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Editoriali 14/02/2012

Sparatoria Milano. La sequela dei tre episodi gravi in un mese ha tre costanti
Sempre la Polizia Locale, sempre per fuga all'alt e sempre stranieri
C'è motivo per riflettere

La macchina dei fuggitivi

Dopo il segnale/presagio del tragico investimento dell'agente Nicolò Saverino il 12 gennaio scorso, seguito dall'altro episodio dell'investimento di un altro agente della Polizia Locale di Milano  ad opera di criminali il 30 gennaio, ecco un terzo episodio di sangue  in un mese. E anche questa volta c'è scappato il morto.
Noi non possiamo entrare nel merito dei fatti. Non li conosciamo nei dettagli. Sarà la giustizia ad accertarli. Diciamo subito che una vita perduta, anche se di un possibile delinquente, ci dispiace comunque.
Ma al di là di questo, forse è ora di cominciare a capire cosa sta succedendo a Milano, come funziona il controllo del territorio, qual è il ruolo della Polizia Locale.
Dopo la tragica morte dell'agente Nicolò Saverino, ucciso dal SUV guidato da un rom, si è aperto un dibattito che da una parte vedeva la rivendicazione degli agenti milanesi per il riconoscimento  del loro ruolo di operatori di polizia sul territorio al pari (anche nei diritti) della altre forze di polizia dello Stato. Da più parti si è teso invece  ad evidenziare l'occasionalità dell'accaduto. Il secondo episodio avvenuto il 30 gennaio con un altro agente travolto ad opera di 3 occupanti di una Megane con targa francese ha cominciato a preoccupare anche i più tiepidi.

 

Il luogo della sparatoria

Oggi questo terzo grave fatto di sangue certifica una situazione che definire preoccupante è poco.
Crediamo sia arrivato il momento di ripensare la strategia del controllo del territorio nella capitale lombarda.
Si dovrà iniziare partendo dall'analisi dei 3 gravi episodi accaduti nell'ultimo mese,  tutti con tre elementi comuni.


Primo: protagonista, suo malgrado, dei fatti è sempre la Polizia Locale e questo la dice lunga sul ruolo che esercitano gli agenti milanesi nel controllo del territorio e nel contrasto al crimine, senza se e senza ma!


Secondo: tutti e tre gli episodi si sono concretizzati in una fase di fuga con veicoli con a bordo delinquenti che volevano sottrarsi ai controlli.


Terzo: i protagonisti sono stati sempre stranieri (nel secondo episodio non sono stati ancora identificati, ma la Megane con targa francese, fa facilmente pensare a stranieri).
Ecco, per alzare gli argini della sicurezza di questa Milano violenta si potrebbe partire da questi tre elementi comuni, forse semplicistici, ma potrebbero essere una buona base per capire quali sono i problemi e per cercare soluzioni. In fretta.

 

Giordano Biserni
Presidente ASAPS

Martedì, 14 Febbraio 2012
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