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Rassegna alcol e guida del 8 giugno 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta

PRIMADANOI

IL CASO  PESCARA
Comune contro Butellòn: «città ridotta a latrina». Per la replica prevista una marea di gente

 

 

07/06/2011- Se i partecipanti sono ancora entusiasti per il risultato raggiunto e si organizzano per una replica dell’evento, in Comune non si respira la stessa euforia.
La sensazione è che l’organizzazione del secondo atto del Butellòn sarà più difficile del previsto o che almeno prendere possesso della spiaggia libera, tra un mese esatto, non sarà facile come la prima volta.
Durissima la reazione del vice sindaco Berardino Fiorilli per quello che è successo sabato scorso. L’amministratore comunale non fa mistero della contrarietà della sua maggioranza ad una serata del genere che ha mobilitato migliaia di giovani.
Su internet il tam tam va avanti: all’evento che gira su Facebook (previsto per l’8 luglio) già 4.500 persone hanno confermato la propria partecipazione, 1.156 hanno detto che ’’forse parteciperanno’’ e altri 13mila devono ancora rispondere all’invito.
«L’8 luglio si replica questo bellissimo evento», si legge sul social network, «per questa volta il Botellòn si unirà al fascino dei meravigliosi anni 60.. moderni hippie alla ricerca della pace interiore e della vera, vera felicità!!!!!!!!»
«Non possiamo in alcun modo condividere l’episodio di sabato scorso – ha detto Fiorilli -, quando circa cinquemila ragazzi, molti dei quali appena maggiorenni se non adolescenti, si sono ritrovati nell’area della Madonnina, senza aver chiesto alcuna autorizzazione preventiva, obbligatoria per qualunque tipo di manifestazione, semplicemente per bere alcol in tanti casi in modo esagerato; in sostanza per ‘ubriacarsi’ in compagnia e, in taluni casi, per fare uso di sostanze stupefacenti».
«Da due anni», sottolinea il vicesindaco, «stiamo lavorando con il Servizio di alcoologia della Asl di Pescara, coordinato da Splendora Rapini, per disincentivare l’abuso di alcol tra i giovani, portando avanti campagne di sensibilizzazione proprio tra i nostri studenti, cercando di far loro capire quali possono essere i rischi connessi a tali comportamenti, a partire dalla dipendenza. Ne sanno qualcosa i sanitari che sabato sera sono stati impegnati, sino all’alba di domenica, per prestare soccorso a ragazzi che per ‘divertirsi’ hanno rischiato il coma etilico, costretti a correre da una parte all’altra della spiaggia tra giovani che, in preda all’alcol, rischiavano di gettarsi in mare, con le ovvie drammatiche conseguenze, e altri che davano di stomaco sulla sabbia».
Per Fiorilli se da un lato «è sacrosanta» la voglia di socializzare dei ragazzi, dall’altro lato «il rispetto delle regole deve valere per tutti, ed è dentro le regole che dobbiamo costruire eventi per i giovani».
Tra l’altro il Comune conferma che l’area non era stata attrezzata per fronteggiare la manifestazione perché l’amministrazione comunale «non era stata informata dell’iniziativa né erano state richieste le necessarie autorizzazioni».
