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Notizie brevi 31/10/2014

IL CASO
Guerra legale sul brevetto del Tutor «Lo avete copiato, dateci 7,5 miliardi»

Una società fa causa ad Autostrade: lo abbiamo inventato noi nel 1999 La replica: il nostro sistema è diverso e originale, utilizza sensori sotto l’asfalto

 

Il Tutor è il sistema che, rilevando la velocità media, protegge gli automobilisti tenendoli d’occhio e verificando se vanno troppo forte. Ma chi protegge i suoi inventori? Nessuno, sostengono Romolo Donnini e Alessandro Patanè, rispettivamente inventore e proprietario del software del sistema Sicve. Patanè ha denunciato Atlantia, holding di Autostrade per l’Italia, per contraffazione e altri reati. Atlantia ha citato lui in giudizio. Così, per il prossimo 3 dicembre, è stata fissata l’udienza al Tribunale di Roma. Il risarcimento richiesto è astronomico: 7,5 miliardi di euro.

La relazione finanziaria

Se ne occupa l’ultima relazione finanziaria semestrale di Atlantia, controllata dalla famiglia Benetton, in cui si legge: «Per tutelare la posizione del Gruppo a fronte di reiterate richieste economiche del Sig. Alessandro Patanè (...), afferenti alla titolarità del software del sistema Sicve (Safety Tutor), Autostrade per l’Italia e Autostrade Tech hanno notificato nei confronti del Sig. Patanè (...) un atto di citazione avanti al Tribunale di Roma, per veder accertata e dichiarata l’infondatezza delle pretese economiche dallo stesso vantate (...)». E, più avanti: «(...) tutte le domande riconvenzionali non hanno alcuna chance di accoglimento, essendosi i convenuti costituiti tardivamente e con richieste inammissibili e infondate nel merito».
L’udienza del 3 dicembre sarà il primo passo per verificare se la tranquillità che traspare dal documento della società - che non commenta la vicenda - troverà conferma. La storia inizia nel 1999 quando Donnini, titolare di una piccola impresa tecnologica di Greve in Chianti - la Craft - inventa e brevetta un «sistema di sorveglianza e controllo del traffico su strade e autostrade», depositato con il numero 013.10318.
Come funziona? Il sistema legge le targhe posteriori grazie a due postazioni a distanza collegate con un computer che calcola i tempi di percorrenza e rileva le violazioni dei limiti di velocità.

La storia

Donnini mostra il suo sistema ad Autostrade, che si mostra poco interessata. Trova invece l’interesse della Polizia stradale. Così, secondo la sua ricostruzione, manda il brevetto alla Polizia stradale e da quel giorno, per anni, non riceve più risposta. «Poi, nel 2004 - racconta l’imprenditore - Polizia stradale e Autostrade annunciano di aver inventato e brevettato un rivoluzionario sistema di rilevamento della velocità media (Sicve) per il controllo dei veicoli. Cioè la stessa invenzione brevettata da me». Scopre poi che «anche Autostrade ha presentato domanda di brevetto»: secondo Donnini una «pedissequa copiatura» della sua invenzione, «camuffata con la specificazione di una componente secondaria».
La differenza riguarda il fatto che nel sistema Craft, al passaggio del veicolo, le telecamere vengono attivate da raggi luminosi («spire virtuali»), mentre il Tutor di Autostrade usa sensori situati sotto l’asfalto («spire induttive»). Donnini tenta la transazione: chiede un milione e mezzo di euro, gliene offrono centocinquantamila. Non trovando l’accordo, fa causa ad Autostrade per contraffazione del brevetto.
Per evitare la condanna, nel 2006 Autostrade ritira la sua domanda di brevetto. Però difende l’originalità della propria apparecchiatura, affermando che le differenze rispetto al «metodo» Craft sono tutt’altro che secondarie e che il suo sistema è diverso proprio in quegli elementi accessori. Chiede la nullità del brevetto Craft, sostenendo che nel mondo esistono già brevetti analoghi.

Guerra legale

Il Tribunale di Roma riconosce la validità del brevetto toscano, in quanto «ha caratteristiche distintive innovative rispetto alla tecnica nota». Ritiene però che il sistema di Autostrade non rappresenti contraffazione del brevetto Craft per la presenza di sensori diversi (le spire induttive) rispetto a quelle virtuali. In altre parole: per i giudici il brevetto Craft è valido, però Autostrade non ha copiato.
Nel 2008, poi, Craft concede licenza d’uso del suo brevetto alla Alessandro Patanè srl, la società detentrice della proprietà intellettuale del software che gestisce il Tutor di Autostrade. Dopo anni di contrasti legali, Patanè sporge querela per aggiotaggio, turbativa d’asta, truffa e contraffazione. A cui Atlantia - che dal Tutor, gestito dalla Polizia Stradale, afferma di non ricevere ritorno economico - risponde con l’atto di citazione. La guerra del brevetto continua.

 

di Edoardo Segantini
da motori.corriere.it


 

 La guerra del Tutor, speriamo però che al fine non sia sconfitta la sicurezza!! (ASAPS)

 

 

Venerdì, 31 Ottobre 2014
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