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Articoli 19/02/2014

La perdita del cuore

di Davide Stroscio*

Non bisogna mai dire per gioco che si è scoraggiati, perché può accadere che ci pigliamo in parola.
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere, 1935/50 (postumo, 1952.)


Scoramento, scoraggiamento, sconforto: queste sono alcune delle parole che possono descrivere lo stato d’animo di chi, teso con decisione verso uno scopo, vede tutti i suoi sforzi vanificati. Sono parole pesanti che, con la loro “s” privativa parlano di perdite importanti, quali quelle del coraggio, della forza e, addirittura, del cuore. Queste parole si addicono bene anche alla situazione che spesso si trova a vivere chi opera nelle forze dell’ordine e vede che, nonostante il suo impegno e la sua dedizione, nulla sembra poter mai cambiare. La situazione, schematicamente, è la seguente: si spendono fatica e risorse per riuscire a scoprire e catturare gli autori di reati, a volte anche molto gravi e poi, per tutta una serie di motivi, il delinquente di turno finisce per non essere punito, o per esserlo in misura ben minore di quanto il buon senso porti a pensare. Si tratta di un evento talmente comune da essere diventato paradigmatico, tanto che ormai è comune, con riferimento al malvivente appena arrestato, che qualcuno affermi con amara sicurezza: “tanto domani esce!”.

 

>LEGGI L'ARTICOLO

 

da il Centauro n. 172

 

Mercoledì, 19 Febbraio 2014
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