Per la maggioranza «quell’appuntamento di massa, nato da un tam-tam su internet», non potrà mai divenire oggetto di un confronto politico tra maggioranza di governo e Pd su ‘arena del mare’ e Stadio del Mare, argomento riaperto proprio nelle ultime ore.
«A decretare il fallimento di quell’arena non è stato però il centrodestra, ma lo scarso appeal di quella dislocazione, che ha fatto uscire Pescara dal circuito dei grandi eventi perché l’area della Madonnina è stata sempre giudicata come ‘inadeguata’ per ospitare iniziative di rilievo, e quegli stessi circuiti internazionali hanno sollecitato il ripristino dello Stadio del mare, ovviamente adeguato, ammodernato, per ricominciare a considerare Pescara quale méta privilegiata per concerti ed eventi», chiude Fiorilli.
FN: «NIENTE DI CULTURALE» - «Il ’’secondo atto’’ del raduno si faccia, si autorizzi», commenta il segretario provinciale di Forza Nuova, Marco Forconi. «Ma, per favore, non chiamatelo evento culturale perché è un insulto a tutte quelle associazioni che, tutto l’anno e seriamente, lavorano spesso nel silenzio e senza finanziamenti, per ridare dignità ad un popolo mentalmente orfano di personaggi ed ideali e sempre più orientato all’autodistruzione».
ACERBO: «LA LATRINA? COLPA DI MASCIA & CO.» - Tra i sostenitori dell’evento di sabato scorso c’è sicuramente il consigliere comunale e regionale di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo, che già all’indomani della festa aveva espresso il suo parere.
Oggi Acerbo torna sulla questione, replicando al vice sindaco Fiorilli : «usa il moralismo per negare le evidenti responsabilità dell’amministrazione comunale», tuona il consigliere di opposizione.
«L’amministrazione sapeva del raduno di giovani sulla spiaggia libera della madonnina visto lo spiegamento di forze presenti dalla Polizia alla Guardia di Finanza alla Croce Rossa ai Vigili Urbani. Il Questore ha sicuramente informato sindaco e giunta della notizia che sui social networks girava questo appuntamento di massa. Anzi sono sicuro che l’atteggiamento da tenere sia stato concordato con l’amministrazione comunale».
«Io sabato c’ero – continua Acerbo - e ho constatato non solo l’irresponsabile assenza della giunta ma che non erano stati nemmeno posizionati bagni chimici né cestini o bidoni sulla spiaggia. Quella che il vicesindaco definisce “latrina” è responsabilità della giunta comunale e della sua inerzia di fronte a un evento spontaneo di cui però era stata informata in anticipo. Trovo stucchevole che si usino strumentalmente questioni serie come la lotta all’alcolismo facendo finta di non sapere che gli alcolici sono in vendita in tutti i locali e gli stabilimenti balneari della città. Se i giovani bevono nei stabilimenti dei suoi amici l’alcool fa miracolosamente bene alla salute?»
Per l’8 luglio, data prevista per un secondo Botellon, «Fiorilli chiederà l’intervento della celere?»


