Scatta l’allarme “FOMO”
Telefono e guida: quando il pericolo è comunicare ma il bisogno di farlo è patologia con la paura di essere tagliati fuori
In Francia nuova campagna contro la micidiale distrazione: un terzo dei conducenti scrive e legge mentre guida e se oggi non avessimo questa emergenza, avremmo quasi azzerato vittime e sinistri. In Italia solo l’ASAPS ha lanciato una campagna, con i suoi pochi mezzi
(ASAPS) PARIGI, 22 ottobre 2013 – Il dipartimento interministeriale francese della Sicurezza Stradale ha lanciato nei giorni scorsi una nuova campagna, di notevole impatto mediatico, dedicata all’uso del telefono cellulare alla guida: lo ha fatto attraverso uno spot, mandato in onda sulle principali emittenti del paese e messo on-line su Youtube (clicca qui), nel quale si vede un genitore al volante, alle prese con un bambino seduto sul suo seggiolino posteriore che reclama continuamente la sua attenzione. Il papà spiega che non può distrarsi e che potrà guardare il disegno che il figlio sta facendo una volta arrivati a destinazione. Quando il suo palmare suona, però, il papà non ci pensa nemmeno un attimo: prende l’apparecchio dal sedile del passeggero e si mette a spulciarlo, mentre dal parabrezza un’auto ferma all’incrocio “si avvicina” ad alta velocità. Bastano pochi attimi e il botto rompe il silenzio della lettura e della mancata concentrazione del genitore. La novità di questo spot è che, per una volta, la potenza della fotografia e della trama bastano da sole, senza sangue o immagini splatter (che pure riteniamo servano, ogni tanto, a svegliare dai torpori le nostre coscienze), a rendere pienamente l’idea: i danni del tamponamento e lo slow-motion dell’incidente fanno sembrare il babbo terrorizzato che si accorge dell’imminente collisione e il bambino, due dummies da crash-test.
Il Dipartimento della Sécurité Routière ha realizzato quest’ultima campagna (leggi qui) dopo aver scoperto che in Francia un terzo dei conducenti legge o scrive messaggi di testo o di chat durante la guida, raggiungendo punte allarmanti nelle fasce d’età under 35: tra essi si arriva al 61%.
Dopo circa un decennio dall’ultima indagine di questo tipo, ci si è accorti che l’uso del telefono e degli apparati di comunicazione mobile (ormai appare superato limitarsi a considerare il solo cellulare) durante la guida è aumentato in maniera esplosiva, come sottolineano anche gli esperti della Prevention Routière, la più grande associazione non governativa (e no-profit) francese che si occupa di sicurezza sulla strada,
Secondo un loro rapporto datato giugno 2011, l’impennata riguarda proprio i giovani conducenti: “in effetti – dicono all’ufficio stampa della Prevention Routière – il 76% dei giovani compresi tra i 18 e i 24 anni dichiara apertamente di utilizzare il telefono alla guida, senza però dimostrare di conoscere pienamente il pericolo di questo atteggiamento. Nel 1999 la stessa ricerca aveva evidenziato che solo il 30% di quella fascia d’età aveva questo comportamento, salito poi a uso comune del 44% degli intervistati nel 2004”.
“Mai nella storia dell’insicurezza stradale – concludono gli esperti – un comportamento letale si era propagato così rapidamente nel contesto traffico”.
Una specie di virus si è dunque diffuso tra i patentati? La risposta è affermativa: si chiama FOMO, acronimo inglese di Fear of Missing Out, letteralmente paura di essere tagliati fuori. Pensateci bene: sapete resistere al trillo di un messaggio che arriva, alla vibrazione corta di un telefonino nella giacca, magari mentre siete seduti in un colloquio di lavoro davanti ad altre persone che richiedono la vostra attenzione, alla guida di un’auto (magari di una volante, di un’ambulanza o di un mezzo antincendio) o in parlamento?
La risposta è scontata: nella stragrande maggioranza dei casi, è “no”. Non possiamo.
Questa è FOMO, l’effetto collaterale dell’essere sempre connessi h24, in quasi tutti i luoghi della terra.
In Francia, circa 24 milioni di persone hanno uno smartphone, dispositivo che da solo riunisce in una sola azione comportamentale ben quattro forme di distrazione per un conducente: quella auditiva (l’attenzione è attratta perché bisogna sentire), quella visiva (l’attenzione è attratta perché bisogna vedere), quella psichica (l’attenzione è attratta perché poniamo in atto un comportamento del fare) e quella cognitiva (l’attenzione è attratta dal pensare).
Scrivere un messaggio guidando, tenendo conto di queste distrazioni, moltiplica per 23 il rischio di incidente stradale: pensate che un conducente è distratto mediamente per ogni singolo messaggio, per ben 5 secondi.
Ecco perché possiamo tranquillamente affermare che se non avessimo il telefono sempre in tasca, sempre acceso e sempre connesso, la sinistrosità stradale in Europa, o più generalmente nel mondo occidentale, sarebbe praticamente ridotta ai minimi termini fisiologici. Resterebbero da contrastare le ebbrezze e la velocità, ma su questi fronti – in modo particolare sulla velocità – si sono già raggiunti risultati notevoli, anche nel nostro paese, soprattutto con il tutor.
L’ASAPS ha lanciato la sua campagna (clicca qui) in contemporanea a molte istituzioni ed enti in tutto il mondo (clicca qui per una rassegna di altri spot raccolti dal dipartimento della Sécurité Routière), perché aveva capito da tempo che un messaggio accorcia la vita, altroché.
Ma in Italia l’ASAPS è per ora la prima e unica voce a lanciare una campagna per contrastare il FOMO e lo ha fatto solo con i suoi pochi mezzi. (ASAPS)