? Attenzione a queste sentenze, perché poi anche in Italia chi abita in una regione meno ricca avrà poi diritto a un rimborso più basso di un lombardo? (ASAPS)

Mercoledì, 05 Agosto 2015
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