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Notizie brevi 11/04/2012

Caos incidenti stradali
mistero sul numero di vittime

I morti nel 2010 potrebbero essere 4700 e non 4000. Clamorosa scoperta dell'associazione Lorenzo Guarnieri. Nelle province di Firenze e di Forlì-Cesena ci sono prove di errori. E nel resto d'Italia?

Colpo di scena: il dato più importante sulla sicurezza stradale, quello relativo al numero di morti, potrebbe essere falso. Clamorosamente falso. Ossia nel 2010 non ci sarebbero stati 4090 morti come sostiene l'ISTAT, ma più di 4700. Un errore di oltre seicento persone, per l'ISTAT vive e per lo Stato scomparse per cause naturali.

Il dato arriva analizzando quanto ha appena provato Stefano Guarnieri, papà di Lorenzo, ucciso nel 2010 da una persona che guidava un motorino sotto l'effetto di alcol e droga. Stefano ha infatti scoperto che per l'ISTAT, suo figlio è uscito incolume dallo scontro nel quale è morto sul colpo. Da questa clamorosa scoperta l'associazione Lorenzo Guarnieri ha fatto partire un'indagine molto approfondita, in collaborazione con l'Istituto di Ricerca e Programmazione Economica per la Toscana (IRPET), scoprendo che l'errore fatto nei confronti  di Lorenzo non è un caso isolato. In provincia di Firenze nel 2010 sono morte 69 persone, mentre l'Istat ne riporta 58 e il sistema SIRSS della regione Toscana (sistema di rilevazione costato al contribuente circa 2 milioni di euro dal 2008 ad oggi) ne riporta 59. Nella provincia di Forlì-Cesena nel 2010 i morti per scontri stradali sono stati 39 (fonte ASAPS) e non 34 come indicato dall'Istat.

Questo significa che riportando a livello nazionale i dati - provati - della Toscana e della provincia di Forlì-Cesena (i dati arrivano dalla battagliera Asaps, associazione amici polizia stradale, guarda caso...) si arriva ai famosi 4700 morti
e non 4090, visto che parliamo di uno scarto statistico del 15%.

Non è corretto generalizzare? Va bene. Ma allora delle due l'una: o in quelle zone l'Istat lavora malissimo (per usare un sottile eufemismo...) o il dato si può riportare a livello nazionale. "E' assai probabile - spiega infatti lo stesso Guarnieri - che quanto accaduto nelle province di Firenze e di Forlì-Cesena sia accaduto in tutte le altre province italiane:  ne consegue che la mortalità sulle nostre strade a causa di violenza stradale non è in calo - come ha affermato il 4 Aprile in Commissione Trasporti il Ministro Cancellieri - ma è in aumento" ( come si può evincere dal grafico allegato). Dunque i morti nel 2010 si stimano in 4703, in netto aumento rispetto ai 4237 del 2009 (+11%). L'Italia si conferma la maglia nera d'Europa come paese con il maggior numero di morti sulle strade (uno spread sulla Germania di 1.052 deceduti)".

Come venirne a capo? L'associazione Lorenzo Guarnieri ha fatto quello che Stefano consiglia di fare a tutti i familiari delle Vittime: "Invito tutte le famiglie a richiedere i dati che riguardano la morte o la disabilità dei loro congiunti a tutte le istituzioni coinvolte nella raccolta (polizia municipale o polizia stradale o carabinieri e Istat), per verificarne la veridicità e per far capire che la morte o l'invalidità sono cose importanti e come tali devono essere trattate.

Ma c'è dell'altro: la cialtronaggine di questa raccolta dati non è solo sulla quantità dei numeri ma anche sulla "qualità". Sempre secondo l'Istat, intatti, l'incidente che ha coinvolto il povero Lorenzo Guarnieri è stato provocato da distrazione: Lorenzo invece è stato vittima innocente di alcool e droga passivi sulla strada. "Pretendiamo delle scuse formali - spiega Stefano Guarnieri - da parte dello stato, della regione, della provincia e della polizia municipale per avere trattato l'omicidio di nostro figlio con approssimazione, così come purtroppo è accaduto in tanti altri casi."

Difficile dare torto a Stefano Guarnieri. Ma se a lui il governo dovrebbe delle scuse, a tutti noi servirebbero delle risposte. Anzi, una sola risposta: ma come si fa a parlare di sicurezza stradale se lo Stato non sa nemmeno contare i morti sulla strada?

 

di Vincenzo Borgomeo
da Repubblica.it/motori

Mercoledì, 11 Aprile 2012
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