Cagli (PU)
All’insaputa del capo Agenzia la subagente emetteva false polizze per intascare i soldi dei premi: truffati centocinquanta clienti ignari del raggiro
(ASAPS) Piove ancora sulle Assicurazioni che, per un verso o l’altro, si trovano spesso nell’occhio del ciclone di vere e proprie truffe ai danni loro e dei propri clienti.
Questa volta l’episodio risale a pochi giorni orsono nel territorio marchigiano di Cagli, in provincia di Pesaro Urbino, dove un subagente della compagnia assicurativa Sai Fondiaria ha pensato bene di intascarsi i soldi dei premi assicurativi dando in cambio bellissime fotocopie a colori di false polizze.
Centocinquanta persone truffate per una somma di cinquantamila euro, queste le cifre della truffa studiata e messa in atto da F.G., impiegata della filiale assicurativa che, non fosse stato per la mancata copertura finale delle persone contattate, aveva un portafoglio clienti che poteva far gola a qualsiasi agente.
La donna aveva conquistato la fiducia degli abitanti del paese di Cagli, Fossombrone e Urbania in quindici anni di lavoro, durante i quali aveva operato nella filiale assicurativa.
Poi la truffa che ha visto coinvolte le più disparate persone: suore, un maresciallo in pensione, impiegati del comune e, per finire, anche i parenti, a cui aveva consegnato false polizze in cambio di contante “buono”.
Però con l’andare del tempo il titolare della Filiale si è accorto che, numeri alla mano, nella sua agenzia qualcosa non andava. Il numero delle polizze e l’importo dei premi erano crollati verticalmente nell’ultimo periodo e non riusciva a darsene spiegazione. Interrogata la sua collaboratrice, la stessa adombrava scenari di crisi economica, per giunta davvero esistente, che avevano costretto parecchie persone a lasciare le macchine nei garage per non pagare il premio assicurativo.
L’agente, grazie alla propria esperienza maturata sul campo, non ha creduto fino in fondo a quanto esposto e ha voluto indagare più approfonditamente ma, alle domande rivolte direttamente alle persone che secondo i dati non avevano rinnovato la polizza, la risposta era quasi simile per tutti: “la macchina è stata rottamata oppure è nel garage in attesa di momenti economici migliori”.
La subagente aveva falsamente assicurato le persone, consegnato loro fotocopie di polizze, intascato i soldi e, tradendo la loro fiducia, li aveva esortati a dare quelle risposte in caso di un eventuale controllo.
Il titolare della Agenzia ha cominciato così a maturare sospetti sempre più fondati che lo hanno portato ad andare nella sede per verificare di persona quanto successo. Davanti al locale tante persone che chiedevano spiegazioni alla donna intenta a discolparsi e a tranquillizzare tutti.
Intervenuto nel merito l’agente assicurativo ha costretto la donna a confessare l’accaduto ed è cominciata la lenta ricostruzione del “danno” causato con la riemissione di vere polizze assicurative a favore delle persone truffate grazie all’intervento diretto del capo agenzia stesso che si è fatto carico della somma illegalmente sottratta alla Compagnia. La donna è stata ovviamente rimossa dall’incarico in attesa di una denuncia alla Procura della Repubblica.
Come dicevamo si susseguono con frequenza questi episodi di truffe che vedono coinvolto il settore assicurativo. La necessità impellente, diventata quasi un obbligo, di avere un veicolo a motore per gli spostamenti, unita al costo della polizza e la crisi economica che aguzza l’ingegno delle menti truffaldine, porta a numeri imbarazzanti di persone che circolano consapevoli o inconsapevoli del fatto di non essere coperti da alcuna assicurazione. Poi quelli “inconsapevoli” si trovano in una condizione di imbarazzante ed avvilente depressione per essersi fatti raggirare, quelli “consapevoli” scappano dopo gli incidenti andando ad aggiungersi al già folto numeri dei pirati della strada. (ASAPS)