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Notizie brevi 23/10/2012

Tutti i rischi del fumo, passivo e non

Gli adolescenti fumatori hanno le arterie alterate; il fumo passivo aumenta il pericolo di trombi e riduce la memoria

MILANO - Fumare fa male al cuore, proprio e degli altri. Lo dimostrano due ricerche presentate a Monaco durante l'ultimo congresso dell'European Society of Cardiology, secondo cui le arterie degli adolescenti fumatori hanno l'aspetto di quelle di un cinquantenne malmesso e chi subisce il fumo passivo vede crescere non poco il rischio di ictus e infarti.

ADOLESCENT
I – La prima ricerca è stata condotta in Svizzera nell'ambito dello Swiss Study on Air Pollution And Lung and Heart Disease In Adults (SAPALDIA), per il quale sono state arruolate circa 10mila persone; i ricercatori sono andati ad analizzare 350 figli dei partecipanti, di età compresa fra gli otto e i vent'anni, per capire quanto fossero esposti al fumo attivo e passivo e soprattutto quali conseguenze ciò avesse avuto sulle loro arterie. I ricercatori innanzitutto si sono accorti che il 15 per cento dei ragazzi fumava, anche se di rado (con una leggera prevalenza fra le femmine); uno su tre, inoltre, era esposto al fumo passivo da almeno dieci anni. Poi, valutando lo spessore del rivestimento della carotide in tutti i ragazzini, la dottoressa Julia Dratva che ha coordinato lo studio si è accorta che i giovanissimi esposti al fumo hanno già le arterie più ispessite del normale. «La correlazione è netta soprattutto per chi fuma, inoltre all'aumentare della durata della cattiva abitudine cresce anche lo spessore dei vasi – spiega Dratva –. Nella maggioranza dei casi i ragazzi fumavano solo da due, tre anni; eppure, anche dopo un periodo relativamente breve di sigarette si possono notare alterazioni significative nella struttura delle arterie, indicative di uno sviluppo precoce di aterosclerosi. Resta invece da capire se smettere di fumare possa far regredire i danni cardiovascolari».

FUMO PASSIVO – Danni a cui va incontro, purtroppo, anche chi fumatore non è ma viene suo malgrado esposto al fumo passivo: una ricerca turca presentata a Monaco ha mostrato che dopo un'ora passata in una stanza piena di fumo le piastrine tendono ad aggregarsi di più, aumentando di conseguenza il pericolo che si formino trombi. Mehmet Kaya, il ricercatore che ha coordinato lo studio, ha coinvolto 55 non fumatori sani e dopo averli fatti stare a respirare fumo per un'ora ha misurato nel sangue tre parametri: il volume medio delle piastrine, indicativo della loro tendenza ad attivarsi (aumenta per esempio durante un evento trombotico acuto); la carbossiemoglobina, ovvero l'emoglobina legata al monossido di carbonio (sostanza che si suppone correlata alle lesioni cardiovascolari da fumo); il lattato, che si forma quando l'apporto di ossigeno alle cellule del sangue è scarso. «Dopo un'ora di fumo passivo tutti e tre i valori sono alterati, ma soprattutto le piastrine mostrano un aumento dell'attivazione e della tendenza ad aggregarsi – spiega Kaya –. Dati che confermano studi precedenti e spiegano il meccanismo con cui anche un'esposizione limitata al fumo passivo fa male a cuore e vasi. È verosimile che stando ancora più a lungo in un ambiente dove si fuma l'effetto sia ancora più marcato: chi non fuma dovrebbe limitare al massimo di esporsi al fumo passivo, se non vuole aumentare il proprio rischio di infarti e ictus».

MEMORIA – Senza contare che il fumo passivo potrebbe addirittura provocare "buchi" di memoria: una ricerca appena pubblicata sulla rivista Addiction dimostra infatti che chi è esposto al fumo passivo per una media di 25 ore alla settimana nel giro di quattro-cinque anni sviluppa piccoli "disturbi" di memoria che nei test cognitivi lo portano a ricordare il 20 per cento in meno rispetto ai non fumatori non costretti a stare in ambienti fumosi. «A chi fuma attivamente va ancora peggio: abbiamo verificato che i fumatori nei test di memoria hanno risultati del 30 per cento inferiori rispetto a chi è esposto al fumo passivo – dice Tom Hefferman, il ricercatore inglese che ha condotto la ricerca –. Tutto questo significa che il fumo, attivo o passivo, può compromettere seriamente le attività cognitive nella vita di tutti i giorni».


di Elena Meli
da corriere.it

Martedì, 23 Ottobre 2012
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