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L’Europa e le sue strade: luci e ombre tra sicurezza difficile da mantenere e violenza sempre in agguato
Al volante nel 2011, mentre la Spagna non conosce crisi e la Francia galleggia, Germania e Belgio alzano il differenziale sui morti in incidenti

di Lorenzo Borselli
Foto di repertorio - archivio Asaps

Le strade spagnole stanno diventando le migliori d’Europa e per l’ottavo anno consecutivo fanno segnare un decremento della mortalità: un vero record, che mette il paese di Rajoy in una condizione di grazia, su questo fronte, nonostante la difficile crisi economica che ha costretto il governo a tagliare pesantemente – ma non quanto in Italia – sulle politiche di prevenzione e repressione di trasgressione e delinquenza stradale. È invece del tutto stagnante la situazione francese, con sole 22 vite salvate nel 2011 rispetto al 2010, ma ciò che preoccupa l’Eliseo, che ai tempi di Chirac aveva visto avanzare una formale dichiarazione di guerra nei confronti della Violence Routiere: l’arretramento delle truppe in prima linea si sente e, infatti, preoccupa l’aumento della mortalità tra gli incidenti stradali in itinere. I più preoccupanti, però, sono i numeri che Berlino avrebbe voluto probabilmente tenere nascosti in un cassetto: 341 vittime in più rispetto al 2010… Altro che Spread… Male anche in Belgio, ma vediamo i numeri…
Non prima, però, di aver ripetuto (in realtà non ce ne stancheremo mai) che se in Italia stiamo ancora discutendo sulle cifre della sinistrosità relative al 2010, nel resto del pianeta gli esperti di sicurezza stradale dibattono un anno più avanti rispetto allo stivale. Anzi: se vogliamo essere precisi, siamo noi che dibattiamo in perenne e impreciso ritardo.

 

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da il Centauro n. 157

 

 

Lunedì, 28 Maggio 2012
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