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Gran Bretagna: celle e medici privati per contenere e curare gli ubriachi
La proposta, choc in Italia (normale in Inghilterra), arriva dal capo della Polizia del Northamptonshire ed ha riscosso il consenso di tutti i colleghi del Regno Unito
Al via una campagna contro l’abuso di alcol senza precedenti: il 50% dei crimini è legato alle sostanze alcoliche

Di Lorenzo Borselli
Adrian Lee, capo del Servizio di Polizia del Northamptonshire

(ASAPS) NORTHAMPTON (REGNO UNITO), 23 settembre 2013 – Mancano le celle per gli ubriachi? “Prendiamole in affitto dai privati”, ed ecco che la proposta di Adrian Lee, capo della polizia del Northamptonshire, contea delle Midlands Orientali britanniche, diventa subito qualcosa di più di una semplice provocazione. L’idea è semplice: il servizio di polizia (attenzione al linguaggio: “servizio” di polizia) non può essere in alcun modo responsabile per il crescente numero di festaioli che dopo essersi riempiti bocca, naso e stomaco di bevande alcoliche hanno poi bisogno di cure mediche, peraltro molto difficili da prestare a soggetti sbronzi. Dunque, perché non rinchiudere gli ubriachi in celle gestite da privati ai quali sarebbe poi affidato anche il compito di curarli, ovviamente imponendo il pagamento delle prestazioni sanitarie, stimate in 400 sterline – l’equivalente di 477 euro – direttamente ai “pazienti”?
La notizia, pubblicata dal prestigioso quotidiano inglese “The Independent” (clicca qui) e ripresa in Italia da La Stampa (clicca qui), ha fatto subito il giro dell’Isola, riscuotendo subito un inaspettato successo mediatico e di pubblico: è infatti inopinabile il fatto che far pagare subito il “disturbo” al ciucchettone potrebbe essere un valido deterrente all’intossicazione acuta da etanolo, più nota purtroppo alle divise come “ubriachezza molesta” – quando va bene – e prevista anche dal codice penale italiano dall’articolo 688, depenalizzata nel 1999 e sanzionata oggi da una violazione amministrativa.

 

Si tratterebbe di fare un po’ come in alta montagna, quando gli improvvisati alpinisti poi recuperati dal soccorso alpino devono pagare il conto, spesso salato, di elicotteri e specialisti calati dall’alto in loro aiuto.
Secondo un calcolo effettuato da mister Lee, una notte in guardina a smaltire gli effetti dell’alcol costa in media 385 sterline, “more than a night at the Ritz hotel would cost”, quanto una notte al Ritz, mentre i poliziotti possono contestare una sanzione amministrativa di sole 80 sterline: rispettivamente 460 e 95 euro.
Ovviamente, la notte in guardina è prevista dall’ordinamento britannico.
Le dichiarazioni del capo della polizia del Northampton giungono proprio mentre è in discussione, nel paese, la revisione dei contratti di una serie di forniture pubbliche, alcune delle quali anche in materia carceraria, che nel Regno Unito è in parte gestita da privati e non sono un fatto inedito.
Inoltre, la gestione di una persona in condizioni psicofisiche alterate non può essere demandata alla forza di polizia, visto che un soggetto ebbro dovrebbe essere certamente   contenuto in camera di sicurezza, ma proprio per le conseguenze cliniche sull’organismo la sua detenzione dovrebbe avvenire in presenza di personale medico. La conseguenza è che celle e pronto soccorsi sono puntualmente intasati, ogni venerdì e sabato notte da ubriachi, agenti e medici.

 

Secondo il The Independent, infatti, anche da altri servizi di polizia, citati nella rivista Police Professional, il ricorso a celle per ubriachi sarebbe una vera e propria soluzione non solo in chiave logistica ma anche in chiave preventiva e repressiva, visto che gli agenti chiamati poi a vigilare i fermati in cella potrebbero essere reintegrati al controllo del territorio mentre i medici del servizio pubblico potrebbero dedicarsi a cose ben più urgenti. E serie, aggiungiamo noi.
Sir Hugh Orde , presidente della Association of Chief Police Officers ( ACPO ) ha spiegato in una conferenza stampa che gli individui intossicati sono "ad altissimo rischio" e devono essere controllati ogni 15 o 30 minuti. Si tratta di un costo enorme e quando una di queste persone muore tragicamente, il servizio di polizia viene giustamente criticato”.
Da Horde è partita anche una raffica di critiche per la mancata adozione di sanzioni nei confronti di chi somministra alcol senza controllo e nei confronti del governo, che in Inghilterra e Galles non ha imposto un prezzo minimo per unità di alcol”.
Così la polizia ha lanciato una vera e propria campagna per far capire alla gente quante e quali difficoltà abbia un operatore nel gestire situazioni legate all’ebbrezza e nei sinistri stradali alcol-correlati. In campo uffici mobili, dotati di camere di sicurezza, squadre di triage medico scortate da agenti, in questo caso anche armati, e volontari.

 

La vera novità è che saranno operativi agenti sotto copertura, che frequenteranno i locali per verificare che tutti, anche i gestori, rispettino le regole.
Sul fronte della comunicazione, saranno diffusi i dati sul profilo dei controllati, la correlazione all’uso di droghe e il rapporto tra sostanze e sinistrosità.
Si terranno lezioni nelle scuole e si faranno corsi ai barman per riconoscere, gestire e controllare l’aggressività dei bevitori: il dato di partenza è che il 50% dei crimini violenti è alcol-correlato e perfino atti di pedofilia si sono dimostrati legati all’abuso di alcol in percentuali variabili in GB tra il 25 e il 33%.
La campagna è stata “accolta con favore” dal ministro Jeremy Browne.
In Italia, un’iniziativa del genere sarebbe stata accolta con favore?
Forse, tra una ventina d’anni. Ad essere ottimisti. (ASAPS)
 

Lunedì, 23 Settembre 2013
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