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Notizie brevi 18/04/2005

Riceviamo, dal presidente dell’Associazione Motociclisti Incolumi, Marco Guidarini, questa lettera al Parlamento Europeo. Volentieri, la pubblichiamo - MOTOCICLISTI INCOLUMI, IL PRESIDENTE SCRIVE A PIETRO LUNARDI ED AL PARLAMENTO EUROPEO

Riceviamo, dal presidente dell’Associazione Motociclisti Incolumi, Marco Guidarini, questa lettera al Parlamento Europeo.
Volentieri, la pubblichiamo

MOTOCICLISTI INCOLUMI, IL PRESIDENTE SCRIVE A PIETRO LUNARDI ED AL PARLAMENTO EUROPEO

Al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti
Al Parlamento Europeo


Onorevoli parlamentari, scrivo in accordo all’impegno della Associazione Motociclisti Incolumi (www.motociclisti-incolumi.com),  in difesa della salute dei motociclisti e di tutti gli altri utenti della strada compresi i pedoni, dato che la salute è, fra i diritti dei cittadini, il più importante.
Con la presente vorrei sottolineare la necessità di provvedimenti, da parte vostra, per un obbiettivo urgente, indicato dalla stessa Comunita Europea e dalla Organizzazione Mondiale della Sanità come obiettivo prioritario: diminuire la incidentalità e la lesività sulle strade italiane.
Gli incidenti stradali (come quelli aeronautici, navali, sul lavoro o domestici) sono dovuti, in oltre il 90% dei casi, al comportamento umano. Con questo termine però si fa riferimento unicamente agli errori di chi è alla guida, distogliendo così l’attenzione dagli errori progettuali o dalla insufficiente "riserva di sicurezza" insiti nelle infrastrutture a cui vanno attribuite  pesanti responsabilità soprattutto per le conseguenze: il danno alla salute.
E’ fin troppo conosciuto lo stratagemma di evidenziare le responsabilità e le inadempienze degli altri per nascondere le proprie; questo è esattamente ciò che fanno molte amministrazioni (comuni, province, regioni, enti statali) che hanno vari interessi, ma non la salute dei cittadini.
Mentre vi sono normative europee (oltre alla legge 626) a cui devono attenersi scrupolosamente le ditte costruttrici di veicoli, di caschi (ma anche di elettrodomestici e giocattoli) e vi sono regole a cui devono attenersi i cittadini per non incorrere in spiacevoli conseguenze, nessuna normativa garantisce agli utenti, uno standard di sicurezza moderno riguardo la progettazione e la attuazione delle infrastrutture.
La EN1317 non regolamenta l’ operato di amministrazioni che riescono a scaricare le proprie responsabilità per strade costruite all’insegna del risparmio e spesso della truffa!
Poi basterà porre numerosi segnali di pericolo, segnali di lavori in corso (lasciati anche per mesi) e limiti di velocità per non rispondere di eventuali danni alla salute dei cittadini.
Ma non è tutto: è risaputo che "il guadagno aguzza l’ingegno" così le stesse amministrazioni, dopo aver progettato infrastrutture con uno standard degli anni "50" (a fronte di tasse di circolazione ben aggiornate e frequentemente doppie, dato che la maggior parte dei motociclisti hanno anche un auto) riescono "furbescamente" a trarne anche un guadagno e risanare il proprio bilancio (incapaci di farlo altrimenti) piazzando le autovelox dove rendono di più: su quelle stesse strade costruite e mantenute con standard di sicurezza che dovrebbero essere dichiarati "fuori-legge"!
Oltre al danno sulla pelle, anche la beffa!
La EN 1317  porta un numero infausto per gli utenti delle strade italiane e lo dimostrano le cifre recenti: oltre 8.000 vittime all’anno ma, per la esperienza che abbiamo, possiamo dire che oltre il 50% di esse, soprattutto con veicoli a due ruote, non sono dovute al numero 13 o al 17, bensì alla incontrollata corsa al risparmio sulla qualità di strade sottodimensionate e sulla successiva incosciente "disposizione" di ostacoli fissi (guard-rail senza protezione, segnali di pericolo, lampioni, muri a spigolo, alberi) posizionati ai margini  ed in traiettoria di fuga delle curve.
Fattori di rischio creati ancora oggi per rimanere nel futuro.
Nelle competizioni di auto e di moto (il miglior laboratorio dove ricerca di tecnologia e sicurezza vanno di pari passo) da anni gli ostacoli fissi sono stati eliminati dai circuiti ed i risultati sono incredibili: cadute o fuoripista a 300 km/h senza conseguenze.
In Italia, per queste assurdità infrastrutturali, ogni anno perdono la vita oltre 1000 motociclisti e 2.000 automobilisti!
In attesa di una risposta concreta al problema la Associazione Motociclisti Incolumi,come Chiunque  faccia ricerca sulla Salute continuerà a denunciare questa incoscienza, colpevole di tante vittime.

Cordiali saluti


Marco Guidarini
A.M.I. (www.motociclisti-incolumi.com)



Lunedì, 18 Aprile 2005
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