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Notizie brevi 22/10/2012

TRAVOLTA E UCCISA DA UN PIRATA DELLA STRADA A CASTREZZATO
Michela, ideò il testimonial per la sicurezza sulla strada
Inventò il personaggio Cecca la talpa per spiegare ai bambini il rispetto delle regole

Michela aveva ideato il personaggio di Cecca la talpa, testimonal per la sicurezza stradale nelle scuole primarie (Fotogramma/Bs) corriere.it

Succedono cose così solo quando il destino segue un disegno traditore. Michela Lupatini, 30 anni, è morta travolta da un furgone davanti a casa. Michela Lupatini è una vittima della strada e di chi, con un nome e un cognome ancora sconosciuto, non si è nemmeno fermato a soccorrerla, ma anzi ha accelerato ed è scappato. Michela è un nome in un elenco di vittime che non ha fine. Non è un nome qualunque perché nessuno lo è. Ma in questo caso, ed è qui che il destino ci ha messo il carico, è il nome di una ragazza che da anni sosteneva l'associazione vittime della strada.  Aveva frequentato l'accademia d'arte e aveva contribuito a disegnare una delle campagne dell'associazione. La sua invenzione si chiama Cecca la Talpa ed è un buffo personaggio, patito del codice della strada, che spiega ai bambini come ci si comporta in mezzo al traffico.

 

Cecca la talpa ha gli occhiali grandi. Proprio come Michela. «Ho conosciuto Michela per caso a una mia conferenza» racconta Antonio Savoldi, il referente scuola per l'associazione Condividere la Strada della Vita. «Parlando ai ragazzi- ricorda Savoldi - avevo detto: in Italia ogni giorno 13 persone perdono la vita sulle strade; secondo voi, chi delle 13 persone che ieri sono morte si è svegliato la mattina e ha pensato di essere una tra queste? Nessuno lo pensa, ha risposto un ragazzo. Infatti, gli diedi ragione, perché nessuno pensa che possa capitare a sé, ma nessuno può dire di essere esente dal rischio». Savoldi racconta che il giorno dopo riceve la telefonata di Michela che gli confessa che quella frase l'ha colpita al punto tale da non averci dormito la notte. «Io so disegnare» gli dice Michela. «E a me serve un disegnatore» risponde Savoldi. E così è nata Cecca la Talpa. È più che un incontro, quello tra Michela el'associazione, è un richiamo del destino.

 

Lunedì sera, infatti, poco dopo le dieci e mezza, Michela sta rientrando dalla palestra con la madre e ha appena parcheggiato l'auto vicino a casa. Pochi metri e avrebbe raggiunto la porta. Invece un furgone bianco la travolge. Lei finisce tramortita sull'asfalto e il furgone non si ferma, ma, anzi, sgomma, accelera e sparisce. Subito la corsa all'ospedale di Chiari, con la mamma sconvolta che ha visto tutto e non ha potuto fare niente. Ma le condizioni di Michela appaiono subito gravi e la ragazza viene trasferita d'urgenze al Civile di Brescia. È in coma irreversibile. I medici aspettano le sei ore richieste dai protocolli e procedono all'espianto degli organi.  Vicino a casa di Michela, a Castrezzato, mazzi di fiori cercano di coprire l'orrore della macchia di sangue sull'asfalto, intorno il segno bianco del gesso della Polizia. Intanto le ricerche si concentrano sul furgone. Sulla strada è rimasta la freccia laterale destra. La madre l'ha visto bene: bianco, cassonato, è scappato verso la Bargnana, un Fiat Daily sembra. La persona al volante non si è costituita. Il colpo è stato forte, non può non essersi accorta di aver urtato qualcosa o qualcuno. L'omissione di soccorso si è trasformata in omicidio colposo. Così è morta Michela, che sapeva di poter essere uno dei tredici. E così è morta anche Cecca la Talpa.

 

Giovanna Volta
da  brescia.corriere.it

Lunedì, 22 Ottobre 2012
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