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Posta 10/01/2014

Lettera di un padre
RIDUZIONE IN APPELLO DELLA PENA INFLITTA  IN 1° GRADO AI COLPEVOLI DELLA MORTE DI 2 RAGAZZI AL CASELLO DI SANTENA (TO) IL 9-10-2011

Lorenzo Ghedi il giorno della sua laurea in ingegneria

 

 

Spett.le ASAPS -  Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale

Non ritrovando sul Vs. sito la notizia in oggetto, mentre era stata da Voi riportata il 13-11-12 la sentenza di primo grado, Vi informo che La Stampa di oggi, 9 gennaio 2014  riferisce nella Cronaca Cittadina che la Corte d'Appello di Torino ha notevolmente ridotto la pena a chi guidava il TIR rubato e senza freni che il 9 ottobre 2011 ha, con gravi e accertate colpe, ivi compresa la fuga con omissione di soccorso dopo il fatto, tolto la vita a mio figlio Lorenzo ed al suo amico Fabio, schiacciandone l'auto su cui si trovavano, ferma al casello di Santena, contro l'antistante pullman del Torino Calcio, anch'esso fermatosi perchè la sbarra non si era alzata.

 

Mio figlio Lorenzo era un ragazzo di 24 anni - 25 dopo pochi giorni -  laureatosi da 6 mesi in Ingegneria Gestionale, serio, studioso e sportivo, di grandissima vitalità, che da un mese appena stava affacciandosi su concrete attività lavorative che l'avrebbero finalmente gratificato per gli sforzi dedicati agli impegnativi studi ultimati.
E' stato ucciso, insieme al suo amico, da criminali consapevoli di essere, a scopo di furto,  alla guida spericolata di un mezzo non frenabile, in quanto neppur avevano inserito il freno del rimorchio.
La perizia tecnica ha infatti poi accertato, insieme all'impossibilità comunque di frenare, che la velocità all'urto è stata di 50 Km/h, e non è poco in quanto in grado di far percorrere, da fermi, ben 70 METRI alla massa (notevole) costituita dal pesante pullman ormai corpo unico con l'auto schiacciatagli contro e incastrataglisi dietro.

Come da notizia citata, la Corte d'Appello di Torino ha ritenuto - e mi piacerebbe sapere in base a quali motivazioni ulteriori o diverse da quelle considerate nel primo grado di giudizio -  di ridurre la pena inflitta in primo grado al conducente del 36%, cioè di oltre un terzo, abbassandola da 11 anni e 6 mesi a 7 anni e 4 mesi... pena questa a mio avviso  decisamente modesta data la gravità del crimine e considerate tutte le aggravanti, e visto anche che in primo grado il P.M. dott. Destito, che aveva personalmente condotto l'inchiesta, aveva richiesto una pena di oltre 16 anni...
E TUTTO CIO' PROPRIO IN QUESTI GIORNI IN CUI SI STA RICOMINCIANDO A PARLARE DI PREVEDERE PENE BEN MAGGIORI ISTITUENDO IL REATO DI OMICIDIO STRADALE... Almeno chi di dovere non ci prenda in giro!

 

Questo assassino sarà quindi invece presto in libertà, usufruendo di indulti e agevolazioni varie!

 

Certamente il sapere che i colpevoli scontano una pena adeguata innanzi tutto non mi restituisce mio figlio, non mi dà alcuna gioia né conforto; e sia chiaro che non nutro un odio particolare verso questi criminali, anche se non posso dire di essere per ora pervenuto al perdono che cristianamente gli dovrei (un po' troppo semplicemente ho evitato sinora di pormi il problema), ma credo fermamente che il perdono sia una cosa, lo scontare una pena adeguata inflitta dalla Giustizia umana un'altra cosa, comunque dovuta, su questa Terra. E magari che lo scontare questa pena  riuscisse a farli riflettere e portare sulla retta via...ma questo forse è illusione!

 

A valutare il resto penserà Dio, che oltre tutto legge nelle coscienze di ciascuno di noi.

Distinti saluti.

 

Maurizio Ghedi

 


 

La testimonianza di un padre a cui un pirata della strada, su un camion rubato, ha ucciso il figlio di 24 anni appena laureato in ingegneria.
La dedichiamo a tutti quelli che remano contro l'Omicidio stradale e ritengano che la giustizia per i delitti della strada funzioni già bene così. (ASAPS)

 

 

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Venerdì, 10 Gennaio 2014
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