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Rassegna stampa alcol e guida del 15 dicembre 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


VITA NO PROFIT ONLINE
Guidi in modo pericoloso? Vatti a confessare
I Gesuiti inseriscono i comportamenti alla guida nell’esame di coscienza. "Mettono a rischio vite umane, certo che è questione morale".
  

Insistere meno sulla morale sessuale e cominciare a parlare dei rischi per la vita di tutti della guida pericolosa e di comportamenti irresponsabili nel traffico. Lo chiede la Civilta’ cattolica in un articolo del prossimo numero, firmato dal direttore Gianpaolo Salvini e intitolato ’’Il traffico e le sue dimensioni morali’’. Salvini propone anche di inserire in ogni esame di coscienza i comportamenti tenuti al volante.
La guida pericolosa, che mette a rischio la vita di esseri umani e causa ogni anno morti e invalidi permanenti purtroppo, constata la rivista romana dei gesuiti, non viene considerata con la stessa ’’intransigenza delle norme che regolano la morale sessuale’’ e c’e’ una ’’evidente sproporzione’’ anche nell’educazione dei giovani, tra queste norme e il modo in cui li si educa ’’a usare moto e auto in modo moralmente responsabile’’. Del resto ’’ogni confessore - scrive Salvini - crediamo che conti sulla punta delle dita i penitenti che si sono accusati durante una confessione di aver guidato impunemente, in stato di ubriachezza o di stanchezza bene percepita, con l’automobile non in ordine, contromano ecc.’’. Civilta’ cattolica ricorda invece che ’’tutte le componenti educative, e quindi anche la Chiesa, hanno una forte responsabilità nella formazione delle coscienze in questo campo’’.
L’articolo esamina dettagliatamente il problema degli incidenti stradali, ’’gravissimo problema’’ analizzato auspicando ’’una trasformazione della mentalita’ che dovrebbe coinvolgere tutti’’. Gli incidenti stradali, osserva padre Salvini, sono eventi ’’particolarmente lesivi del diritto alla tutela della salute, perche’ si possono prevenire e perche’ privano della via soprattutto giovani e persone in buona salute’’.
Un’ampia parte del dettagliato articolo e’ dedicata a vedere cosa accade quando, specialmente per i giovani, il mezzo di trasporto diventa un ’’simbolo’’ , ’’un mezzo per sfidare la propria fragilita’’’.Si affronta anche il problema della inefficacia delle campagne di prevenzione, visto che la gente sembra ’’assuefarsi’’ alle immagini di ’’lamiere contorte e carcasse di auto incidentate’’. Per padre Salvini ’’non esiste ancora una adeguata coscienza pubblica in materia di circolazione stradale, che pure costituisce un problema tra i piu’ seri della civilta’ occidentale’’’ e ’’soltanto motivazioni profonde, e anzitutto un concetto altissimo della vita, assimilate con un esercizio quotidiano, possono creare con efficacia uno stile stradale corretto’’.

L’ARENA
DESTRA ADIGE. Entrerà in funzione da fine gennaio
L’etilometro dell’Unione rende le strade più sicure
Lo strumento acquistato dal comando con i fondi della Regione .

Destra Adige. L’ etilometro entrerà in funzione a partire dalla fine di gennaio anche sulle strade di Angiari, Isola Rizza, Roverchiara e San Pietro di Morubio. In questi giorni, infatti, il comando di polizia dell’Unione Destra Adige - il consorzio che riunisce i quattro Comuni - ha incaricato la ditta «Morgan Italia» di Bologna della fornitura dell’apparecchio che sarà in grado di stabilire la quantità di alcool presente nel sangue dei conducenti sottoposti al test. Si tratta di uno strumento indispensabile, che sarà acquistato grazie al contributo che la Regione ha assegnato lo scorso anno all’Unione per realizzare questo progetto avviato ben due anni fa. È dal 2003, infatti, che la giunta amministrativa dei quattro Comuni ha avanzato a Venezia la richiesta di finanziamento dello strumento, usufruendo dei benefici della legge regionale del 1988. Il costo totale dell’apparecchio è di circa 7mila euro.
Il modello scelto dai vigili dell’Unione, il «Seres 679», sarà dotato di tastiera compact, alimentatore esterno e stampante per permettere il trasporto e l’utilizzo per gli accertamenti. Oltre a fornire una valida arma per il controllo e la repressione della guida in stato di ebbrezza, la nuova strumentazione permetterà alla polizia municipale di intervenire in maniera più completa durante i rilievi degli incidenti stradali. «L’utilizzo di tale strumento - dice infatti il comandante Daniele Tramarin - è previsto dal codice della strada ogni qual volta vi siano dei feriti». Oltre all’etilometro, la polizia urbana avrà a disposizione anche un altro strumento, chiamato in gergo «pre-test», che servirà a scoprire in maniera rapida e preventiva quali conducenti debbano sottoporsi al controllo. I vigili faranno infatti soffiare gli automobilisti fermati all’interno dello strumento che, tramite l’accensione di un led, indicherà la necessità di sottoporre o meno il conducente all’etilometro.
«L’uso del pre-test - spiega Tramarin - ci permetterà di risparmiare del tempo nei controlli, poiché l’etilometro consente di controllare, nell’arco di un’ora, due o tre persone al massimo». La guida sotto l’influsso di alcol od altre sostanze è un fenomeno che, sempre più frequentemente, tocca anche il territorio dell’Unione, attraversato da arterie stradali trafficate e pericolose come la Transpolesana ma anche caratterizzato dalla presenza di numerosi locali pubblici nei quali, soprattutto nei week end, si fa consumo di alcolici.
Fabio Tomelleri .

