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Articoli 26/02/2014

Ecco perché il discorso di Matteo Renzi ci piace
Mai, nelle aule parlamentari, un premier aveva incentrato il suo programma sulla violenza stradale
Ora la strada verso l’omicidio al volante sembra spianata

di Lorenzo Borselli (*)

(ASAPS) Forlì, 26 febbraio 2014 – Il discorso di insediamento di Matteo Renzi, il primo ministro più giovane della storia repubblicana, è una rarità e diciamo questo non certo per i contenuti programmatici che il premier in pectore ha esposto – per i quali non esprimiamo giudizi politici che non ci competono – ma per la chiamata in causa che ha fatto sul tema che ci sta più a cuore: la sicurezza stradale.
Quando il presidente del consiglio ha ricordato la figura di Lorenzo Guarnieri, il 17enne figlio di Stefania  e Stefano ucciso nella notte del primo giugno 2010 da un conducente ubriaco e drogato della sua Firenze, ha scelto la strada più semplice: è partito dall’sms che il comandante della Polizia Municipale spedisce al suo datore di lavoro, il primo cittadino, ogni volta che qualcuno perde la vita sulla strada.

 

Ha parlato del coinvolgimento emotivo che un’uccisione stradale comporta per tutta la società, specialmente quando la dinamica che l’ha provocata è così assurdamente criminale e al tempo stesso così ipocritamente archiviata come una fatalità, con pene così clementi per l’uccisore che se non rappresentassero il sigillo di una tragedia così devastante, farebbero ridere chiunque.
Dunque, l’inizio ci piace.

 

Ci piace anche perché è stata la prima volta in assoluto che la violenza stradale è entrata in Senato per bocca del primo ministro nel suo discorso d’insediamento, al termine del quale il Paese decide – per mano dei suoi rappresentanti politici – se attribuirgli la fiducia o no. Per ritrovare, nella storia europea, un esempio di questo tipo, bisogna tornare al lontano 2001, quando l’allora presidente della repubblica francese, Jacques Chirac, disse in un discorso pubblico che “perdere così tante vite sulla strada è indegno di un paese civile”: da quel giorno la Francia mise in moto un processo di coinvolgimento di coscienze e di strategie che portarono i cugini a tagliare per primi il traguardo del 2010, con il dimezzamento della sinistrosità letale.

 

Metà dei morti vuol dire metà dei lutti, metà dei feriti, metà dei soldi spesi, metà di risorse buttate, posti letto ospedalieri liberi per altre patologie e emergenze.
Vorrebbe (dovrebbe) dire anche metà delle tariffe assicurative e metà di quella fetta di PIL che in Italia perdiamo nei vortici della violenza stradale: più o meno, il 2%.
Ci piace perché per una volta non ci sentiamo traditi e l’ex sindaco di Firenze, che da sindaco sa bene che per quanto il mimetismo della burocrazia possa garantirgli riparo, c’è sempre un momento in cui, camminando nella sua città, prima o poi dovrà incrociare lo sguardo di un babbo, una mamma o di una sorella ai quali ha promesso qualcosa.
In tutti questi anni di impegno per far cambiare la coscienza del Paese, per far capire che non è nascondendosi dietro il tecnicismo di un dettato giuridico che si può fare spallucce rimandando il problema a un ipotetico futuro sempre più lontano, siamo stati sempre ignorati e, in qualche caso, anche traditi.

 

La locuzione “omicidio stradale” non è un’esigenza forcaiola di un sempre più sparuto gruppo di poliziotti in pensione e in servizio che compongono l’ASAPS: è il bisogno di un paese di crescere, di sentirsi capito da chi siede dietro lo scranno del parlamento, perché è incivile che una persona possa togliere la vita sulla strada facendola franca: l’omicidio di una persona, un omicidio stradale, sarà sempre un delitto perfetto se non cambiano leggi e mentalità, tanto per rubare la frase proprio alla mamma di Lorenzo, Stefania.
Noi, oggi, ritroviamo vigore nel nostro impegno e sappiamo che per una volta la politica ci è vicina. Ora abbiamo qualche speranza in più che seguano i fatti. (ASAPS)

 

(*) lorenzo.borselli@asaps.it
 


 

Ma vigileremo perché alle dichiarazioni seguano i fatti! (ASAPS)

 

 

 

 

 

Mercoledì, 26 Febbraio 2014
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