COMUNICATO DEL SERVIZIO ALCOLOGIA DI PESCARA

Botellon a Pescara. Considerazioni a margine
A quanti commentano in maniera entusiastica la recente manifestazione giovanile, con un fare che trovo un po’ provinciale, paternalistico, scioccamente giovanilistico o comunque colpevolmente ammiccante, consiglio di leggere le risultanze della recente indagine del Censis sul disagio diffuso nella società italiana, una società schiacciata sotto il peso di fenomeni complessi e trasversali non interpretabili con i consueti schemi dell’analisi socio-economica: la crisi dell’autorità, il declino del desiderio, la riduzione del controllo sulle pulsioni, l’indebolimento progressivo di riferimenti valoriali e ideali comuni, la sempre maggiore fragilità dei legami e delle relazioni sociali, situazioni che, nell’insieme, producono una indeterminatezza diffusa in cui crescono comportamenti preoccupanti da parte di chi non ha più guida, essendo andati perduti i riferimenti normativi ai vari livelli: è il depotenziamento della legge, del padre, del dettato religioso, della coscienza, della stessa autoregolamentazione.
Risultato: ognuno si sente arbitro unico dei propri comportamenti; le regole possano essere aggirate in molte situazioni; nel divertimento vige la trasgressione soprattutto dai più giovani; se necessario, bisogna difendersi da sé anche con le cattive maniere; per raggiungere i propri fini bisogna accettare i compromessi, etc..
Così aumentano le forme di violenza originate dalla perdita di controllo e dall’aggressività, le minacce e le ingiurie (+35,3% tra il 2004 e il 2009), le lesioni e le percosse (+ 26,5%),  i reati sessuali (+ 26,3% da 4.454 a 5.625); aumentano i giovani e i giovanissimi consumatori a rischio di bevande alcoliche, le persone in carico nei Sert per dipendenza da cocaina, aumentano  in Italia gli interventi di chirurgia estetica per il bisogno narcisistico di apparire, anoressia e bulimia sono le prime cause di morte tra le giovani di 12-25 anni, crescono progressivamente le forme di depressione, con consumo di antidepressivi  più che raddoppiato dal 2001 al 2009.
Tanto per fare qualche nesso, forse giova ricordare che l’alcol danneggia la stabilità emozionale, le prestazioni cognitive, il meccanismo di controllo degli impulsi, fa saltare completamente i freni inibitori, favorisce comportamenti aggressivi e trasgressivi, con tutto ciò che ne consegue. Forse giova ricordare che l’alcol è la prima causa i morte dei giovani tra i 15 e i 29 anni, cioè muore 1 giovane su 4, causa 60 tipi di malattia e il 10 per cento di tutti i tumori.
Qualche altro dato?
4 milioni di  italiani  praticano il binge drinking almeno una volta l’anno, di cui quasi un milione e mezzo giovani di 15-24 anni,  mezzo milione ragazzi fino a 15 anni. E’ l’ubriacatura veloce, scolarsi più di sei bicchieri uno dietro l’altro, fuori pasto e nei luoghi di aggregazione. Lo sballo arriva rapidamente perché a quest’età l’organismo non riesce a metabolizzare l’alcol. E’ una modalità di assunzione  assai dannosa, perché il cervello del giovane è particolarmente vulnerabile, essendo la sua maturazione completa non prima dei 25 anni. Dunque, danni a livello cognitivo (soprattutto della memoria), emozionale (con pesanti e pericolose perdite del controllo dell’impulso) e sessuale, danni  sempre più frequentemente documentati da reperti autoptici, che segnalano l’esistenza nel cervello dei giovani, deceduti spesso per incidenti stradali (l’alcol vi concorre per il 40%), di vere e proprie lesioni anatomiche alcol-correlate.
E’ il caso di preoccuparsi? Macchè!!!
Nonostante i problemi  causati dall’alcol (25.000 morti all’anno, una spesa annua di circa 60 miliardi pari a 3 finanziarie), nel nostro Paese non solo c’è ancora molta disinformazione sul fenomeno, ma soprattutto giovani e giovanissimi sono bombardati dalle pressioni a bere: la pubblicità delle bevande alcoliche  in Italia è passata da 169 milioni nel 2007 a 309 milioni nel 2010, di cui 64 spesi su internet e social network.
E poi, tante proposte di adulti irresponsabili per fare cassa: promozioni stracciate per attirare gli adolescenti offrendo bicchieri per pochi centesimi, il Beer Pong, un gioco che consiste nel tentare di centrare con una pallina una brocca piena di birra, il «Pub crawl», una sorta di nuotata alcolica, con gruppi di ragazzi accompagnati lungo un itinerario di locali, ad ogni tappa uno shot - un bicchierino - a prezzi stracciati, con comitive trasformate in bande di ubriachi, il drink del tipo “bevi quanto più possibile”- il cliente paga un prezzo fisso, 10-15 euro, e si serve a volontà - e poi le feste della birra, e poi i mega-raduni all’aperto o anche al chiuso e con costo d’entrata (di recente scoperti a Napoli in mega-terrazze affittate per l’occasione). E via dicendo.
E’ rassicurante un simile scenario? Conviene continuare a blandire i giovani, osservandoli compiaciuti e magari  anche strumentalizzandoli? O non è il caso di cominciare finalmente e seriamente a preoccuparsi, e non solo a chiacchiere, per una generazione senza futuro che non può accettare di non avere futuro, per 2 milioni di giovani che non studiano, né lavorano, per i tanti giovani che il lavoro non lo cercano neanche più, per quelli che, in un contesto familiare e sociale deresponsabilizzato, disattento e ambiguo nei messaggi,  sono preda della noia e del desiderio incontrollabile di scacciarla attraverso la ricerca tanto sfrenata quanto pericolosa di un piacere ottenuto a buon mercato, rinunciando a tutti gli obiettivi, i progetti di vita e i sogni che dovrebbero avere i giovani in una società sana?
E infine, basta provincialismi nostrani! In Spagna sono già oltre i botellon: gli “indignados” si riuniscono in piazza per ragionare del futuro.
Pescara, 08.06.2011
Splendora Rapini