LA STAMPA
SICUREZZA anche ad Ovada, come ad Acqui, Alessandria, Valenza e Serravalle
Guido Sobrio, l’ultima serata con gli “etilotest” sulle strade.

Ovada
Stanotte si conclude la parte dedicata ai controlli sulla strada dell’iniziativa “Guido Sobrio”, la campagna contro l’abuso di alcol alla guida, alla quale in provincia, oltre ad Ovada, hanno aderito anche Acqui, Alessandria, Serravalle Valenza. Il primo controllo era stato effettuato a metà settembre, il secondo all’inizio di novembre, dopo una campagna di sensibilizzazione portata avanti dai vigili urbani tra gli studenti delle scuole superiori, ma anche tra la gente in occasione delle giornate di mercato, non solo con la distribuzione di depliant, ma anche illustrando il funzionamento degli etilotest che permettono agli automobilisti di verificare direttamente e facilmente il proprio tasso alcolico prima di mettersi alla guida.
Quindi stasera dalle 23 alle 4 del mattino anche a Ovada le pattuglie torneranno a fermare il maggior numero possibile di automobilisti: in primo tempo per il controllo utilizzeremo l’etilotest e quindi valuteremo l’opportunità di sottoporre il conducente dell’auto all’etilometro.
Finora sono state controllate 120 persone ed il vigili hanno contestato il reato di guida in stato di ebbrezza solo ad una di loro. Evidentemente, come ha precisato il comandante dei vigili, Maurizio Prina, è stata importante la campagna di informazione.
r.bo.

IL GAZZETTINO (Treviso)
I titolari del Cutty Sark: «Non era mai successo. Tipi molto aggressivi che arrivano da noi dopo la chiusura degli altri locali»
Tre risse in poche ore in un pub
Protagonisti alcuni ventenni che si sono scatenati tra sabato e domenica. Divelte le porte dei bagni.

Vittorio Veneto
Clienti giovani, non più che ventenni, che il sabato sera al pub sfasciano le porte, innescano risse, disturbano gli altri avventori ed in particolare le ragazze.Pochi sregolati, ma sufficienti per rovinare la serata. È la triste novità con cui da circa un mese devono fare i conti i gestori del pub Cutty Sark, in via delle Sorgenti a San Floriano, uno dei più ampi di Vittorio.«È la prima volta che ci succede - commentano i gestori Egidio e Cristina, i gestori - in due anni di attività». I primi segnali preoccupanti si erano verificati qualche settimana prima. «Abbiamo ripetutamente trovato le porte del bagno sfondate: erano state prese a pugni. Alla fine abbiamo deciso di toglierle».La situazione peggiore si è verificata nella notte tra sabato 10 e domenica 11. «Verso l’una, abbiamo trovato un ragazzo in bagno col volto che mostrava le botte subite. Ci hanno spiegato che era fuori a bere una birra parlando con una ragazza, e d’improvviso due ragazzi giovani albanesi gli hanno tirato una testata, e una sberla al suo amico. Siamo andati a cercare i colpevoli, ma se n’erano già andati. Sappiamo chi sono, però». Mezz’ora dopo, nuovo episodio: «E’ scoppiata all’improvviso una rissa in una compagnia di ragazzi italiani sui 18-20 anni. Nella concitazione ci hanno anche rotto una lanterna. Li abbiamo mandati fuori». E non è finita. «Abbiamo poi visto due ragazzi - aggiungono - ad un tavolo che si menavano. E gli amici fermi a guardare!».
Si tratta in tutti i casi di clienti che a San Floriano giungono dopo che altri locali hanno chiuso; Cutty Sark infatti nei weekend è aperto fino alle tre.
E tre sono anche le considerazioni dei gestori in seguito a questa improvvisa escalation di intemperanze.La necessità di tutelare il locale e i clienti, anzitutto. «Abbiamo chiesto ai carabinieri di aiutarci - spiegano - di fare un giro dentro il locale e non più solo nel parcheggio. In passato la loro presenza non era mai stata necessaria».
La fatica di lavorare in queste situazioni: «Coi vittoriesi si è creato un rapporto di amicizia; non vorremmo che simili episodi ci facessero passare la voglia di fare progetti duraturi su questo locale». L’interrogativo: «Ma cosa succede a questi giovani? Perché questa aggressività? È la guida della famiglia a mancare?» (*)
Tommaso Bisogno
(*) Nota: in teoria i gestori dei locali che somministrano alcolici dovrebbero conoscere il rapporto tra alcol ed aggressività. In mancanza di questa conoscenza, la percezione che le risse accadono assai più frequentemente nei loro locali dovrebbe suggerire la risposta ai loro interrogativi.

