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Rassegna stampa alcol e guida del 8 maggio 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


ANSA.IT
Whisky al malto antiossidante?
Secondo studio protegge da cancro, scienziati perplessi.

(ANSA)-LONDRA,8 MAG  Il whisky al malto ’protegge dal cancro’ in quanto contiene un anti-ossidante, l’acido ellagico, che previene lo sviluppo di cellule cancerogene (*). Lo afferma uno studio diffuso a una conferenza medica in Scozia, accolto con perplessita’ dal mondo scientifico. Secondo lo studio, i whisky al solo malto contengono ’piu’ acido ellagico del vino rosso’. Quest’acido, un tannino vegetale, agirebbe come un ’potente avvoltoio contro i radicali liberi’, agenti che rompono la struttura delle nostre cellule sane.
 
(*) Nota: così come per i produttori di vino, così come per i produttori di birra, il principio portato avanti dai produttori di whisky è il solito: promozionare il prodotto puntando su presunte virtù terapeutiche.
La tecnica è la solita: studiare l’effetto di un componente minore del prodotto, anche quando contenuto solo in piccole tracce, e sulla base dell’effetto protettivo di questo singolo componente millantare benefici per la salute dell’intero prodotto.
Come per il vino e per la birra, naturalmente l’effetto tossico e cancerogeno dell’alcol, presente in quantità enormemente superiore, annulla il possibile effetto antitumorale dei vari antiossidanti che si vanno a studiare.

CORRIERE ADRIATICO
Neppure la presenza dei giovanissimi figli placa la furia di un operaio marocchino.
Operata la donna
In preda all’alcol accoltella la moglie: arrestato.
SANT’ANGELO IN VADO - Ha tentato di uccidere la moglie, ricoverata in gravi condizioni (ma la sua vita non sembra in pericolo) nell’ospedale di Urbino, ma è stato arrestato dai carabinieri e ristretto nel carcere di Villa Fastigi.
E’ accaduto nel cuore della notte, poco dopo le 3, in Via Lanciarini 2, dove la coppia abita con i figli. Un’aggressione provocata presumibilmente dal troppo alcol ingerito da Hassan Haddoumi, marocchino di 39 anni, operaio in un’azienda tessile. L’uomo ha impugnato un coltello da cucina e colpito la moglie Khadija Etthoussi, trent’anni, casalinga anche se in precedenza ha svolto lavori saltuari in paese.
GABRIELE SANTI.
IL MESSAGGERO (Pesaro)
S. Angelo in Vado, marocchino rincasa ubriaco e aggredisce la moglie con una lama da cucina.
La donna è in fin di vita, l’uomo è in carcere per tentato omicidio
Dieci coltellate dal marito, il figlio vede tutto.
Il bambino ha assistito al litigio fra i genitori sfociato in dramma ed è corso in strada a cercare aiuto
di SIMONETTA MARFOGLIA
SANT’ANGELO IN VADO
Con gli occhi di un bambino: paura, dolore, sgomento. Smarrirsi in un incubo che non sai se è più un brutto sogno o l’orrore del risveglio: il babbo che rientra a casa ubriaco, le grida della mamma, il coltellaccio che la colpisce e tutto quel sangue, in cucina, all’ingresso... sangue dappertutto. Hai solo 12 anni ma devi chiedere aiuto, soccorrere tua madre, pensare ai fratellini che piangono nella stanza accanto. Hai solo 12 anni e non avrai mai più la tua infanzia: un padre in galera per tentato omicidio e una madre in bilico fra vita e morte dopo dieci coltellate. E perchè poi? Per l’alcol che svapora cuore e cervello, che fa colpire l’uomo alla cieca, marionetta di birra e vino poi arrestata ciondolante dai carabinieri per le vie del paese, inebetito fantoccio senza memoria del corpo martoriato della moglie e dello strazio dei figli.
Disperata brutalità domestica l’altra notte a Sant’Angelo in Vado in una famiglia marocchina dove la quotidianità è stata tagliuzzata dai cocci di troppe bottiglie ingurgitate e lacerata da un’integrazione che sfugge e rende aguzze le differenze. Marito e moglie di 38 e 30 anni, tre figli maschi, il maggiore di 12 anni il più piccolo di 7 mesi e un inserimento decennale in Italia solo sulla carta, nonostante il lavoro regolare del capofamiglia come operaio e la decorosa abitazione in via Lanciarini, un traversa nel centro di Sant’Angelo in Vado. Da tempo la famiglia risiede in zona e col tempo emergono le difficoltà: i due fratellini più grandi pur frequentando le scuole hanno ancora lacune da colmare tanto da dover essere seguiti dai servizi sociali, il padre, Hassan Haddoumi, comincia a prendere confidenza con l’alcol. Troppa. C’è chi lo nota più di una volta ubriaco per le vie del paese e i suoi rientri a casa nelle ore impossibili della notte iniziano a essere frequenti anche se ai carabinieri della locale stazione non sono mai giunte denunce per maltrattamenti o violenze domestiche. L’altra sera poche ore prima del dramma - che esploderà intorno alle 3.30 -i vicini di casa sentono la coppia litigare concitatamente, una discussione animata che viene troncata dal capofamiglia che esce di casa sbattendo la porta. Al suo rientro è intuibile immaginare cosa sia successo: a letto i bambini, la moglie, K.E., umiliata e arrabbiata affronta il marito in cucina. Ancora una scenata, ancora grida e urla che svegliano il maggiore dei figlioletti che assiste impotente al suo dramma di famiglia: il padre afferra un coltello da cucina, un utensile dalla lama di 14 centimetri, e colpisce la donna al petto e all’addome. Dieci fendenti. La poveretta cerca di sfuggire a quella furia impastata di alcol ma davanti alla porta di ingresso stramazza sul pavimento fra il sangue che sgorga fluido a imbrattare mura e mattonelle (*). Solo allora nell’uomo barcollante s’intuisce un barlume di quel che resta dell’umana pietà incrociando gli occhi del figlio: fa uscire il bambino e si allontana nella notte confuso e senza meta.
