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Belgio, autostrade insicure?
Passati al setaccio tutti gli eventi mortali tra il 2009 e il 2013 e l'analisi ha messo in luce tutte le criticità della rete federale
Perdita di controllo, velocità eccessiva, assenza di barriere, alcol e pirati: ecco tutti i numeri del regno

Di Lorenzo Borselli

(ASAPS) BRUXELLES, 24 novembre 2014 – Il 7% degli incidenti con lesioni (o morte) registrati nel regno del Belgio avvengono in autostrada, ma qui vi si contano il 16% delle vittime, più o meno 1 morto su 6. Tanti? Secondo i belgi, sì e così l'IBSR, l'Istituto Belga per la Sicurezza Stradale ha deciso di analizzare tutti gli eventi autostradali mortali rilevati in autostrada tra il 2009 e il 2013, arrivando a scoprire elementi inaspettati.
Intanto che in 5 anni le vittime registrate in autostrada sono state 582: prima di entrare nel merito dei numeri, però, facciamo un quadro della situazione. In Belgio il 36% della percorrenza chilometrica dei veicoli avviene in autostrada, dove – almeno da un punto di vista statistico – il rischio di incorrere in un incidente è più basso rispetto alla rete ordinaria. Purtroppo, però, il rischio morte è molto più elevato, visto che ci sono stati – nel periodo osservato – 35 vittime ogni 1.000 incidenti con lesioni fisiche, 4 volte in più rispetto al centro urbano, dove il rapporto scende a 9 ogni 1.000.

Lo studio quinquennale, che si è svolto in collaborazione con la Polizia Federale Autostradale, ha preso in esame i 521 rapporti stilati tra il 2009 e il 2013, nei quali sono stati investigati 582 decessi, ha portato alla luce 5 fattori prevalenti:

1.    nel 46,5% dei casi, dunque in quasi 1 incidente su 2, l'evento ha avuto origine con la perdita di controllo del veicolo o la deviazione della corsia di marcia;
2.    il pericolo maggiore per gli utenti che hanno perso il controllo del veicolo è risultato essere l'urto contro un ostacolo: nel 10,1% degli eventi mortali, la parte centrale dell'autostrada è risultata priva della barriera di sicurezza (la cosiddetta barriera centrale), mentre nel 39,1% è risultata mancante anche la barriera laterale di destra;
3.    il mancato uso della cintura di sicurezza è stato accertato nella morte di quasi 1 conducente ucciso su 2 (45,9%) e in quella di quasi 7 passeggeri posteriori su 10 (71,7%). Velocità e alcol (l'ebbrezza è rilevata in 1 caso su 8), restano tra i principali nemici della vita;
4.    i cantieri di lavoro sono uno scenario molto frequente negli eventi mortali. Gli studi dell'IBSR sui rilievi della Polizia Federale hanno dimostrato infatti che l'8,7% degli incidenti mortali si sono verificati in aree interessate da lavori stradali e nel quinquennio le vittime accertate sono state in tutto 30, di cui 9 conducenti di veicoli commerciali;
5.    l'8,2% dei conducenti coinvolti in incidenti mortali, 1 su 12, non è risultato in regola con la circolazione: mancanza di assicurazione, mancanza di patente di guida valida (o mai conseguita), mancanza di revisione tecnica. Le indagini di polizia non hanno potuto correlare la mancanza di questi requisiti all'evento infortunistico, ma le cifre preoccupano – e non poco – le autorità federali.

Le caratteristiche di tutti questi eventi presi in esame, hanno condotto gli autori dell'indagine a ripartire gli incidenti in 16 categorie prevalenti, le cui principali sono risultate essere composte dalla perdita di controllo del veicolo (29,9%), deviazioni della propria corsia di marcia comprendendo veri e propri contromano (12,3%), sorpassi vietati (11,5%), tamponamento della coda di una colonna di veicoli fermi (9,8%) e urto di un veicolo durante la marcia, ad esempio uno scontro laterale (8,4%).

I Pirati della Strada, e qui finalmente troviamo uno studio estero sul fenomeno con il quale confrontarsi come quello curato dall’ASAPS in Italia, sono risultati coinvolti nel 3,1% dei sinistri mortali, mentre il 4,4% delle vittime è scaturito da eventi suicidari, mentre il 6,3% degli utenti uccisi in autostrada è risultato essere a piedi.

Scoprire i fattori d'incidente è stato più semplice: nel 98,5% si è trattato di un fattore umano e se nel 73,7% l'elemento umano è stato associato ad un fattore strutturale dell'arteria stradale o del veicolo, nel 24,8% dei casi l'intera responsabilità dell'evento è stata addebitata a uno o più persone. Parliamo della perdita di controllo del veicolo nella maggior parte dei casi, ma anche molte componenti psicologiche – come ad esempio la distrazione – la guida in stato di ebbrezza e la scarsa esperienza hanno recitato un ruolo da vere protagoniste.

I fattori più frequenti legati al veicolo che hanno contribuito all'esito nefasto dell'evento, sono risultati essere il mancato utilizzo o l'assenza di un dispositivo di sicurezza (come ad esempio la cintura di sicurezza), ma in 1 caso su 10 si è trattato di problemi legati agli pneumatici.
Per quanto riguarda invece il ruolo dell'infrastruttura, si trova, in testa a tutto, l'urto contro ostacoli presenti sulla carreggiata che hanno aumentato le conseguenze dell'incidente, i problemi di progettazione e manutenzione (la mancanza di barriere o la presenza di barriere inidonee) e problemi di aderenza (fondo umido, ghiacciato o salato). (ASAPS)

 


 

Lunedì, 24 Novembre 2014
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