ASAPS

Omicidio stradale: cerchiamo i mandanti
La lettera di chi non condivide l’iniziativa.
La nostra risposta
Caro Biserni (scusi il tono confidenziale, ma seguendola spesso ad "Istruzioni per l’uso", mi sembra di conoscerla) sicuramente ho avuto modo di apprezzare sempre il suo buonsenso ed il suo impegno per la sicurezza sulle strade. A proposito della proposta "omicidio stradale", mi sento di dirle che l’ inasprimento delle pene non è mai stato (e mai lo sarà) un deterrente o una soluzione. I problemi (e quindi le soluzioni) stanno altrove, spesso è difficile individuarli, e quando si individuano, è difficile risolverli!
Se passerà tale proposta, fra cui vedo "l’ergastolo della patente", significa che fra alcuni anni saranno molti di più quelli che guideranno senza patente! Oltretutto avranno sempre meno da perdere (in galera ci saranno già stati e la patente non gliela possono levare più!). Già adesso ci sono persone cui è stata tolta la patente (e sequestrata l’auto) per molto meno che un omicidio (per aver bevuto tre birre) e che senza l’auto perderebbero anche il lavoro; e che quindi "devono" trovare una soluzione.
I problemi, caro Biserni, sono che dopo una settimana di lavoro (quando si riesce a trovarlo) si guadagnano 200 euro (850 al mese) se ci si ammala o se si vuol fare le ferie, non si viene pagati (perchè questo è il mondo dei precari). Siamo in una società dove chi meno vale è meglio pagato (vedi politici), dove a pagare sono sempre gli stessi e per mantenere sprechi e privilegi sempre ai soliti. La scuola è allo sbando; la chiesa: non parliamone! Lo sport ? La famiglia? mettiamoci anche la Patria. Ma a quale santo dobbiamo raccomandarci? Caro Biserni chi le scrive non è un ventenne che si "sballa" al sabato sera ! Ho i figli un po’ più grandi che quindi vivono nella società di cui sopra! Poi mi occupo come counselor volontario di una comunità per tossicodipendenti , quindi certe problematiche le vedo spesso. Se passa l’omicidio stradale, significa che prima o poi arriveremo anche all’"eliminazione fisica" di chi sbaglia sulla strada! Se ce la vogliamo prendere con gli esecutori, dobbiamo prendercela anche con i "mandanti"!
Un cordialissimo saluto
Maurizio Biasci