«Mamma, mamma... » è il bambino a correre fuori da casa per chiedere aiuto cercando soccorso. Arrivano l’ambulanza del 118 e i carabinieri di Sant’Angelo in Vado e Urbino che nemmeno un’ora dopo rintracceranno il marocchino arrestandolo per tentato omicidio e rinchiudendolo nel carcere di Villa Fastiggi. La donna verrà invece ricoverata all’ospedale di Urbino e sottoposta a due interventi chirurgici per arrestare l’emorragia. Le sue condizioni restano gravi e la prognosi riservata ma i sanitari non disperano di salvarla. Quanto ai tre fratellini, non si ancora se verranno affidati a un parente o ai servizi sociali, povere vittime di un mondo adulto alla deriva nell’alcol e abbruttito dall’isolamento razziale.
CORRIERE SALUTE
CEFALEA
Tutte le cause
Un’altra importante novità della rinnovata classificazione delle cefalee è la distinzione fra fattori aggravanti e fattori scatenanti dell’emicrania. Finora erano considerati genericamente tutti insieme; si è invece scoperto che esistono delle differenze. I fattori aggravanti fanno aumentare l’intensità e la gravità degli attacchi per periodi prolungati (da settimane a mesi).
I fattori scatenanti fanno aumentare le probabilità di un attacco nel breve periodo (non oltre le 48 ore).
Fattori aggravanti
Sono fattori aggravanti: lo stress psicosociale, l’abitudine agli alcolici, particolari condizioni di luminosità, pressione o temperatura e determinati venti. Il vento inasprisce gli attacchi già il giorno prima del suo arrivo, mantenendo poi più elevato il dolore fino a 24 ore dopo la bonaccia. I più rischiosi per gli emicranici italiani sono Bora, Föhn e Scirocco. Nei giorni di vento, l’unico rimedio è esporsi il meno possibile, ma anche restando tappati in casa si risente di un certo effetto.
Fattori scatenanti
Ai fattori scatenanti appartengono situazioni più estemporanee come una scorpacciata di cioccolata, un’arrabbiatura, l’arrivo delle mestruazioni, una cena al ristorante cinese, ecc.
Alimenti Si tratta in genere di fattori che possono essere individuati ed evitati: agrumi, cioccolata, formaggi fermentati, vino (soprattutto rosso), cibi ricchi di glutammato (se ne trova nei dadi) come quelli della cucina cinese, o infarciti di nitrati e nitriti, i conservanti alimentari per hamburger o insaccati che provocano la cosiddetta cefalea da fast food.
Digiuno Ma non è solo l’atto del mangiare a provocare mal di testa: c’è anche la cefalea da digiuno che per gli arabi è la cefalea da Ramadan e per gli israeliani da Yom Kippur ed è sempre legata all’ipoglicemia che deriva da mancanza di cibo.
Sete La cefalea da disidratazione ha un meccanismo simile e si verifica quando, pur bevendo quando si ha sete, si suda molto per il caldo e il maggior movimento: in America è nata la cefalea da jogging dei tanti "sportivi della domenica", che, correndo impreparati, finiscono in una situazione di squilibrio idro-salino.
Bevande Anche alcune bevande possono provocare mal di testa: il vino è una delle più note. Al di là del mal di testa che tutti provano dopo una sbronza, in alcuni bastano anche piccole quantità per scatenare un attacco. Secondo alcuni studi anche la cefalea da week-end è in qualche modo legata a una bevanda: il caffè.
Pare infatti che non siano soltanto i cambiamenti del ritmo di vita che s’instaurano durante il weekend a scatenare gli attacchi, ma anche il fatto che, alzandosi più tardi del solito, si beva il caffè in ritardo, andando incontro a una vera e propria crisi di astinenza da caffeina, sostanza dotata di effetto antiemicranico, tant’è che uno dei vecchi rimedi della nonna era una tazza di caffè con una scorza di limone.
Ambiente e disturbi fisici Cambiamento di fuso orario, risveglio posticipato, menopausa, mestruazioni, insonnia, abbagliamento da luce solare, televisione, schermo cinematografico. Sono tutti fattori che possono scatenare un attacco di emicrania.
Anche le luci da discoteca sono rischiose, perché allo stimolo luminoso si somma il frastuono di quello sonoro, la stanchezza, lo sfasamento del ciclo sonno/veglia e la frequente assunzione di alcolici, tant’è che si sta delineando una vera e propria cefalea da discoteca che potrebbe rientrare nel più ampio gruppo delle cefalee da jet lag , che si presentano per qualche giorno dopo un viaggio intercontinentale a causa del cambiamento di fuso orario o che colpiscono i lavoratori turnisti quando sono costretti a lavorare di notte e a dormire di giorno.
Stress C’è anche la cefalea da inizio settimana, legata all’aumento di stress che si verifica di solito ogni lunedì. Di questo mal di testa soffrono soprattutto gli studenti per la riduzione di sonno o per i cambiamenti dei ritmi di vita legati all’inizio della settimana scolastica.
Ovviamente, tra i fattori riferibili allo stress vanno annoverati anche cambiamenti di lavoro e arrabbiature. Chi soffre di mal di testa ha particolare difficoltà ad adattarsi sia alle variazioni brusche e repentine, sia a quelle ritmiche e prevedibili.
