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Notizie brevi 20/11/2012

Lotta ai "Guard-rail assassini" è la crociata dei motociclisti

Per sottolineare ancora una volta la pericolosità di queste strutture si è appena svolta a Roveredo in Piano (Pn), una interessante dimostrazione denominata

Porre fine alle stragi compiute dai "guard-rail assassini". E' questo l'obiettivo con cui Elena Manni e Fabio Rossi realizzarono un "Sistema di Protezione per Motociclisti" che fu brevettato nel marzo del 2009.
Da tanto tempo si discute su come limitare i danni causati dall'impatto con le barriere stradali, spesso fatali ai motociclisti, e anche il campione spagnolo di MotoGp, Dani Pedrosa, prese posizione sventolando una bandiera contro i "guardarrailes asesinos" al termine del vittorioso Gp di Catalunya nel 2008.

Ogni tanto qualcosa si muove e alcune amministrazioni hanno iniziato a installare i primi sistemi di protezione ma non sono certo misure sufficienti a salvaguardare l'incolumità dei tanti centauri che in Italia utilizzano le due ruote per la loro mobilità.

Grazie all'impegno di alcune associazioni e club, in collaborazione con la Federazione motociclistica italiana, si cerca di tenere alta l'attenzione su questo problema la cui soluzione, complice anche la crisi economica con conseguente limitazione delle risorse disponibili, sembra essere soggetta a una battuta d'arresto nonostante le precise indicazioni comunitarie in materia.

Così per sottolineare ancora una volta la pericolosità di queste strutture,
concepite senza tenere conto degli utenti delle due ruote, si è appena svolta a Roveredo in Piano (Pn), una interessante dimostrazione denominata "La lama che uccide".
L'iniziativa è stata realizzata in collaborazione con il Comitato regionale Friuli Venezia Giulia della Federmoto, Associazione nazionale Polizia di Stato sez. di Udine, Gruppo motociclisti "A manete" di Udine e laboratorio di Bio-Ingegneria dell'Università degli Studi di Udine.

Obiettivo dichiarato dell'evento è stato quello di sensibilizzare gli amministratori e i funzionari del territorio, su i gravi rischi che i guard-rail rappresentano per i motociclisti, come sottolinea il presidente del Cr Fvg della Federmoto, Mario Volpe:
"Grazie ad un manichino ad alta bio-diversità, progettato e realizzato dal Laboratorio di Bio-Ingegneria dell'Università degli Studi di Udine, sono stati messi in atto una serie di crash-test, che hanno simulato al vero gli effetti dilanianti che hanno le collisioni coi guard-rail ed i loro sostegni in lamiera tagliente. Inoltre è stato presentato un sistema di protezione passiva già adottato da altri territori, tra i quali la Provincia di Trento e la Provincia di Firenze, costituito da cuscini cilindrici in poliestere, ad alta tenuta, installabili sui paletti di sostegno dei guard-rail esistenti. Questi dispositivi, la cui struttura è atta ad avvolgere la lamiera e a dissipare l'energia sviluppata dall'impatto, ha dimostrato di essere l'unica vera soluzione all'emergenza".

Il dispositivo utilizzato in questo test è quello prodotto dalla Rossmann, progettato da Manni e Rossi, che può essere applicato con facilità alle strutture esistenti e che ha un costo contenuto.
Sicuramente non sarà la panacea di tutti i mali ma, come dimostrato nel test di Roveredo in Piano, può contribuire a salvare molte vite.

 

di Maurilio Rigo
da repubblica.it/motori

 

Martedì, 20 Novembre 2012
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