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
Il cadavere di Antonio Centonze è stato rinvenuto in località «Lizza», nel feudo di Melendugno. Il corpo era rannicchiato, a ridosso di un muro                                                         
Ritrovato morto il giovane scomparso
Ad ucciderlo forse è stato un micidiale cocktail di alcol e droga. Indagato un amico.

Ucciso, ma da un cocktail micidiale di alcool e forse anche di droga. E’ morto così, probabilmente, Antonio Centonze, 39 anni, di Lecce. E l’amico, quello con cui si sarebbe attardato sabato sera prima di scomparire, è indagato per abbandono di incapace. Il ritrovamento del cadavere di Centonze è avvenuto ieri mattina. Sono stati alcuni contadini a scoprirlo in una stradina interpoderale che si affaccia sulla Lecce-San Foca, in località «Lizza», feudo di Melendugno. Quando polizia e carabinieri sono giunti sul posto, si sono trovati di fronte ad una scena poco compatibile con quella di un omicidio. Il corpo, infatti, era rannicchiato, a ridosso di un muro in cemento, al di là delle siepi e dei rovi, a più di mezzo metro dalla strada. Di fronte ad una scena simile, gli esperti della Scientifica hanno formulato subito un’ipotesi: «E’ una strana posizione: qualcuno ha sollevato di peso il cadavere e lo ha scaricato dietro ai rovi». Gli elementi fin qui raccolti lasciano supporre che non si tratti di omicidio. Sul corpo non ci sono segni evidenti di colpi d’arma da fuoco. E la contusione alla testa potrebbe essere compatibile con le conseguenze della caduta. Il medico legale Alberto Tortorella domani mattina eseguirà l’autopsia disposta dal sostituto procuratore Patrizia Ciccarese. E così si accerteranno le cause del decesso. La convinzione degli inquirenti, però, è che Antonio Centonze sia stato stroncato da un malore. Qualcuno, poi, avrebbe scaricato il cadavere in quel posto. Ma chi? Le indagini, ovviamente, ripartono dalle frequentazioni di Antonio Centonze, senza un’occupazione fissa, residente in via Papadia, spesso frequentatore delle osterie della città, ma fuori da qualsiasi contesto criminale, un soggetto incensurato per le forze di polizia. Anche sabato sera, prima di scomparire, era stato in un’osteria. Poi, nessuno lo aveva più visto. Domenica sera i familiari (il padre gestiva un negozio di materiale elettrico situato di fronte al cinema Santa Lucia) si sono presentati in Questura per denunciarne la scomparsa. Nonostante Antonio Centonze anche in passato si fosse allontanato da casa per qualche giorno, gli agenti della Squadra mobile hanno attivato subito le ricerche. Gli investigatori sono riusciti a ricostruire gli spostamenti del giovane, a risalire ai locali visitati e ad identificare gli amici frequentati. Sono arrivati anche all’ultima persona con cui Centonze era stata vista in auto. Si tratta di un giovane sulla trentina, di un paesino del circondario di Lecce. Ieri pomeriggio, è stato interrogato a lungo negli uffici della Squadra mobile dal dirigente Rocco Carrozzo, alla presenza del magistrato e di un avvocato. Alla fine il suo nome è stato iscritto sul registro degli indagati per abbandono di incapace. L’ipotesi degli inquirenti è che non avrebbe aiutato Centonze, ma lo avrebbe abbandonato al suo destino, nonostante fosse in condizioni disperate a causa dell’alcool e forse anche della droga.