Il cambiamento di lavoro, così come un trasloco, espongono questi pazienti a uno stress che non sanno dominare. Anche le vacanze, comunque, sono rischiose: andare a sciare può costituire un fattore di accentuazione delle crisi sia per il freddo, che per qualcuno rappresenta un potente fattore di scatenamento, sia per il fenomeno dell’abbagliamento dovuto alla luce intensa e brillante riflessa dalla neve (importante portare gli occhiali da sole).
Alcuni autori parlano di "cefalee da viaggio ", in cui il mal di testa sarebbe legato al cambiamento dei ritmi di vita della giornata.
IL MESSAGGERO
Sicurezza, primi provvedimenti solo sulla via del Mare: tra breve 164 lampioni e sistemi di controllo elettronico della velocità
Strade a rischio, la morte corre sull’Ostiense
Acilia: due le vittime, cinque i feriti. Nello stesso punto e a distanza di poche ore.
Di Giulio Mancini e Giuseppe Martina
Sono morti nello stesso punto, al km 17,000 della via Ostiense. Entrambi sulla moto, in incidenti frontali. Un sacrificio di vite preannunciato dalla lentezza con la quale si sta affrontando il tema della messa in sicurezza sull’asse via del Mare-via Ostiense.
Doppio incidente mortale all’altezza di Acilia. Da troppi anni in testa alle classifiche nazionale sulla pericolosità, la statale 8 con la 8/bis sono oggetto di proposte e finanziamenti che tardano ad essere messi a frutto. Quel corridoio d’asfalto disteso tra la città e la costa pur godendo di quasi venti milioni di euro di ”dote” non è stato ancora unificato mantenendo inalterati i rischi legati al doppio senso di marcia.
E’ la cronaca a rilanciare l’attualità del tema. Una sovrapposizione di morti ravvicinate tanto raccapricciante da convincere i vigili urbani a usare per i rilievi sull’asfalto un gesso di colore diverso da quello usato appena otto ore prima. Venerdì pomeriggio alle ore 17,00 Antonio Ortu, 37 anni, residente in via Capo Palinuro, a Ostia, stava procedendo in sella al suo MBK Skyline 150 in direzione di Roma quando, poco prima di via di Ponte Ladrone, si è trovato sulla sua traiettoria un autocarro Wolkswagen in manovra di svolta a sinistra. Il centauro non ha potuto evitare l’impatto: lo scooterone ha urtato contro l’angolo anteriore sinistro del veicolo pesante e l’uomo è schizzato contro il guard rail muorendo sul colpo. Stessa scena otto ore e mezzo più tardi, alle 23,30. Roberto Serino, 33 anni, residente in via Oblach all’Isola Sacra, stava rientrando a casa dal ristorante ”La lanterna” che gestisce con la famiglia al Portuense. Era sulla sua Yamaha T-Max quando all’altezza del km 17,000 dell’Ostiense, si è trovato improvvisamente, nella sua medesima corsia, una Nissan Micra che sopraggiungeva in direzione opposta. «L’urto è stato terribile: il motociclista è stato schizzato via e la moto sollevata in aria è crollata sulla nostra macchina» racconteranno ai vigili urbani gli occupanti della Y10 che seguiva, rimasti feriti in tre. La conducente della Micra, L.A. di 29 anni, ricoverata in coma al San Camillo, è risultata positiva al test sugli stupefacenti e presentava un tasso alcolico di quattro volte superiore al limite. Tra le lamiere della sua auto anche un cane, rimasto illeso. I vigili per i rilievi hanno dovuto usare il gesso rosso per distinguere le linee bianche tracciate sull’asfalto per l’incidente del pomeriggio.
Sul piano della messa in sicurezza i primi provvedimenti assunti dalla Provincia di Roma e dal Campidoglio si sono concentrati esclusivamente sulla via del Mare. In estate-autunno 2004 è stato steso un nuovo tipo di asfalto più frenante e antisdrucciolo, nei prossimi giorni l’Acea istallerà 164 lampioni per completare l’illuminazione e a fine maggio dovrebbero entrare in azione sistemi di controllo elettronico della velocità. «Stiamo lavorando al piano infrastrutturale di unificazione delle due strade parallele assicura l’assessore comunale ai Lavori Pubblici, Giancarlo D’Alessandro Il progetto è quasi ultimato e va avviata la ricerca delle risorse: servono circa 100 milioni di euro rispetto ai venti di cui si dispone».
LA PROVINCIA DI CREMONA
Stuprata a più riprese da quattro extracomunitari che volevano comprarne il silenzio con 1700 euro
Sei ore in balia dei violentatori
In manette pakistano di Dosolo La vittima una 50enne reggiana.
di Andrea Costa DOSOLO — Nella notte tra il 21 e il 22 aprile si sono resi protagonisti di un brutale stupro, ora sono finiti in carcere e ci resteranno. Sono stati i carabinieri di Brescello a mettere le manette a due cittadini pakistani, un 29enne residente a Boretto e un 23enne residente a Dosolo per i reati di violenza sessuale di gruppo aggravata, sequestro di persona, rapina e lesioni personali ai danni di una 50enne reggiana. E venerdì mattina il giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Reggio Emilia raccogliendo le richieste del sostituto procuratore Maria Rita Pantani, titolare dell’inchiesta, oltre a convalidare i fermi ha disposto nei confronti dei due l’applicazione della misura cautelare in carcere. Il racconto di quanto fatto dai due pakistani, insieme ad altri due connazionali, è agghiacciante.
