RC auto gratis per un anno, Ivass propone rimborso per chi ha perso benefici legge Bersani
Chi ha stipulato una polizza RC auto con l’offerta “gratis per il primo anno”, potrebbe ottenere un rimborso, direttamente dalla compagnia di assicurazioni, per aver perso (inconsapevolmente) i benefici della legge Bersani. Sono 13mila gli automobilisti che hanno aderito all’offerta ingannevole, per un valore di 6 milioni di euro di premi. La soluzione arriva direttamente dall’Ivass che venerdì scorso ha incontrato l’Ania e le Associazioni dei consumatori.
Grazie alle segnalazioni inviate dalle Associazioni dei consumatori e anche dai singoli cittadini, è emerso con chiarezza l’elevato grado di ingannevolezza dell’offerta proposta dal 2014 da alcune compagnie di assicurazione.
Il punto critico arriva al termine del periodo di gratuità, quando ci si accorge di aver perso i benefici, per sé e per i propri familiari, della classe di merito acquisita prima del periodo promozionale, compresi i benefici previsti dalla “legge Bersani”, che consente, in caso di acquisto di un nuovo veicolo, di ereditare la classe di merito già acquisita su altro veicolo, con il conseguente aumento dei premi successivi da pagare.
Sono 6 le imprese che hanno stipulato accordi per l’offerta al pubblico di una polizza RC auto gratuita. Di queste, 3 offrono le polizze gratuite con formula Bonus-Malus e rilasciano un regolare attestato di rischio al cliente che acquista il veicolo, senza quindi creare problemi all’assicurato al termine dell’offerta. Le altre 3 invece offrono le polizze con formula tariffaria “a franchigia” e tramite il cosiddetto “libro matricola”, senza rilasciare al cliente, una volta scaduta l’offerta, l’attestato di rischio oppure rilasciandogli un attestato privo della indicazione della classe di merito di provenienza. Questo determina per il cliente il rischio della perdita della classe di merito guadagnata in precedenza e la perdita dei benefici della “legge Bersani”. Una di queste 3 imprese ha interrotto l’accordo dal 31 marzo 2015, dopo pochi mesi dall’avvio dell’iniziativa.
“Nel 2014 – scrive l’Ivass in una nota – sono stati circa 13.000 gli assicurati coinvolti, quasi tutti entrati in contatto con una delle 3 imprese “critiche”, per un valore di premi pari a circa 6 milioni di euro”.
Le proposte di soluzione già discusse nelle settimane scorse con le Associazioni dei consumatori, volte ad eliminare gli effetti pregiudizievoli per gli assicurati, sono:
Nel primo caso, quindi, il consumatore ha diritto a un attestato di rischio normale, in cui ci deve essere la sua sinistrosità, comprensiva di tutto. Se, invece, la polizza gratuita è già giunta a scadenza, e si è andati da un altro assicuratore che ha fatto pagare un premio più alto, si ha diritto ad avere non solo l’attestato di rischio da chi ha dato la polizza gratuita e poi ci si può far correggere la posizione dal nuovo assicuratore, richiedendo indietro i soldi pagati.
Il Codacons appoggia la proposta dell’Ivass: “Il danno subito dagli assicurati è certo ed evidente, e altrettanto certo deve essere l’indennizzo da riconoscere a chi non ha potuto godere delle agevolazioni previste dalla legge, a partire da una classe di rischio più favorevole – afferma il presidente del Codacons Carlo Rienzi – L’Ania farebbe bene ad accettare la proposta dell’Ivass, poiché in caso contrario sarà inevitabile un enorme contenzioso legale di cui il Codacons si farà promotore, attraverso una valanga di cause risarcitorie da parte degli assicurati danneggiati”.
La soluzione “convince” anche Konsumer Italia che scrive: “la riteniamo la più percorribile e meno onerosa per il consumatore, incappato in quella che era una trappola vera e propria; in tale modo si rientrerebbe nella classe di merito risultante dalla propria storia assicurativa”.
“La soluzione definitiva sarà comunque concordata in un tavolo tecnico che Ivass convocherà con le Associazioni dei Consumatori e con l’Ania nei prossimi giorni – precisa Konsumer – In quella sede, Konsumer Italia solleverà la questione delle polizze gratuite già giunte a scadenza: i consumatori hanno diritto ad avere non solo l’attestato di rischio da chi ha erogato la polizza gratuita, ma anche quello di far correggere la propria posizione dal nuovo assicuratore, richiedendo indietro i soldi pagati. In questo caso, una vecchia norma del 1961 consentirebbe alle compagnie assicurative di restituire solo il valore della polizza, escluse le imposte: una profonda ingiustizia che vogliamo correggere, visto che le tasse rappresentano circa il 33% dell’importo totale”.
Sì perché l’offerta non era proprio tale e veramente conveniente. (ASAPS)