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Editoriali 05/11/2012

In morte di Giovanni Sali: la linea del Dovere è sempre più sbiadita
Il Carabiniere di quartiere  ucciso a Lodi  era già stato premiato in passato
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di Lorenzo Borselli
ll Carabiniere Giovanni Sali

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(ASAPS) Forlì, 5 novembre 2012 – Negli Stati Uniti, il luogo dove è morto Giovanni Sali si chiama “Line of duty”: è la prima linea dell’agente, quella del dovere, dove l’uomo in divisa serve e protegge.
Da noi il luogo dove Giovanni Sali è morto, dove muoiono i servitori dello Stato, è solo un puntino sulla toponomastica di una città.
Ma la morte di Giovanni è una morte terribile, perché lui era là per noi ma noi non sappiamo nemmeno che cosa stesse facendo: sventava una rapina? Controllava auto rubate? Fermava sospetti?
Non lo sanno nemmeno i suoi superiori, perché quando uno è là fuori, da solo, non può essere collegato “live” con la sua centrale. Va là fuori, e lavora: il lavoro di un carabiniere è quello di combattere il crimine e la guerra non si combatte da soli.
Per questo in pattuglia si va in due.
Eppure Giovanni è morto solo.
Il modo assurdo con cui perfino i colpi della sua pistola, che qualcuno gli ha sottratto prima di ammazzarlo come un cane, sono stati scambiati per mortaretti spiega in che condizioni si sia consumato il suo omicidio e rende perfettamente l’idea di cosa sia diventato oggi fare questo lavoro, soprattutto se si tratta di fare il “Carabiniere di quartiere”: un salto nel tempo.
Sì, ma indietro, ai tempi in cui si tendevano gli agguati a decine di chilometri dalla prima luce fioca di una stazione di posta, perché nell’immensa metropoli che è divenuta questo Paese si è ancora capaci di mandare un Carabiniere da solo a controllare un Paese che non prova più alcun rispetto; perché nella metropoli c’è sempre un angolo buio dove nessuno passa mai.


Eppure il Paese è quello in cui operano 5 forze di polizia dello Stato, alle quali si aggiungono migliaia di corpi di polizia locale, tanti quanti sono i comuni e le province che lo compongono. È il paese in cui si diceva che i Carabinieri uscivano sempre in coppia, da Pinocchio in poi.
Addirittura, ai tempi in cui il terrorismo imperversava, gli equipaggi di pantere e gazzelle perlustravano le strade con equipaggi di tre operatori.
Noi cominciamo a essere stanchi di fare questo lavoro.
Perché per farlo bisogna amare il proprio Paese, bisogna essere attaccati alle sue istituzioni, bisogna accettarne le Leggi e i costumi. Però il paese sta cambiando e non ricambia la dedizione e il sacrificio di gente dello stampo di Giovanni.
Non ricambia il rispetto, perché è un luogo in cui chi ammazza a sprangate un carabiniere e ne acceca un altro a randellate, esce con la condizionale dopo qualche mese. Noi dell’ASAPS lo abbiamo scritto e urlato!
È un luogo in cui quando invece a sbagliare è l’uomo in divisa, si mette a ferro e fuoco una città alzando forconi al cielo invocando il patibolo.
Che non sia una passeggiata, difendere la legge, lo sappiamo tutti quanti.
E allora perché mandare Giovanni da solo, là fuori?
Perché si spediscano ogni giorno centinaia di Giovanni sulla linea del fronte, è una domanda alla quale non sappiamo rispondere.
Forse perché si risparmiano soldi, o così potrebbe sembrare; forse perché si dà l’immagine di una città protetta, o almeno qualcuno potrebbe cascarci.
Possiamo dirvi però perché Giovanni in quella strada, da solo, c’è andato: perché quella è la linea del Dovere e lui il suo dovere l’ha fatto.
Ora, povera Italia, è arrivato il momento di ricambiare. (ASAPS)


 

Lunedì, 05 Novembre 2012
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