Erano circa le 21 del 21 aprile quando la 50enne è stata avvicinata a Gattatico da un’Alfa 146, alla guida uno dei due pakistani che l’ha fermata con la scusa di chiedere l’orario. E mentre la donna rispondeva, dal baule della vettura è letteralmente saltato fuori il complice che con violenza l’ha spinta sui sedili posteriori dell’Alfa che, a grande velocità, si è allontanata da Gattatico. La destinazione era la campagna di Lentigione di Brescello, ma fin dal tragitto la vittima ha capito le intenzioni dei suoi rapitori: durante il percorso in auto, infatti, l’uomo che l’aveva spinta sul sedile ha abusato sessualmente di lei. Era solo l’inizio di un orrendo incubo che la stessa ha vissuto per diverse ore e che l’ha vista vittima di reiterati abusi sessuali prima a Lentigione, dove le sono anche stati tolti 10 euro e il cellulare. Con il telefonino rubato i due uomini hanno chiamato altri due amici che giunti sul posto hanno con violenza abusato della povera donna. L’auto con il branco e la vittima si è poi spostata spostata sotto il ponte dell’ex cispadana, sempre nel comune di Brescello, dove consumando fiumi di birra i quattro balordi hanno continuato ad abusare della donna oggetto anche di reiterate violenze fisiche. Solo alle 3 di notte la 50enne è stata ricondotta nelle campagne di Lentigione e abbandonata in lacrime e con i vestiti stracciati. E’ stato grazie all’aiuto di alcuni cittadini che è riuscita a lanciare l’allarme ai carabinieri che in un primo momento si sono premurati di accompagnarla all’ospedale per le cure del caso — per lei sette giorni di prognosi —, e poi hanno raccolto una dettagliata denuncia avviando immediatamente le indagini. Fatale al gruppo di violentatori è stato l’aver ricontattato la donna: per comprarne il silenzio le hanno offerto denaro in contanti fissando un appuntamento per la consegna. A quell’incontro, però, si sono presentati i carabinieri brescellesi che hanno fermato il 29enne di Boretto con 1.700 euro in tasca, a bordo della stessa auto dove la vittima era stata caricata con forza. Gli elementi di prova raccolti dai militari hanno quindi portato immediatamente al primo arresto cui è seguito quello del 23enne di Dosolo. Le indagini proseguono per identificare gli altri due violentatori.
CORRIERE ROMAGNA (Cesena)
“Ci vuole fegato”: sos alcol nelle scuole.
CESENA - “Ci vuole Fegato!”: un opuscolo informativo sbarca nelle scuole medie e prime superiori della città per spiegare i rischi dell’alcol. Le bevande alcoliche, tra vino, birra, liquori e superalcolici, non sono più prerogativa degli adulti, ma stanno prendendo sempre più piede tra i giovani e anche tra gli adolescenti, che le consumano soprattutto in compagnia di amici e durante serate in discoteca o in locali notturni. Se tutti conoscono i rischi e i gravi danni delle droghe sull’organismo, molti trascurano invece gli effetti nocivi dell’alcol nel corpo umano, specie se consumato in dosi eccessive e in modo abituale. Per questo Acat, associazione Club Alcolisti in trattamento-sezione di Cesena ha deciso di promuovere un opuscolo sulla realtà del bere per presentarla ai più giovani. In occasione della Festa Solidale che ogni anno a settembre Adra-associazione della chiesa Avventista organizza nel quartiere Fiorenzuola, Acat ha realizzato alcuni momenti di sensibilizzazione e di informazione. I fondi raccolti durante questo appuntamento sono stati oltre 3 mila euro, denaro che è stato utilizzato in parte per la creazione dell’opuscolo “Ci vuole Fegato”, già stampato in 15 mila copie e attualmente in distribuzione gratuita. Destinatari del libretto sono i ragazzi delle scuole medie del cesenate, a cui è stato consegnato il materiale nei giorni scorsi, e i giovani delle prime classi delle superiori sempre del comprensorio, a cui sarà distribuito nell’arco di poche settimane.“L’opinione pubblica - afferma Vittorio Fantini, presidente di Acat-sede di Cesena - non è informata esattamente e si convince che l’alcolismo, e più in generale l’abuso di alcol, sia un problema minore. Eppure l’alcol è più insidioso della droga, poiché si trova facilmente in commercio ed è a portata di mano in tutte le occasioni sociali. La stessa televisione pubblicizza bevande alcoliche legandole al divertimento dei giovani e questo non può che essere fuorviante per un ragazzo, specie durante l’adolescenza. Se invece l’educazione alla salute viene diretta soprattutto verso le nuove generazioni, allora si può cercare di cambiare la concezione diffusa che bere non ha effetti dannosi o almeno non gravi. Per questo, Acat sta già pianificando di accompagnare l’opuscolo a incontri mirati tra studenti ed esperti, come medici del 118 e rappresentanti delle Forze dell’Ordine. Solo dando una informazione corretta, i nostri ragazzi possono crescere con una opinione veritiera sull’alcol”. Ca.Bo.
IL MESSAGGERO (Frosinone)
LA SPEZIA
In trasferta per seguire i canarini: rischia di morire per coma etilico.
E’ entrato in coma alcolico ed ha rischiato di morire un giovane tifoso del Frosinone, arrivato giovedì a La Spezia per la finale di Coppa Italia.
