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Omicidio stradale, in arrivo il reato. Primo sì per l’ergastolo della patente

Via libera della Commissione Trasporti della Camera alla legge delega sulla riforma del codice. Tra le novità, la revisione dei limiti di velocità e delle norme sulla guida in particolari condizioni atmosferiche. Solo nel 2013, sono stati 114 le persone morte sulle strade per la guida spericolata dei pirati della strada

E’ il primo passo concreto verso la nascita dell’omicidio stradale. Questa l’apertura fatta dal nuovo Codice della strada che, tra le novità principali, apre le porte alla nascita di questo reato. Oltre alle conseguenze di tipo penale, la violazione delle regole potrà causare il ritiro per sempre della patente. La Commissione Trasporti della Camera ha dato il suo ok alla legge delega per la riforma. L’introduzione del nuovo reato nel Codice penale sarà possibile proprio grazie ad un emendamento approvato in Commissione. “E’ una giornata importante, la aspettavo da tempo”, commenta il vice ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Riccardo Nencini, che parla di “ergastolo della patente”. Si dice “soddisfatto” anche il premier Matteo Renzi.

 

Solo nel 2013, sono stati 114 le persone morte sulle strade per la guida spericolata dei pirati della strada. In realtà, quello di oggi è appunto solo “un passo in avanti“, come spiegato dal sottosegretario, perché le modifiche dovranno poi essere apportate al Codice penale. Dubbi misti a soddisfazione anche per l’Osservatorio il Centauro-Asaps. “Non sappiamo se con l’introduzione del reato di omicidio stradale si abbasserà la mortalità, ma siamo sicuri che si eleverà di molto il livello della giustizia”. Ne è convinto Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, l’associazione sostenitori e amici Polstrada che è stata tra le prime promotrici della proposta per incidenti che coinvolgano conducenti con valori alcolemici elevati o sotto l’effetto di droga. Proposte che in soli due anni hanno raccolto decine di migliaia di firmeGli incidenti stradali mortali, a causa della guida scorretta, spesso condizionata dall’uso di alcol e droghe, sono molto numerosi. Secondo l’Asaps , nel 2013 ci sono stati 973 episodi di pirateria stradale con 114 morti e 1.168 feriti. E anche se più della metà degli autisti (il 55,8%) è stata scoperta, il 44,2% resta ignota. Una situazione che sta peggiorando, visto che nel 2012 la percentuale dei pirati identificati era più alta, attorno al 59,7%. Sul totale delle inchieste, 543 hanno portato all’identificazione del responsabile, arrestato in 146 occasioni (26,9%) e denunciato in 397.

 

Per il vice ministro Nencini “non c’è più tempo da perdere. Ci sono questioni urgenti che non possono essere rimandate e che stanno nei cuori di quelle famiglie che hanno perso un parente a causa di persone che si sono messe alla guida violando le norme del codice della strada”. Il nuovo Codice prevede la delega al governo per adottare una serie ampia di misure che hanno l’obiettivo di garantire maggiore sicurezza sulle strade, dalla revisione dei limiti di velocità alle norme sulla guida in particolari condizioni atmosferiche, dalla maggiore riconoscibilità della segnaletica stradale alla maggiore attenzione per i soggetti vulnerabili, come pedoni, ciclisti e disabili in carrozzella. Una decisione importante, dopo che qualche settimana fa è stata presentata la conferma in appello della condanna a 21 anni e 4 mesi per omicidio volontario all’uomo che, guidando ubriaco, ad agosto 2011 in contromano sull’A26 uccise quattro giovani francesi.

 

Il procuratore generale di Roma Luigi Ciampoli rimette al parlamento le valutazioni sull’introduzione del reato di omicidio stradale, sottolineando, tuttavia, la necessità che un fenomeno doloroso, come quello delle morti provocate dai pirati della strada, “non si riduca a dotte disquisizioni giuridiche e dottrinarie”. Il procuratore si dice favorevole alla nuova previsione di reato “purché adeguatamente formulato. “Va posto l’accento sul gravissimo problema di quegli omicidi, in primis quelli stradali, che giuridicamente sono definiti colposi”, continua Ciampoli, ma che una volta analizzato il comportamento di chi li commette, dovrebbero essere definiti intenzionali, come nel caso in cui una persona si metta alla guida “dopo aver fatto uso di droghe o di alcol”.

 

 

da ilfattoquotidiano.it

 

 

 

Venerdì, 18 Luglio 2014
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