CORRIERE ROMAGNA
Volevano salvarlo: calmato a morte.

RIMINI - A causare l’infarto che lo scorso 25 agosto ha ucciso L.V., 38enne sarsinate durante il trasferimento in ambulanza da Cesena all’ospedale di Rimini, sarebbe stata la somministrazione di un "normale" calmante. Una iniezione massiccia di Valium per tranquillizzarlo che però, unito all’alcol e a qualche altro medicinale assunto dal paziente per curare la sua patologia mentale, avrebbe provocato l’arresto cardiocircolatorio. Sono queste le conclusioni cui è arrivato il tossicologo incaricato dal procuratore capo della Repubblica di Rimini Franco Battaglino per accertare cause e eventuali responsabilità nelle cure prestate, nel decesso dell’uomo che alcune ore prima era stato salvato dai Vigili urbani di Sarsina mentre cercava di lanciarsi nel vuoto da un viadotto della E45.I risultati delle perizie consegnate nei giorni scorsi, hanno portato la procura riminese a trasmettere immediatamente gli atti ai colleghi di Forlì.Il farmaco trovato nel sangue della vittima, come risulta dalle indagini e dalle cartelle cliniche, venne infatti somministrato nelle fasi immediatamente successive il salvataggio del tentato suicida.Gli agenti della Municipale, una volta aver bloccato l’uomo che da tempo soffriva di gravi crisi depressive, infatti, allertarono immediatamente Cesena soccorso.A ridosso venne disposto il Trattamento sanitario obbligatorio. La mancanza di posti letto al Bufalini, fece ricadere la scelta del ricovero nella Psichiatria dell’Infermi di Rimini.Ospedale dove V.L. è entrato già morto: mentre la lettiga affrontava la rampa d’accesso al pronto soccorso, infatti, venne stroncato da una crisi cardiaca.
 
 

IL GAZZETTINO (Padova)
MONSELICE
"Raggio di vita" il bicchiere che impedisce di ubriacarsi.

Monselice
(O.M.) Gigi Stecca, gestore di un locale pubblico di Rovigo, è stato il mattatore al bar Zelig di Monselice. Ha catalizzato l’interesse dei molti giovani avventori presentando il bicchiere "Raggio di vita", che serve a limitare i danni dell’alcol.
Il vetro è marcato internamente con spire elicoidali a raggiera, che partendo dal centro s’irradiano verso l’orlo. «Sono i canali per far uscire l’anidride carbonica - ha spiegato Stecca - gas che veicola rapidamente nel sangue l’alcol, provocando poi gli effetti nefasti del sabato sera». Il bicchiere ha una funzione igienica. «Bere con la bottiglia è negato - aggiunge Stecca - perché viene toccata e passa per depositi a magazzini non sempre puliti». Resta il problema dell’alcol assunto. «Con il metodo Stecca l’alcol viene rilasciato lentamente dal corpo attraverso la sudorazione e le minzioni - ha detto Andrea Tasinato, consigliere comunale di An di Monselice sostenitore dell’iniziativa - Inoltre si educano i ragazzi a bere bene». (*)
(*) Nota: l’alcol è conosciuto e consumato da migliaia di anni, se esistesse un modo di berlo senza rischi qualcuno l’avrebbe già scoperto. Sciocchezze del genere hanno al contrario l’effetto di dare una falsa, e pericolosa, sensazione di sicurezza. Il rallentamento dell’assorbimento per la minore quantità di anidride carbonica è un dettaglio trascurabile. Basti pensare all’effetto che farebbe la stessa quantità di alcol assunta con una bevanda non gasata.

IL MESSAGGERO
Bocciata la proposta di Zama per una centrale di bioetanolo da barbabietole. Si profila uno “scontro” tra i due impianti
Energia da girasoli a Fermo, alcol a Jesi (*)
La proposta della Regione per salvare i due zuccherifici. Ma Di Ruscio non ci sta .