Adesso il peggio è passato anche se si trova ancora ricoverato al Sant’Andrea nel reparto di medicina d’urgenza. G.D., 29 anni, è stato l’unico supporter dei canarini ad affrontare la trasferta in Liguria in treno. Subito dopo la fine della partita, in via Paleocapa, nel centro della città ligure, si è sdraiato per terra, ha abbracciato un "panettone" - il dissuasore di cemento - come fosse un tamburo e si è messo a gridare «Alè Frosinone». Numerose persone hanno notato il suo stato pietoso ed hanno chiamato il 113. All’arrivo degli agenti, proprio come nei film della commedia all’italiana, il giovane ultrà è svenuto. Per forza: in corpo aveva 3,70 milligrammi di alcool, ovvero 7 volte tanto la tollerabilità prevista quando uno è alla guida di una vettura. La polizia ha chiamato subito il 118, che ha inviato un’ambulanza sul posto. Il giovane è stato caricato e trasportato in ospedale. A breve sarà dimesso.
LA SICILIA (Catania)
licodia eubea, arrestato extracomunitario
Voleva violentare la figlia 17enne.
Un extracomunitario di 45 anni, di cui non pubblichiamo le generalità per non consentire l’identificazione della vittima del reato (si tratta, infatti, di una minorenne), è stato arrestato e rinchiuso in carcere dai carabinieri di Licodia Eubea per tentata violenza sessuale ai danni della figlia diciassettenne.
Per l’uomo, che è risultato essersi introdotto clandestinamente in Italia, saranno altresì avviate le procedure di espulsione dal nostro Paese.
Secondo la ricostruzione dell’episodio che è stata compiuta dai militari dell’Arma sulla scorta del racconto della ragazza, i due erano giunti in Sicilia da alcune settimane, ma il menage fra padre e figlia si era subito dimostrato difficile, anche perché l’uomo appariva spesso ubriaco e manesco nei confronti della giovane.
In base agli elementi acquisiti dai carabinieri che hanno poi stretto le manette ai polsi del clandestino, la sera di ieri l’altro la situazione è divenuta incandescente, con l’uomo che si è denudato e ha ripetutamente tentato - senza, però, riuscirci - di abusare sessualmente della ragazza, minacciandola con un coltello a serramanico.
«Se non obbedisci, ti taglio la testa». Questa la minaccia proferita dal genitore alla diciassettenne, che era intenta ai lavori domestici. Ad assistere alla scena, avvenuta nella modesta abitazione dei due, anche una loro piccola parente. Per evitare un trauma alla bambina, la ragazza l’ha portata in una stanza e, approfittando di un attimo di disattenzione del padre, visibilmente alticcio, è riuscita ad allontanarsi, uscendo sulla strada e lanciando l’allarme.
Intanto, secondo la ricostruzione dell’accaduto effettuata dai militari dell’Arma, l’uomo continuava ad insultarla, lanciandole epiteti irripetibili.
Sul posto sono presto arrivati i carabinieri di Licodia Eubea, che sono entrati nella casa in cui - secondo l’accusa - si erano consumati i tentativi di violenza sessuale, e hanno trovato l’uomo in stato di ebbrezza. La successiva perquisizione ha consentito il ritrovamento del coltello a serramanico, con impugnatura di una decina di centimetri. La ragazza ha vuotato il sacco con gli investigatori, riferendo dei continui maltrattamenti che sarebbe stata, sin qui, costretta a subire ad opera del padre. Al resto hanno pensato le testimonianze di altre persone.
L’uomo è stato accompagnato nella casa circondariale di contrada Noce, a Caltagirone, dove è stato messo a disposizione dell’autorità giudiziaria. Mariano Messineo.
IL MESSAGGERO
Venerdì notte cinquanta giovani hanno scatenato l’inferno. Il prefetto: «Pronti a riprendere provvedimenti più drastrici»
Campo de’ Fiori, i vandali tornano in piazza
Agente sequestra un pallone, scoppia il finimondo. Lanci di bicchieri e di bottiglie.
di LUCA LIPPERA
Puntualissimi. I vandali di Campo de’ Fiori, con le prime serate tiepide della primavera, ricominciano la “danza selvaggia” intorno alla statua di Giordano Bruno. Venerdì notte, intorno all’una e mezzo, è bastato che un agente sequestrasse il pallone a una trentina di ragazzi che giocavano sulla piazza per scatenare un mezzo putiferio. I giovani, molte birre all’attivo, non ci hanno visto più. Hanno preso bottiglie vuote e bicchieri e le hanno lanciate verso due volanti, arrivate nella zona dopo le telefonate di alcuni ristoratori. Gli equipaggi della polizia, visto che la partita era comunque stata interrotta, per non accendere gli animi se ne sono andati. Dai teppisti, applausi e “ululati” di vittoria, come al termine di una battuta di caccia nella savana.
L’esordio, considerato che siamo solo a maggio, non promette niente di buono. Le risse sulla piazza, durante la scorsa estate, hanno riempito pagine e pagine di giornale. «L’attacco alla polizia dice Marco Calore, 36 anni, presidente della Associazione Residenti Campo de’ Fiori conferma che quest’area ormai viene considerata terra di nessuno». I ragazzi c’era anche un adulto in giacca e cravatta giocavano a “Vaiolance”: ci si tira il pallone a casaccio, un po’ calcio, un po’ rugby, e si colpisce dove capita, persone, muri, finestre, l’importante è scalmanarsi un po’.
«Sembravano belve impazzite racconta Stefano, uno dei testimoni dell’episodio Facevano un chiasso della miseria. Qualcuno deve aver chiamato il 113. Sono arrivate le volanti e un agente si è fatto dare il pallone. Mentre se ne andava è partita una salva di fischi. A quel punto è scattato il lancio delle bottiglie contro le volanti . I poliziotti evidentemente hanno preferito non accendere la situazione e se ne sono andati. La sassaiola però ha spaventato i clienti dei locali che si trovavano ancora sulla piazza e c’è stato un di fuggi-fuggi generale».
