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Notizie brevi 21/06/2012

Le strade italiane sono in uno stato disastroso per mancanza di manutenzione
A conferma delle preoccupazioni dell’ASAPS l’indagine della SITEB (Associazione italiana di produttori bitume) rivela preoccupanti condizioni per mancanza di fondi da investire su riparazioni e manutenzioni

Foto di repertorio dalla rete

(ASAPS) La politica dell’”avevo detto” non è propriamente quella che piace, però in questo caso bisogna fare riferimento alle giuste e accorate preoccupazione che l’ASAPS aveva esternato in due comunicati stampa dell’8 febbraio e del 9 maggio.
Nel primo si faceva riferimento alle forti nevicate che, contrariamente a quanto positivamente indicato nel proverbio che recita “sotto la neve il pane”, nascondevano situazioni di preoccupante degrado dei manti stradali afflitti da crepe, buche e avvallamenti che avrebbero richiesto una manutenzione talmente specifica e costosa da renderla difficilmente realizzabile alla luce della forte crisi che si è abbattuta sulle amministrazioni comunali.

Nel secondo la preoccupazione e il grido d’allarme era il seguente: “Strade al collasso. Percorsi di guerra fra buche, inadeguate barriere di protezione, segnaletica carente: dagli automobilisti 60 miliardi fra tasse, imposte e accise (più le multe), ma i tagli alla manutenzione aumentano il rischio sicurezza e la scarsa qualità incide su economia e turismo. Non pervengono notizie dai candidati alle Amministrative. Servirà una lotteria “Tappa e vinci”?”.
A conferma di questo un rapporto del SITEB (associazione italiana dei produttori di bitume e asfalto) che, seppur possa sembrare direttamente interessata all’argomento da trattarlo con “particolare” preoccupazione,  è importante per capire ancora di più le condizioni delle nostre strade ed autostrade e i pericoli per chi le percorre, soprattutto se a farlo sono i motociclisti.
“La prolungata assenza di investimenti da parte di amministrazioni locali e centrali rischia di compromettere un patrimonio tra i più significativi del nostro Paese che – secondo l’associazione – ha un valore di oltre 5.000 mila miliardi di euro per un'estensione totale di 850 mila chilometri”.


Ma sono altri numeri a destare preoccupazione: “I lavori di costruzione e manutenzione hanno raggiunto il minimo storico negli ultimi 20 anni”, sottolinea il rapporto rapportandolo alla produzione di asfalto che si è praticamente dimezzata in meno di cinque anni, passando dai 45 milioni di euro ai 29 del 2011.
Per un paese che, seppure in grave crisi come il resto del Vecchio Continente, spera che attraverso la realizzazione delle grandi opere (non quelle faraoniche da tempo strombazzate nei comizi pre-elettorali) si possa ripartire non è un buon segnale. “L'Italia - prosegue la nota-, è stata fra i primi paesi in Europa a dotarsi di un sistema di moderne autostrade e delle necessarie competenze, degli impianti e delle macchine per costruirle. Negli ultimi anni il Paese si è però fermato e, anzi, ha cominciato ad arretrare fino ad arrivare alla situazione attuale”. Quanto a crescita siamo al palo: “le arterie autostradali sono aumentate di soli 187 km in 14 anni”.


C'è da dire anche che non è facile mantenere in salute una sterminata ragnatela di vie secondarie: le comunali extraurbane e urbane secondo il Siteb costituiscono la fetta più grossa della rete e sono le prime ad accusare i tagli ai bilanci delle municipalità. “Dopo gli annunci del ministro Passera sull'avvio di un piano nazionale per le infrastrutture, siamo in attesa di misure concrete”, afferma Carlo Giavarini presidente del Siteb, “per mettere in sicurezza le nostre strade che sono state tenute sotto la soglia minima di garanzia”, con il serio rischio di dover pagare un conto salatissimo. Fra ritardi e incidenti la stima della Banca d'Italia è di 40 miliardi di euro, ma restano fuori le innumerevoli richieste di danni da parte di chi cade con lo scooter a causa di voragini e crepe. Perché l'asfalto non è eterno: “Dopo 8-10 anni la pavimentazione diventa pericolosa e scomoda, fino a dover essere completamente rifatta dopo 12-15 anni”, conclude Giavarini.
Già la sicurezza! Nel comunicato stampa dell’ASAPS datato 9 maggio spiegavamo che: “Gli oltre 450.000 Km della rete primaria nazionale, dove circolano oltre 42 milioni di veicoli, sono in molti tratti ampiamente sotto al limite non solo della sicurezza, ma anche di una normale mobilità.


Alcune statali e superstrade sono in condizioni a dir poco pietose come fondo stradale, segnaletica orizzontale e verticale, stato delle gallerie. Ogni pioggia diventa fattore di rischio ulteriore per il minaccioso occultamento di buche, ogni temporale diventa minaccia costante per frane e smottamenti che oltre a costituire pericolo causano interruzioni con lunghe deviazioni. Aumentano le segnalazioni all’Associazione dei crescenti rischi della strada, da parte di numerosi operatori della sicurezza che sulla strada ci lavorano.
Il sistema di protezione delle strade soprattutto per i guard rail e le barriere di protezione in generale è tale da contribuire più che al contenimento a volte all’aumento della gravità degli effetti degli incidenti, in modo particolare per i motociclisti che stanno diventando in assoluto la prima categoria a rischio sulle strade, pagando assurdi costi: 14.329 morti e 869.930 lesioni in 10 anni (Istat 1999 -2009), e migliaia di amputazioni”.


Eppure la politica, quella che conta, che distribuisce i finanziamenti e legifera, sembra non prendere coscienza di questo grave problema. La manovra portata avanti per superare il momento di impasse del Paese nel suo complesso ha ridotto i trasferimenti economici verso i Comuni e ha generato una paralisi sugli investimenti degli enti locali.
Quelli che siedono sulle poltrone più alte dovrebbero sapere che oltre ad un costante peggioramento della sicurezza stradale la situazione si sta evolvendo verso un abbattimento qualitativo della mobilità con conseguenze evidenti e pesanti per l’economia e per il turismo, in un Paese nel quale viaggia su gomma il 90% del traffico interno viaggiatori e il 62% di quello merci complessivo.
Le conclusioni preoccupate del SITEB a questo punto collimano con quelle a suo tempo prospettate dall’ASAPS che riferiva di una preoccupante situazione di inspiegabile immobilismo nonostante l’alto prezzo pagato dagli automobilisti/motociclisti in termini di tasse, imposte, accise, multe e, anche, in termini di sicurezza e morti sulle strade per incidenti causati dalla cattiva gestione di un manto stradale che molte volte assomiglia più ad un percorso ad handicap piuttosto  che al pavimento sul quale dovrebbero camminare in sicurezza i nostri mezzi di trasporto. (ASAPS)
 

Giovedì, 21 Giugno 2012
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