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Notizie brevi 13/08/2014

Tassista ucciso, Cassazione conferma le condanne: "Azione disumana"

I fratelli Pietro e Stefania Citterio hanno avuto rispettivamente 14 anni e dieci mesi. I due, insieme a un terzo complice, Morris Ciavarella, picchiarono brutalmente Luca Massari per punirlo di aver investito accidentalmente il loro cagnolino che portavano a spasso senza guinzaglio e che era fuggito sulla strada

Milano, 12 agosto 2014 - Sono state confermate dalla Cassazione le condanne per Pietro e Stefania Citterio (14 anni al primo e dieci mesi alla seconda), i fratelli che insieme a un terzo complice, Morris Ciavarella, picchiarono brutalmente a Milano il dieci ottobre 2010 il taxista Luca Massari - morto per le lesioni dopo un mese di agonia - per punirlo di aver investito accidentalmente il cagnolino che portavano a spasso senza guinzaglio e che era fuggito sulla strada.  Ad avviso della Suprema Corte - sentenza 35417 depositata ieri - l'aggressione di Massari e' stata di "particolare brutalita'", e il movente dal quale ha preso le mosse "stravolge i piu' elementari valori umani (una vita umana per un cane)" e non lascia "alcuno spazio" per le richieste di sconti di pena avanzate dagli imputati.

Dopo aver investito il cagnolino, il tassista si era subito fermato per scusarsi di non essere riuscito ad evitarlo ed era stato subito accerchiato "a grappolo" dai tre giovani. A carico di Pietro Citterio e' stata confermata dalla Cassazione anche la condanna per minaccia grave e lesioni ai danni del fotoreporter dell'agenzia 'Fotogramma' Maurizio Maule, picchiato con un manico di scopa mentre fotografava l'auto incendiata di uno dei testimoni del pestaggio di Massari. Il veicolo era stato dato alle fiamme dallo stesso Citterio che e' stato giudicato responsabile dalla Prima sezione penale della Suprema Corte anche di questo reato. Maule dovra' essere risarcito, cosi' come i familiari del tassista e l'Inail.

Per quanto riguarda la posizione di Stefania Citterio, la Cassazione osserva che l'imputata "ha evitato" la condanna per omicidio volontario solo perche' e' stato troppo generico l'appello del pm contro la blanda condanna per minacce emessa dai giudici di primo grado che non avevano tenuto conto delle testimonianze che la indicavano come partecipante attiva del linciaggio. Gli ermellini rilevano che "i tre (i fratelli Citterio e il Ciavarella) si erano avventati sulla vittima con movente unico e con sovrapposizione concatenata di azione aggressiva, indice di sicuro accordo, sia pure insorto sul momento (e sul grido di Stefania 'ti ammazzo'); l'azione finale del Ciavarella venne portata con mezzi dello stesso tipo di quelli usati dagli altri due (spinte, calci e pugni)". Massari era stato raggiunto "con azione letale" dal Ciavarella - fidanzato della Citterio, condannato con rito abbreviato a 16 anni) - "quando gia' barcollava per i primi, ripetuti colpi inferti dai fratelli Citterio". In quanto responsabile di "concorso anomalo nell'omicidio volontario, aggravato dai futili motivi", anche Stefania Citterio e' stata condannata a risarcire i familiari della vittima. Dalla Cassazione e' stato cosi' convalidato in pieno il verdetto di secondo grado emesso dalla Corte di Assise di Appello di Milano che il 19 marzo del 2013 aveva accolto il ricorso delle parti civili aggravando, anche se ai soli fini risarcitori, la responsabilita' dell'imputata.

 

 

da ilgiorno.it

 


 

Sembra persino una condanna mite. (ASAPS)

 

 

 

 

Mercoledì, 13 Agosto 2014
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