La confusione è andata avanti fino alle tre del mattino. «Come al solito c’erano dei gran rumori racconta una donna che abita sulla piazza A un certo punto si sono sentite anche le sirene della polizia. Le urla, dopo un po’, sono aumentate. Subito dopo, c’è stato qualche minuto di silenzio e poi è ricominciato tutto come prima. Ci abbiamo fatto così tanto l’abitudine che, quasi quasi, quando c’è silenzio sembra una cosa strana».
Il Prefetto di Roma, Achille Serra, è deciso a seguire la linea dura. «Prima di tutto premette dobbiamo capire esattamente cosa sia successo. Sembra che alla polizia non risulti un lancio di oggetti. Tuttavia è bene essere chiari. L’altr’anno qualcuno pensava che Campo de’ Fiori fosse terra di nessuno. Alla fine ha dovuto convincersi che anche quella piazza è terra dello Stato. Quindi, se sarà necessario, siamo pronti a riprendere i provvedimenti più drastici. Come il divieto ai locali di vendere alcolici in bottiglie che possono essere portate all’esterno dei locali».
La proposta è stata rilanciata nei giorni scorsi dal neo assessore al Commercio Franco Cioffarelli: divieto di vendita di bottiglie dopo le dieci di sera. L’anno scorso il Prefetto emise un’ordinanza sostanzialmente analoga e per un po’ Campo de’ Fiori ritrovò un minimo di pace. Gli abitanti erano e restano esasperati. Giorni fa, attraverso la loro associazione, hanno chiesto al sindaco di chiudere dalle 22 alle 3 del mattino i varchi di accesso al centro: meno auto, è il loro ragionamento, meno gente e meno potenziali teppisti.
«Campo de’ Fiori aggiunge Marco Calore a nome dei cittadini è frequentata da migliaia di bravissime persone. Fino a una certa ora della sera va tutto bene. Dopo la mezzanotte, si cambia “tipologia”. Arrivano giovani convinti che qui ci si possa ubriacare e sballare a proprio piacimento. È un copione che va avanti da anni. Non possiamo ricominciare anche quest’anno». Ieri sera, infine, carabinieri e polizia sono dovuti intervenire a San Lorenzo per una lite nel corso di una manifestazione sportiva pubblica: due feriti.
(ha collaborato Matteo Alvisi).
IL MESSAGGERO (Abruzzo)
Operazione della Mobile. Allarme dato da tre studentesse, il locale posto sotto sequestro
Violenza sessuale, russo in manette
La vittima è una ragazza estone. Arrestato anche il titolare di un pub.
di ROSALBA CIANCAGLINI
Quando gli agenti della Volante sono arrivati, erano le 8 del mattino, hanno trovato una ragazza stesa a terra, uno che dormiva e altri due in piedi. Si intuiva che lì, in quel locale, qualcosa di brutto era accaduto. Dieci ore più tardi, sono usciti dalla Questura diretti in carcere Petru Oneata, 37 anni, doppio passaporto russo-rumeno, in Italia con permesso di turismo scaduto e Gianni Dell’Orso, 36, pescarese, titolare del discopub ”Made in Italy”. Con accuse diverse: il primo, per la Polizia, deve rispondere di violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni; al secondo vengono addebitati i reati di favoreggiamento e tentata cessione di cocaina.
La ricostruzione della Squadra Mobile: venerdì sera nel pub di via del Porto si presenta una ragazza estone, 27 anni, lavora in altro locale come entraineuse ma lì è semplice cliente, con lei un amico. Nel pub c’è il russo che in passato ha lavorato in quel locale come buttafuori ma nella circostanza anche lui è cliente. Alle 4 del mattino nel locale restano la ragazza senza accompagnatore che nel frattempo è andato; il titolare del locale e un suo amico; il russo. Bevono alcool, poi compare la cocaina, almeno questo riferisce la giovane estone. Tracce di droga - precisano gli investigatori - non sono state trovate. Il clima si fa teso, la ragazza chiama l’amico perchè torni a prenderla. Il ragazzo arriva, l’aspetta per strada, ma il russo prende il sopravvento, ruba il telefonino all’entraineuse, prima con le parole poi con l’atteggiamento la costringe a seguirlo in uno studiolo e qui le toglie la maglia e tenta di violentarla. Ma lei resiste e finisce con la testa contro la parte di cartongesso. Si rialza, tenta più volte di uscire, non ci riesce. Dell’Orso vuol riportare la calma ma, dice la Polizia, è colpevole comunque perchè doveva opporsi all’aggressione e poi perchè a lui viene attribuita l’offerta della cocaina. La quarta persona non si accorge di niente, dorme.
Intanto le ore passano. Alle 8 nel quartiere comincia il movimento, tre studentesse dirette a scuola passano in via del Porto e vengono attirate da quest’ombra di ragazza che tempesta di pugni la porta di vetro, vedono anche un uomo che la trascina via mentre lei ancora chiede aiuto. Le studentesse arrivano a un benzinaio, di lì chiamano il 113, sul posto giungono le Volanti, gli agenti forzano la porta, l’ambulanza porta la giovane estone in ospedale dove verrà ricoverata con prognosi di 20 giorni, ha riportato la rottura del dito mignolo, ha preso botte e pugni al torace, segnate anche le gambe. La Polizia sequestra il locale. L’operazione è stata condotta dagli agenti della Mobile Nicola Zupo, dal vice Pierfrancesco Muriana, dal coordinatore Salvatore Col angelo.
L’UNIONE SARDA
Decimoputzu Il sindaco: non è un paese di ubriaconi.