FERMO A Fermo una centrale per la produzione di energia derivante dai semi di girasole. A Jesi ancora produzione di zucchero (meno di prima) e alcool. E’ questa la proposta della Regione per salvare dalla chiusura totale i due zuccherifici marchigiani. Ma lo scenario che si sta delineando e che viene prospettato da proprietà e Regione per la futura riconversione degli zuccherifici dell’Eridania Sadam di Jesi e Fermo non trova d’accordo quest’ultimo Comune. Il sindaco Saturnino Di Ruscio presenterà la prossima settimana una controproposta ed è pronto a far scendere in campo altre aziende interessate alla produzione di energia alternativa non ultime Enel e Solgas. L’idea dell’ing. Francesco Zama (ex amministratore delegato del gruppo Sadam), di realizzare a fermo un impianto di bioetanolo da barbietole, pare sia stata bocciata dalla stessa proprietà. «L’obiettivo ha affermato dopo la riunione di ieri mattina in Regione l’assessore all’Agricoltura Paolo Petrini è di riconvertire lo stabilimento di Campiglione di Fermo (150 operai fissi più 250 stagionali e 3.000 nell’indotto, ndr) con un impianto per la produzione di energia derivante da semi di girasole. C’è in questo caso anche un sufficiente assorbimento occupazionale sotto il profilo industriale. Jesi è una struttura di gran lunga più competitiva e complessa di quella fermana (ha circa 250 operai fissi). L’attività completare - ha detto ancora Petrini - che la Eridania Sadam cercherà di portare avanti nell’impianto jesino, parallelamente a quello dello zucchero, sarà una produzione di alcool (il bietanolo è un’altra cosa) in quanto il gruppo ha già un accordo con la Covino, una grossa società di Bologna». «Ho sempre sostenuto ha dichiarato, estremamente preoccupato, il sindaco di Fermo Di Ruscio ieri mattina che insieme all’assessore Michele Rastelli ha puntualizzato alcune questioni che ci dovesse essere una pari dignità tra Fermo e Jesi e questo non mi sembra stia accadendo. Rilanciamo, perciò, in modo serio e concreto sulla questione delle alternative alla proposta che è stata fatta». Il ministro all’Agricoltura Alemanno, intanto, forte già di alcuni piani di riconversione, sarebbe intenzionato a chiudere l’intera partita entro pochi giorni. Il 22 è stato fissato un incontro a Palazzo Chigi e già ieri sarebbe stato stilato un documento inerente la riconversione degli zuccherifici. La centralina proposta per l’impianto di Campiglione di Fermo dovrebbe produrre 25 megavatt (in termini di utenza domestica coprirà il fabbisogno di 30.000 persone) e impiegare 40 operai. «Il Comune di Fermo non ci sta - ha proseguito Di Ruscio- Chiediamo che la riconversione coinvolga il settore agricolo e dia occupazione ai trasportatori e alle maestranze. Se ci deve essere una riconversione, deve essere fatta in qualche modo per creare un futuro su questo territorio. Gli investimenti che verranno fatti a Fermo dovranno essere uguali a quelli effettuati a Jesi. Ci deve essere una pari dignità».
(*) Nota: bruciare l’alcol per produrre energia o per l’autotrazione sarebbe una bella alternativa al far bruciare delle vite dall’alcol.

CORRIERE.IT
L’ex laziale parla della scomparsa dell’amico George Best
Gascoigne: «Sarò sempre un alcolizzato»
«Ma mi curo e non finirò come l’ex campione del Manchester. Continuerò a fare l’allenatore: Mourinho, Ferguson riferimenti» .

LONDRA - «George Best era un mio amico ed era anche il mio eroe. La notizia della sua morte mi ha distrutto, ma io non sono come lui, mi curo, vado da uno psicologo e tengo sotto controllo i miei problemi con l’alcool». Dichiarazioni, queste, che Paul Gascoigne ha rilasciato in un’intervista al quotidiano spagnolo «As» che lo ha raggiunto in Inghilterra qualche settimana dopo il suo esonero dal Kettering Town e dal suo arresto per l’aggressione ad un fotografo. L’ex stella della Lazio e della nazionale inglese, 39 anni, racconta la sua verità sul licenziamento al Kettering Town. «Hanno detto che sono stato esonerato perchè ero sempre ubriaco, è falso - spiega Gascoigne -, la verità è che ho preso un brandy doppio prima di una partita, nulla rispetto alle quattro bottiglie di whisky che bevevo in passato». «Gazza» parla con entusiasmo dei suoi giorni da allenatore del Kettering, i risultati arrivavano e con la squadra si era instaurato un bel rapporto. «Voglio fare l’allenatore, continuerò a farlo - assicura Gascoigne -. Ho parlato con tanti grandi tecnici, da Mourinho ho imparato l’importanza di una difesa forte, da Ferguson che tutti i giocatori devono essere duri e pronti a tutto, da Wenger come sfruttare il possesso palla».





 

Venerdì, 16 Dicembre 2005
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