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Notizie brevi 26/03/2014

Como, multe sparite o cancellate: arrestati capo e vice della Polstrada e tre agenti

Ventisei gli indagati nell'inchiesta che ha scosso la questura della città lombarda. Le accuse sono di falso, abuso d'ufficio e peculato. Altre quattro persone, compreso un funzionario, sono state sospese

Accuse pesantissime: falso, abuso d'ufficio e peculato. Multe sparite, dati cancellati dai server, uso delle auto di servizio per scopi personali, un verbale falsificato per salvare il figlio di un collega. Un quadro che ha portato all'arresto e all'azzeramento dei vertici della polizia stradale di Como. Patrizio Compostella e Gianpiero Pisani, rispettivamente comandante e vicecomandante del settore sono stati fermati assieme ad altri tre poliziotti. Il blitz è scattato all'alba. L'operazione è nata nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Procura di Como in collaborazione con la guardia di finanza, la polizia giudiziaria della polstrada e il comparto regionale della stessa stradale.

Al centro delle indagini, partite un anno fa, un giro di multe, circa 1.500, misteriosamente sparite e mai notificate. Ventisei gli indagati. Quattro sono stati sospesi dal servizio: fra questi c'è un funzionario della questura e il capo ufficio verbali della polizia locale di Como. Per tutta la giornata sono stati effettuati accertamenti e perquisizioni sia nelle abitazioni degli agenti sia negli uffici frequentati dagli indagati. L'ordinanza di custodia cautelare ha portato in carcere il vicecomandante, mentre gli altri quattro fermati, comandante compreso, sono ai domiciliari.

Secondo le accuse, gli agenti avrebbero evitato di notificare centinaia di sanzioni rilevate dal tutor lungo l'autostrada Milano-Bergamo fra il 2009 e il 2013, modificando i dati contenuti nei database del sistema. Il metodo utilizzato era tanto semplice quanto efficace. Dopo essere entrati nei server, alteravano le specifiche della singola multa: inventavano ricorsi mai effettuati dagli automobilisti per ottenere l'annullamento automatico. Nessun guadagno diretto per i poliziotti, nessun favoritismo a qualche amico, alla base di tutto solo pigrizia: la prassi era stato studiata per evitare la fatica di accertamenti e notifiche. Insomma, per lavorare meno. Su questo fronte il danno erariale da mancati introiti per lo Stato è in corso di valutazione, ma viene già stimato in centinaia di migliaia di euro.

I poliziotti avrebbero approfittato poi del proprio ruolo per farsi cancellare multe (eccesso di velocità, divieto di sosta e semafori superati con il rosso) ricevute fuori dall'orario di lavoro. Anche in questo caso bastava una semplice dichiarazione ai colleghi perché la sanzione fosse stracciata: gli agenti ammettevano di aver commesso la violazione ma solo perché, spiegavano, impegnati in servizi operativi per conto della polstrada. Fra i vari episodi contestati, uno in particolare ha colpito gli inquirenti. Riguarda il figlio di un dirigente della questura di Como responsabile diretto di un incidente stradale e graziato dagli agenti infedeli: con una rapida modifica a un verbale lo avrebbero ripulito da ogni colpa mettendo nei guai l'altro automobilista coinvolto. Un favore a un collega, insomma.

Fra gli abusi è stato segnalato anche l'uso a scopo privato delle auto di servizio: venivano utilizzate per portare i figli a scuola. "La situazione è seria - ha commentato il sindaco di Como, Mario Lucini - Un'indagine che riguarda forze dello Stato mi preoccupa molto. Per le notizie che ho ricevuto dal comando pare che il coinvolgimento della polizia locale sia marginale, anche se il quadro generale resta grave". Le sezioni locali

 

 

dei sindacati di polizia Siulp e Sap hanno diffuso una nota in cui esprimono solidarietà ai colleghi indagati: "Pur non conoscendo le motivazioni che hanno portato ai provvedimenti. siamo sicuri che i poliziotti coinvolti potranno dimostrare la loro estraneità ai fatti".

 

di Davide Cantoni
da milano.repubblica.it


 

La cruda cronaca che non avremmo mai voluto leggere. Stupisce questo passaggio dell'articolo: "Nessun guadagno diretto per i poliziotti, nessun favoritismo a qualche amico, alla base di tutto solo pigrizia: la prassi era stato studiata per evitare la fatica di accertamenti e notifiche. Insomma, per lavorare meno."
Per questo tutto ci sembra ancora più assurdo. (ASAPS)

 

 

 

 

 

Mercoledì, 26 Marzo 2014
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Tag: Asaps.it.
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