«Non siamo un paese di alcolisti né di drogati (*)». Il sindaco Antonino Munzittu non ci sta. «Apprezziamo il lavoro svolto dal Centro d’ascolto de L’Aquilone - sottolineano il sindaco e l’assessore ai Servizi sociali Donatella Collu - ma la maggioranza dei residenti è composta da lavoratori che nulla hanno a che fare con questo tipo di devianze». Dello stesso avviso il direttore del Centro d’ascolto Renzo Marongiu. «In nove anni di attività - spiega Marongiu- il problema alcol e droghe sintetiche si è ridotto del 40 per cento ». (g.l.p.)
 
(*) Nota: i problemi legati all’alcol e, in misura minore, alle droghe illegali sono presenti e diffusissimi in ogni paese d’Italia.
Di fronte a tali problemi si possono assumere atteggiamenti diversi: c’è chi proprio non è in grado di riconoscere il fenomeno nella sua gravità, c’è chi lo vede e nasconde la testa sotto la sabbia, c’è chi minimizza per “tutelare l’immagine del paese”, c’è chi li riconosce, li denuncia e li affronta a tutela del benessere dei cittadini.
A Decimoputzu non si devono certo vergognare di avere dei servizi che funzionano bene.
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
Il fenomeno è in forte crescita, decisamente superiore a quello della tossicodipendenza
Alcool, campagna di prevenzione
Domani un «gazebo» nell’isola pedonale destinato a giovani e adulti.
«Chi beve dimentica, tu dimentica di bere». Uno slogan che sintetizza efficacemente gli obiettivi della campagna contro l’etilismo e che, iniziata in aprile - Mese Internazionale della Prevenzione Alcologica - prosegue anche nel mese di maggio. Un messaggio chiaro e diretto a quanti lottano per uscire dalla triste condizione di dipendenza dall’alcol; un fenomeno sociale che ha assunto dimensioni allarmanti perfino superiori a quello della tossicodipendenza, rispetto al quale, però, riceve un’attenzione ed una visibilità mediatica inferiore alla sua reale portata che è ancor più devastante, stando ai rapporti ed alle cifre più aggiornati. La campagna di prevenzione e di sensibilizzazione ai problemi causati dalla dipendenza alcolica nella nostra provincia si avvale del patrocinio dell’Amministrazione comunale di Foggia, attraverso l’Assessorato alle Politiche Giovanili, nonché di quello alle Politiche Sociali dell’Ente Provincia, in collaborazione con i Dipartimenti delle Dipendenze Patologiche dell’ASL - FG /3 e delle rappresentanze dell’Apcat ( Club Alcolisti in Trattamento - Sezione Provinciale di Foggia) e le Comunità terapeutiche locali. Il Comitato organizzativo appositamente creato ha curato l’allestimento, il 24 aprile scorso, nell’isola pedonale, di un gazebo informativo sulla questione dell’alcol-dipendenza, gazebo che tornerà a campeggiare anche domani, domenica 8 maggio. Il programma di iniziative e manifestazioni prevede ancora una serie di esibizioni di gruppi musicali in piazza Duomo, il 21 maggio, ore 22.00 ed un workshop conclusivo della campagna presso la Sala Tribunale di Palazzo Dogana, sede dell’Ente Provincia. Intermezzo calcistico inserito in questo calendario di iniziative per domenica 15 maggio : - Dai un calcio all’alcol-, eloquente titolo di un torneo di calcetto che si svolgerà sul terreno di gioco della parrocchia dell’Annunciazione a Foggia; alla competizione possono prendere parte ragazzi di età compresa tra i 10 ed i 16 anni. Nell’occasione sarà distribuito materiale informativo sulle problematiche relative al consumo di bevande alcoliche.
CORRIERE ROMAGNA (Rimini)
Ubriaco “rapina” e picchia gli agenti.
RIMINI - Da otto anni trascorre l’estate lavorando come stagionale a Rimini. E ieri avrebbe dovuto prendere servizio. Avrebbe, perché fino a metà pomeriggio di sabato, ha dovuto attendere la sentenza di condanna patteggiata - un anno e 8 mesi pena sospesa - inflittagli dal giudice unico Sante Bascucci, che l’ha riconosciuto colpevole dei reati di rapina impropria e resistenza a pubblico ufficiale.E’ successo che alle 3,30 della notte precedente, il 47enne italo-venezuelano, rimasto fuori dall’albergo dove alloggia e dove ieri doveva prendere servizio, complice la sbornia rimediata con gli amici durante la serata in discoteta (questo quanto sostenuto in aula) non ha trovato meglio da fare che mandare in frantumi il finestrino e rubare un’autoradio su un’auto in sosta nel parcheggio della Residenza Giardino. Un ospite, svegliato dal rumore, ha avvertito il 113. Il ladro, alla vista della Volante, si è dato alla fuga attraverso un giardino adiacente all’area di sosta, tallonato a piedi dagli agenti che, un volta raggiunto, hanno avuto il loro bel da fare per immobilizzarlo. Calci e pugni quelli sferrati ai poliziotti costati il “passaggio” del reato di furto a quello di rapina impropria, “aggravata” dalla resistenza a pubblico ufficiale. L’italo-venezuelano era difeso dall’avvocato Andrea Gattei.
LA SICILIA (Palermo)
Carini
Parte dalla parrocchia di San Giuseppe alla Stazione il progetto «Libera mente»
«Guerra» a droghe e alcol.
