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Notizie brevi 09/12/2005

Bologna - MOTORSHOW, ALCUNI DATI SULLA SINISTROSITÀ. 5.625 MORTI NEL 2004 Migliorano le statistiche. Ma non si deve esagerare con l’ottimismo. “Giovani e sicurezza stradale” – Convegno al Motor Show

MOTORSHOW, ALCUNI DATI SULLA SINISTROSITÀ. 5.625 MORTI NEL 2004
Migliorano le statistiche. Ma non si deve esagerare con l’ottimismo.
“Giovani e sicurezza stradale” – Convegno al Motor Show

(ASAPS) BOLOGNA – Aspetteremo il rapporto ufficiale, ma i dati ISTAT anticipati dal centro studi Promotor nel corso del convegno “Giovani e Sicurezza Stradale” fanno davvero ben sperare. Secondo il rapporto elaborato da Promotor, infatti, gli incidenti stradali registrati in Italia nel corso del 2004 sono stati 224.553, ed hanno provocato 5.625 morti e 316.630 feriti. Restano cifre allucinanti, incompatibili con la mobilità avanzata che un paese civile dovrebbe avere. Il bollettino, ridotto a brogliaccio giornaliero, significa una media di oltre 15 morti e più di 867 feriti nell’arco delle 24 ore. Non esiste conflitto, dal 1945 per l’occidente, e nessun genocidio africano, in grado di produrre questi numeri. È un bilancio che comunque si mostra in miglioramento, ma non ce la sentiamo di gioire. Il trend della mortalità ha infatti fatto registrare un calo, nella sua progressione: nel corso del 2004, abbiamo detto, hanno perso la vita sulla strada 5.625 persone; nel 2003, le vittime erano state 6.065 (440 persone in meno, che significano il -7,3% in termini percentuali). Tra il 2003 ed il 2002, invece, le cose erano andate meglio: infatti, nel 2002 le vittime erano state 6.739, 674 in più rispetto alle 6.065 del 2003. in quel caso, la percentuale era di un netto -10%. Cosa significa questo? Significa che abbiamo comunque percorso la strada giusta, o che qualcosa nelle nostre batterie si è guastato? Significa che dobbiamo comunque stare tranquilli, perché ce la faremo a rispettare i programmi imposti dalla UE (-50% di vittime entro il 2010), o piuttosto affermare che questo 2,7% di vittime in più rispetto alla diminuzione registrata nel 2003 è comunque la si veda un’inversione di tendenza? Insomma, 234 persone, non ce l’hanno fatta. E poi, lo ricordiamo, non siamo in grado di conteggiare coloro (e secondo noi non sono pochi) che muoiono dopo il trentesimo giorno dall’incidente, visto che ISTAT non tiene in considerazione che spira dopo un mese. Insomma, lo considera un ferito. Un’altra pecca dei rapporti statistici, secondo noi, è l’incapacità di distinguere tra lesioni e lesioni gravi, o tra causa di incidente e causa di lesione o morte. In Francia e in Spagna, ma anche in Inghilterra ed in Germania, certe differenze vengono prese in considerazione e un lieve colpo di frusta non ha lo stesso valore statistico di una tetraplegia. Nei convegni c’è dunque chi mostra soddisfazione, e come potrebbe non esserlo nel tempio italiano dei motori? Peccato, che ad ascoltare gli eminenti relatori, non ci fossero giovani, guarda caso quelli che pagano il prezzo più alto sulle strade. Erano invece ipnotizzati dai missili con le ruote. Inutile continuare, avete tutti già capito. Gli esperti dell’ISTAT hanno parlato di netto calo, collegando il decremento alla patente a punti, ma un occhio esperto e vigile come il nostro non gioisce ancora: l’effetto deterrente è ormai finito e la confusione normativa regna sovrana. Nel 2004, la fascia d’età più colpita è stata quella tra i 25 ed i 29 anni (614 vittime e 43.354 feriti), seguita da quella compresa tra i 30 ed i 34 anni, con 562 morti e 39.731 feriti. Al terzo posto ISTAT colloca i giovani tra i 21 ed i 24 anni, che hanno perso 552 elementi tra le proprie fila, mentre 34.528 sono finti in ospedale: basta farsi un giro nelle unità spinali, dove ci si muove in carrozzella (quando va bene) e non su moto o auto da 300 all’ora, per farsi un’idea del fenomeno. E per finire, la ciliegina sulla torta: nel 2004 52 vittime e 6.018 feriti avevano meno di 9 anni e questo è un dato nefasto: nemmeno le mine antiuomo hanno fatto tanti feriti nei paesi dell’ex Jugoslavia. L’ottimismo va bene. Senza esagerare però.(ASAPS)


“Giovani e sicurezza stradale” – Convegno al Motor Show


(ASAPS) - Si è svolto all’interno del Motor Show, nella giornata di mercoledì 7 dicembre, un convegno dal tema “Giovani e sicurezza stradale”, organizzato dall’Osservatorio per l’educazione stradale e la sicurezza della Regione Emilia Romagna ed il Centro Studi Promotor che fa capo all’ente che organizza l’importante manifestazione.
A parlare di sicurezza stradale una serie di esperti e personalità del settore, fra i quali Raffaella Amato dell’Istat, Emanuela Bergamini Vezzali dell’Osservatorio regionale, Sandro Vedovi della Fondazione Ania (e a tutti noto per la sua attività all’interno di Sicurstrada), i presidenti nazionali di Unasca e Confedertai (le due associazioni di categoria delle autoscuole e studi di consulenza automobilistica) ed altri ancora che sono stati moderati negli interventi da Gian Primo Quagliano, direttore del Centro Studi Promotor.
Per la Polizia Stradale era presente Vincenzo Diaferia, comandante della sezione della Polstrada di Bologna, mentre in platea anche il presidente nazionale dell’Asaps, Giordano Biserni.
L’iniziativa, legata all’obbligatorietà del cosiddetto patentino prevista per tutti gli utenti di ciclomotore, ha toccato anche altri temi importanti fra i quali l’educazione stradale nelle scuole di ogni ordine e grado, la migliore formazione del giovane utente in attesa di conseguire la patente di guida per l’auto, il fenomeno infortunistico nazionale ed i possibili rimedi per ridurre l’incidentalità stradale.
Nutrita anche la platea che ha visto presenti numerosi comandanti di polizia municipale, insegnanti provenienti da tutta la Regione ed operatori del settore delle autoscuole e della formazione degli utenti stradali. (Asaps)
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Venerdì, 09 Dicembre 2005
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