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Notizie brevi 03/12/2012

Alessandria
Furti di bici in aumento, il vigile apre un sito per aiutare i ciclisti

Foto di repertorio dalla rete

Alessandria – La situazione dev’essere piuttosto seria se a segnalarla è un operatore della Polizia Locale. Il furto di biciclette ad Alessandria è un fenomeno dilagante, una vera e propria “piaga”. Tanto che, Mauro Di Gregorio, neo laureato in Scienza dell’Investigazione e della Sicurezza presso l’Università di Narni vi ha pure discusso una tesi dal titolo: “Ricerca sociale sui furti di bicicletta nella città di Alessandria“.

Di Gregorio è in primis un appassionato delle due ruote (a pedali), nonché tesserato Fiab. “Il furto di velocipedi è in crescita esponenziale“, ha assicurato, “trattare l’argomento è di interesse collettivo. L’obiettivo della mia tesi è infatti aprire un ‘portale’ di discussione sull’argomento ed avviare un dibattito aperto sul fenomeno“. E di fatto il vigile Di Gregorio un portale, in Rete, l’ha aperto con  l’aiuto del web designer Matteo Ferrando, www.mappalatuacitta.it, basato sulla comunicazione in tempo reale tra i cittadini di tutta Italia. Un progetto unico nel suo genere il cui obiettivo è una vera e propria ricerca partecipativa dalla quale, nel futuro immediato, si potranno raccogliere dati, catalogare statistiche, “mappare” le aree della città il cui trend del furto è più sviluppato e racimolare informazioni d’ogni sorta sull’argomento.

“Questo tipo di ricerca non vuole spaventare i cittadini, ma costruire un’analisi, un punto d’incontro“
, ci spiega Di Gregorio, 38 anni, alessandrino, nella Polizia Municipale dal 2005. “L’uso della bici non va mai disincentivato, tant’è che il nostro motto è ‘Più bici, meno furti’. Si tratta più che altro di uno strumento attraverso il quale i cittadini possano dire la loro; sta infatti a loro coordinare il malumore rispetto ad un fenomeno, devono rendersi parte attiva e non ‘delegare’ tutto solo alle forze di polizia“.

Bicicletta come argomento di interesse collettivo, dicevamo. Lo è eccome. Basta farsi un giro in centro per capire che, nonostante le avversità, sono ancora molti gli alessandrini che estate e inverno scelgono di circolare in bicicletta… con i pro e i contro del caso: ci si sposta all’aria aperta ma nello stesso tempo si inghiotte il gas di scarico delle auto, non ci si deve arrovellare per trovare parcheggio ma troppo spesso si rischia davvero troppo immettendosi nel traffico.

Tornando poi ai furti, anche qui è tutto visibile ad occhio nudo: bici legate ai pali con catene buone per immobilizzare un elefante (segno che il fenomeno è perlomeno temuto), carcasse di telai rubati abbandonati, denunce quotidiane al Comando dei Vigili. Una città, Alessandria, che vede questo fenomeno in forte espansione, con picchi di furti durante i giorni lavorativi e zone e ambienti particolarmente “sensibili”.

Da qui il progetto- ancora in cantiere- da inserire prossimamente nel sito web Di Gregorio-Ferrando: creare un database con l’identikit del tipico ladro di biciclette. “I cittadini potranno segnalare i loro problemi e registrarsi. Lasciando i loro dati potranno anche loro venire aggiornati in tempo reale su tutto ciò che riguarda il fenomeno dei furti di bicicletta. Il nostro obiettivo è infatti svolgere un censimento nazionale dei ciclisti, gratuito, per capire l’evoluzione di questo tipo di ‘crimine’ e quindi analizzare il futuro“.

La domenica i ladri di bici fanno festa.

I dati  dimostrano che le “zone sensibili” di Alessandria cambiano col passare degli anni: dal Centro si è infatti passati oggi al quartiere Pista. Il giorno in cui si ruba di più (denunce alla mano) è il martedì, quello in cui lo si fa di meno è la domenica; la maggior parte dei “colpi” avvengono in strada, poi in cortili e interni condominiali chiusi; la bici più rubata, per motivi di diffusione, è la classicissima “Holland”, seguita dalla “Uomo Classica”, dalla mountain bike, dalla BMX, quindi dalla “Graziella” ed infine dalla bici da corsa. Due invece i tipi di furto: quello “occasionale” (ovvero chi ruba una bici per “emergenza” o per usarla come destriero per effettuare scippi o altri reati), e quello “professionale” (quello di chi ha già un proprio mercato illecito e la rivende a pezzi).



di Marco Baccari
lapulceonline.it

 

Lunedì, 03 Dicembre 2012
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