Mariateresa Conti
Guerra aperta al dilagare di droghe e alcolismo, soprattutto tra giovani e giovanissimi, con una capillare opera di prevenzione che raggiungerà i potenziali utenti di stupefacenti nelle scuole, nelle piazze, nei principali luoghi di ritrovo e divertimento quali discoteche e pub. È stato presentato ufficialmente ieri, a Carini, «Libera mente», un progetto finanziato dall’assessorato regionale alla Famiglia finalizzato appunto a cercare di arginare un fenomeno, quello del dilagare delle tossicodipendenze, dal quale la provincia - lo dimostrano numerosi recenti blitz - non è affatto esente.
Anima dell’iniziativa, un prete impegnato in prima linea a Carini, padre Angelo Inzerillo, parroco della chiesa di San Giuseppe alla Stazione, che ha già messo a disposizione i locali della parrocchia per lo sportello di ascolto, già attivato. «Il progetto – spiega padre Angelo – è stato elaborato dall’associazione Kairos e dalla cooperativa Eureka, che mi hanno chiesto di svolgere un ruolo di coordinamento che io ho accettato ben volentieri. Le attività sono su tre fronti: opera di informazione-formazione nelle scuole, con un questionario somministrato ai ragazzi; lo sportello di ascolto, cui può rivolgersi chiunque voglia sottoporre un problema; e il camper itinerante, che consentirà di raggiungere i ragazzi nei principali luoghi di divertimento e soprattutto di arrivare in tutti i comuni del distretto sanitario 34 (Carini, Capaci, Isola, Torretta, Cinisi e Terrasini) coinvolti nell’iniziativa. Ora come parrocchia ci auguriamo che si facciano dei passi avanti per il bene confiscato che ci è stato assegnato, a Scavo Matteo, in contrada Piraineto. Sarebbe molto utile per le nostre attività».
«Il camper – sottolinea Donatella Farruggia, della cooperativa Eureka – sarà il “braccio lungo” dello sportello di ascolto, che ci permetterà di raggiungere i giovani direttamente nei luoghi di divertimento. Nel camper, così come allo sportello, gli utenti troveranno uno staff di professionisti qualificati, pronti a dare ogni tipo di risposta, dalla consulenza legale all’assistenza psicologica. Nella nostra zona il problema tossicodipendenze è molto sentito, il sert di Montelepre ha 300 utenti, e certo non sono tutti quelli che hanno simili problemi a rivolgersi alla struttura. Nostro obiettivo è anche fare un’opera di ricerca del perchè si cerca il consumo di queste sostanze».
Alla presentazione di ieri ha partecipato anche il dottor Stefano Sorrentino, dirigente della sezione narcotici della Squadra mobile di Palermo. «Il problema – sottolinea – qui da noi è in linea con la media nazionale. Ma è proprio a livello generale che c’è un incremento di uso di sostanze stupefacenti, come dimostrano le ultime operazioni condotte da noi, dai carabinieri, dalla Guardia di Finanza. Noi come polizia siamo chiamati ad occuparci dell’attività repressiva, ma non possiamo prescindere dall’attività di prevenzione, che è altrettanto fondamentale. Ed è importante coordinarci per contrastare chi vende morte. C’è in questo periodo in città un allarme eroina, con sette morti per overdose da febbraio che fanno pensare che sia arrivato nella zona uno stupefacente ad elevato grado di purezza e quindi più pericoloso. Ma è anche allarme per le droghe sintetiche, che producono sin dal primo utilizzo danni permanenti. In una delle ultime operazioni abbiamo sequestrato qualcosa come 10 mila pasticche, è importante informare i giovani e chi è in contatto con loro sui pericoli che si corrono».
LA PROVINCIA DI CREMONA
Harry, notte brava prima di entrare in accademia militare.
LONDRA — Alcool, giovani modelle, costumi nazisti e serate di baldorie hanno fatto guadagnare al principe Harry, figlio secondogenito di Carlo e Diana, l’etichetta di pecora nera della famiglia reale. Da oggi però con il suo ingresso all’Accademia militare di Sandhurst, il terzo in linea di successione al trono si troverà costretto a rispettare ordini inflessibili. Prima di partire il giovane principe non è riuscito ad evitare di fare la sua ultima comparsa sulle pagine dei tabloid, concludendo una serata in discoteca con un incidente d’auto. Uscito da un locale alle 4 del mattino, Harry, ubriaco, si è buttato insieme ad un amico sul sedile posteriore di una Jaguar guidata da un autista. Dopo pochi metri però, l’automobile ha strisciato contro una Citroen parcheggiata sul lato della strada lasciandola con la fiancata ammaccata.
IL MESSAGGERO (Abruzzo)
BLITZ DELL’ARMA
Controlli dei carabinieri a Loreto E’ la risposta alla rissa ai giardini.
LORETO - Dieci militari dell’Arma (stazione di Loreto), 4 automezzi, una unità cinofila da Chieti: questa la task force impiegata l’altra notte dal tenente Basilico della Compagnia di Montesilvano per un giro di vite contro la microcriminalità nel centro vestino. Sono state controllate 40 autovetture, 50 persone, 2 pub; elevate 10 multe ad automobilisti. C’è scappata anche una denuncia per un barista che ha servito alcool ad un soggetto ubriaco e nei giardinetti pubblici - grazie all’impiego di un bravissimo cane lupo-antidroga - sono stati trovati 10 grammi di hashish di cui si era appena disfatto un giovane spacciatore. L’operazione dei carabinieri è stata l’immediata risposta ai fatti violenti di una settimana fa, verificatisi fra ragazzi in vena di prodezze nei giardinetti, all’ingresso del centro storico. Botte da orbi e qualcuno finito malconcio all’ospedale San Massimo di Penne. I controlli dovrebbero aver placato i bollenti spiriti di gente avvezza a menare le mani, in un contesto urbano decisamente tranquillo.
P.G.O..



Lunedì, 09 Maggio 2005
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