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Notizie brevi 01/12/2011

Polizia Stradale ed il Progetto “ST.E.P.”

Foto Coraggio - archivio Asaps

Un’interessante indagine che si svolgerà insieme all’Istituto Superiore di Sanità Quest’oggi parliamo di sicurezza. A EICMA 2011 abbiamo avuto un’interessantissima opportunità di seguire una conferenza su un’importante progetto che l’Istituto Superiore di Sanità ed il Servizio Polizia Stradale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza metteranno in atto a breve. Si chiama “ST.E.P.”, acronimo di Studio Efficacia Paraschiena. Con la presenza del plurititolato Giacomo Agostini, il Dottor Alessio Vitilis Direttore dell’Ist. Superiore di Sanità ed il Dottor Roberto Sgalla, Direttore del Servizio Polstrada, ci è stato illustrato cosa include questo programma, oltre ad averci fornito un’interessante quadro generale (formato da dati), su incidenti, casistiche e quant’altro.


L’EUROPA CHIEDE PIU’ SICUREZZA
Facciamo un passo indietro. A metà ottobre vi fornimmo ed esaminammo i dati forniti dall’IRTAD (International Road Traffic and Accident Database), pubblicati dall’Unione Europea. Analizzati questi, la Commissione Europea ha fissato dunque sette obbiettivi; di questi, uno riguarda i motociclisti che include più motoveicoli dotati di ABS, l’accensione automatica delle luci per tutti ed un maggiore studio sugli airbag. Del progetto faceva parte anche la riduzione degli incidenti mortali di un 50% nel periodo 2000-2010. In Italia ci siamo andati vicino, con il 44% in meno, ma naturalmente c’è sempre margine per migliorare (siamo 11° in Europa). Si è passati da 7.061 decessi del 2000 a 4.090 del 2010. Il target fissato è il raggiungimento di massimo 2000 decessi per il 2020.
TROPPI MORTI, MA TROPPE LESIONI SPINALI
Sappiamo bene che la causa principale dei decessi per motociclisti e scooteristi è il trauma cranico, ma la lesione successiva in ordine di importanza è quella spinale (della colonna vertebrale, in parte o completa). Le statistiche per quanto riguarda le moto non sono incoraggianti: nel 2000 i morti in moto furono 770, l’anno scorso, 943, al contrario dei ciclomotori: 667 nel 2000 e 203 nel 2010. Il motivo è presto detto: in dieci anni sono aumentate le vendite delle moto, e diminuite vertiginosamente quelle dei ciclomotori. Le aziende ospedaliere, nel 2009, hanno registrato qualcosa come 258.000 accessi, con 22.480 ricoveri e 1.249 decessi. Di questi ricoveri, il 10% hanno registrato traumi spinali! Di certo l’ingresso della patente a punti nel 2004 ha aiutato a diminuire vittime ed incidenti, ma c’è ancora molto da fare. La maggior parte degli incidenti, secondo i dati della Polstrada sono concentrati nel mese di luglio, e sono condensati nel week-end, e nelle giornate di giovedì e venerdì. Il 43% dei morti avviene sulle strade urbane, e solo il 7% sulle autostrade. Dato che dovrebbe farci pensare quanto sia più importante proteggersi in città che fuori. Le città italiane con la “maglia nera” sono Verona e Palermo, mentre le città con meno morti sono Milano e Bari. Un ruolo importante lo gioca ancora una volta il casco, usato solo dall’89,8% degli italiani. Al Nord lo utilizzano il 99,9% delle persone, al Centro il 93,1% ed al Sud appena il 76,6%. In Campania ed Abruzzo, sono le regioni dove si indossa meno. Incredibile la “spiegazione” delle persone fermate senza l’importante accessorio dalla Polizia: la maggior parte dei fermati rispondono che “rovina l’acconciatura”, ed in parte minore che “soffoca” soprattutto in estate! Pensate che solo l’ingresso del casco obbligatorio per i conducenti di ciclomotori è valso 2,6 milioni di Euro in meno spesi dallo Stato per l’assistenza (se vogliamo parlare anche del mero denaro).


OBBLIGATORIETA’ DEL PARASCHIENA?!?
Torniamo ai traumi spinali. Per ridurre quel famoso 10% che riguarda le lesioni, l’unica soluzione (oltre al più costoso airbag), è il paraschiena, ancora non obbligatorio per il Codice della Strada, purtroppo. Abbiamo aggiunto volutamente il “purtroppo”, perché questo ridurrebbe sensibilmente i danni a carico del midollo spinale e della colonna vertebrale. Naturalmente la Polizia sta cercando di lavorare in funzione che questo diventi obbligatorio per legge. Da questo nasce il progetto ST.E.P. che avrà durata di un anno. In sostanza, dopo l’incidente, gli Agenti sul luogo non faranno altro che compilare una scheda che include, oltre ai dati di rito, se il motociclista o lo scooterista indossava il paraschiena e che tipo. Successivamente, dopo 30 giorni dall’incidente, verrà compilata un’ulteriore scheda per verificare la salute della persona che indossava l’importante protettore. Verranno così raccolti dati importanti da sottoporre all’attenzione del Governo per effettuare la proposta di obbligatorietà del paraschiena.


LA POLIZIA STRADALE MOTOCICLISTICA INDOSSA GLI AIRBAG
A prova dell’importanza di questi dispositivi, la Polizia Stradale stessa si è preoccupata dei propri motociclisti, ed al Giro d’Italia del maggio scorso, ha fornito un gilet Dainese con un airbag incorporato (il D-Air Street) che si gonfia e va a proteggere busto e spalle prima di un eventuale impatto o caduta. Ripetiamo ancora una volta raccomandandovi di indossare il paraschiena, perché anche un impatto a 10 Km/h, se si colpisce un oggetto (un’auto, la moto stessa, etc…), un marciapiedi o una qualsiasi cosa non solo spigolosa, può causarvi una lesione spinale permanente.

 


da omnimoto.it

 

 

Giovedì, 01 Dicembre 2011
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