(ASAPS)
GUBBIO (PERUGIA) – Alcuni mesi fa raccontammo la storia
di un vigile urbano di Roma, che intervenne per i rilievi
di un incidente e trovò il figlio senza vita, sull’asfalto.
Alcuni giorni fa un uomo ha tamponato un’ape su una strada
statale, uccidendone il conducente, che era poi suo fratello.
Anche quest’ultima storia, che arriva da Gubbio,
ha del grottesco. Qui è toccato ad un padre ed al fratello
di 15 anni
trovare in un campo il cadavere di Alessandro Bellocci. 27
anni, operaio, il giovane stava tornando da una discoteca
e percorreva la statale Flaminia. Nei pressi dell’abitato
di Purello, dove abitava, ha perso il controllo della sua
Peugeot, uscita di strada ribaltandosi poi in un campo sottostante.
In quella carambola il ragazzo è stato proiettato fuori
dall’abitacolo, finendo contro il tronco di un albero.
Lì è rimasto a lungo, senza vita, prima di essere
trovato proprio dal genitore e dal fratellino, usciti a cercarlo
perché non lo avevano visto rincasare. Non era da lui
ritardare senza avvertire ed hanno subito pensato al peggio:
ha percorso a piedi un centinaio di metri da casa, ed ha visto
l’auto ribaltata nel campo. Era buio fitto, ma non vedendolo
nell’abitacolo ha pensato che fosse uscito per cercare
soccorsi, ma ogni telefonata agli ospedali vicini ha dato
esito negativo. Nel frattempo, sul posto sono arrivati i Carabinieri,
che hanno cominciato i rilievi. Poi, con una torcia elettrica,
ha cominciato a cercare, aiutato dai soccorritori, fino a
quando non lo ha trovato. Era ormai senza vita, a molti metri
dal relitto dell’auto, con le mani immerse nell’acqua
di un ruscello. Possiamo solo immaginare lo strazio: il presentimento,
poi la conferma che qualcosa era successo e l’angoscia
dell’attesa, fino alla terribile scoperta. Erano passate
almeno tre ore dall’incidente. Secondo i sanitari, il
ragazzo sarebbe morto sul colpo. (ASAPS)