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Notizie brevi 11/04/2012

Da alVolante
"Ergastolo della patente": tu che ne pensi?
(Nota: Potete votare sul portale della rivista)

Diverse associazioni insistono per l’introduzione del reato di omicidio stradale e chiedono la revoca a vita della licenza di guida per chi, sotto l’effetto di alcol o droga, causa un incidente mortale con l’auto. Il ministro dell’Interno tuttavia frena: “Perplessità di natura tecnica”. Secondo voi, sarebbe utile togliere per sempre la possibilità di guidare in casi del genere?

REVOCA DELLA PATENTE A VITA - “Ergastolo della patente” ai pirati della strada che provocano la morte di una persona. Lo torna a chiedere a gran voce l’Asaps, commentando la sentenza con cui è stato condannato a sette anni di reclusione l’uomo che, a Bologna, ha travolto una ragazza che attraversava la strada sulle strisce pedonali, uccidendola. “Alla condanna conseguirà la revoca della patente”, ha scritto Giordano Biserni, presidente dell’Associazione dei sostenitori e amici della polizia stradale. “Tuttavia, dopo al massimo tre anni sarà possibile ripetere gli esami e riottenerla”. L’Asaps non ci sta e, insieme alle associazioni Lorenzo Guarnieri e Gabriele Borgogni di Firenze, chiede “l’ergastolo della patente”. In altre parole, “chi uccide in questo modo non lo vogliamo più rivedere alla guida sulle strade”.

PROPOSTA DI LEGGE - Le stesse associazioni stanno raccogliendo le firme per l’introduzione del reato di omicidio stradale, che prevedrebbe una condanna da 8 a 18 anni di reclusione e la revoca a vita della licenza di guida “nel caso di lesioni gravi o morte provocate da chi si pone alla guida in condizioni di ebbrezza (tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l) e/o sotto l’effetto della droga”, come è spiegato nel sito dell’iniziativa www.omicidiostradale.it. Attualmente, questo tipo di reati ricade nella casistica dell’omicidio colposo (vale a dire, “involontario”) ed è sanzionato con massimo 10 anni di carcere. Scopo della proposta di legge d’iniziativa popolare, per cui sono state già raccolte quasi 59.000 firme, è dunque quello di inasprire le pene introducendo un reato ad hoc: l’omicidio stradale.

IL MINISTRO CI VA CAUTO - Frena il ministro Annamaria Cancellieri. Nel corso di una recente audizione alla commissione Trasporti della Camera dei deputati, la titolare degli Interni ha fatto notare che sull’introduzione di questo tipo di reato autonomo “gravano perplessità di ordine tecnico” relative, in particolare, “all’individuazione dell’elemento soggettivo e ai rischi di sovrapposizione con le ipotesi dolose e colpose già disciplinate dal Codice penale”. Cancellieri ha inoltre espresso dubbi, anche di natura costituzionale, in merito alla revoca delle patente a vita: “Una sanzione lunga è già efficace, dato che la patente può essere uno strumento di lavoro”. Il ministro ha poi fatto presente che le sanzioni vigenti per le morti causate da guidatori sotto l’effetto d’alcol o droghe “sono state già inasprite con il decreto sicurezza del 2008”. Cancellieri si è comunque detta “sensibile all’ansia di giustizia delle famiglie delle vittime” e ha auspicato un’integrazione delle disposizioni vigenti, dato che “alcuni comportamenti molto pericolosi non sono oggetto di sanzioni adeguate”, come il non dare la precedenza, l’omesso rispetto delle distanze di sicurezza, l’eccesso di velocità, l’uso del cellulare al volante.

 

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Mercoledì, 11 Aprile 2012
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