Caro Biasci,
anche io le parlo in tono confidenziale anche se ci conosciamo solo tramite la radio.
Vedo che lei non la pensa affatto come me, ma mi fa molto piacere rispondere ad una persona intelligente, civile e ben documentata dalla quale si apprende qualche cosa di utile.
In merito alla responsabilità e ai mandanti, nonché ai rischi della comunicazione la prego di leggere il sunto della mia relazione che ho tenuto in occasione del nostro 20° anniversario dove faccio riferimento proprio alla distorsione della comunicazione e quindi ai "mandanti" in merito alle responsabilità degli incidenti della strada, in particolare quelli legati all’alcol. Ecco il testo:
https://www.asaps.it/indexpage_n.php?id=33232&categoria=Articoli&sottocategoria=&pubblicazione=07.06.2011
La proposta dell’Omicidio stradale voluta dall’associazione Lorenzo Guarnieri di Firenze, con una pena da 8 a 18 anni per chi uccide mentre guida ubriaco (però con valore alcolemico superiore a 1,5 g/l) o drogato, nasce dal fatto che l’attuale pena minima di 3 anni, col sistema del rito abbreviato consente a chiunque di scansare la galera. Le faccio un esempio. dal 2008 al 2010 il nostro osservatorio sulla pirateria stradale ha registrato quasi 300 omicidi conseguenti a pirateria. Almeno un centinaio dei conducenti erano ubriachi o drogati. Abbiamo l’elenco con tutti i nomi e cognomi. Se lei mi chiede quanti di questi sono oggi in galera la risposta è nessuno!
Quindi l’elevazione della pena minima serve proprio per evitare che queste persone non paghino mai.
Un altro esempio. Secondo lei nella scala valori che meritano protezione vengono prima i beni o la vita? Io credo la vita. E credo che lo pensi anche lei. Allora come si spiega che chi ruba poche decine di euro o chi compie una rapina con un cutter, senza sfiorare nessuno, resta in galera per diversi anni e chi ammazza ubriaco e drogato alla guida rimane sempre fuori? Ma per la mia sicurezza la minaccia più grave deriva da chi mi spoglia l’appartamento o mi rapina il portafoglio o da chi viaggia ubriaco o drogato in auto e rischia di ammazzarmi o di portarmi via un figlio?
E’ possibile che dobbiamo avere sempre questa comprensione che permette a certa gente, solo perché beve e/o si droga, di poter emettere una sentenza di condanna a morte immediatamente eseguita sul posto, inappellabile e a carico di un innocente, senza poi pagare nessun prezzo detentivo. Non solo. Anche con la possibilità di riavere a breve la patente e tornare magari a colpire? Sa quanto sono frequenti anche i cd killer seriali della strada, cioè quelli che dopo che hanno ucciso tornano a colpire?
Non voglio esaurirla caro Biasci.
Noi facciamo parte come origine di quelle divise che troppo spesso hanno dovuto avvertire una famiglia che un figlio o una figlia non sarebbe più tornato a casa. Noi raccogliamo troppe testimonianze che ci mozzano il fiato, eccone una del febbraio scorso. E’ in fondo all’articolo riportato all’indirizzo web qui sotto. La legga bene...
https://www.asaps.it/indexpage_n.php?id=33221&categoria=Editoriali&sottocategoria&pubblicazione=27.05.2011
Sa dov’è quel camionista straniero super ubriaco che ha distrutto quella famiglia con la descrizione di quella bimba sulla strada ancora legata al sedile, descritta dagli agenti? Fuori. Nel suo paese d’origine. Lei crede che pagherà? No non pagherà. Magari fra un po’ di anni tornerà con un’altra patente in Italia alla guida di un altro camion.
Se vuole poi togliersi dei dubbi su cosa fa l’alcol sulla strada vada a leggere la nostra RS sul tema:
https://www.asaps.it/indexpage_n.php?id_cat=6&id_cat1=27&act=y
Domani nella stessa RS uscirà fra le altre questa notizia, la legga, e poi la aggiunga alle altre di tutti i giorni in una sorta di "Strage continua", solo perché con l’alcol si utilizza il facile perdonismo tutto italiano. Eppure è una droga classificata ai primi posti nella tabella di rischi, l’unica legale, lei lo sa bene visto che fa volontariato in una comunità di tossicodipendenti.

SENZACOLONNE.IT
Giorgia, ultimo applauso in una chiesa gremita
BRINDISI – Fra la rabbia e la disperazione, quasi 500 persone hanno raggiunto ieri mattina la chiesa di San Vito Martire per rendere l’estremo saluto a Giorgia Zuccaro, giovane attrice teatrale spentasi nella notte fra sabato e domenica a seguito di un terribile incidente automobilistico in via Cappuccini, a pochi metri dall’ex ospedale Di Summa. Nei volti dei familiari, degli ex compagni di scuola e dei colleghi della compagnia teatrale “Giustino Durano”, si leggeva profonda incredulità. E’ difficile veder spezzata una vita a soli 29 anni, ma è ancora più difficile accettare l’assurda dinamica di una morte che potrebbe avere pesanti conseguenze in sede giudiziaria (Giuseppe Lonoce, il brindisino di 30 anni alla guida della Fiat punto sulla quale viaggiava Giorgia, è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza e sotto effetto di sostanze stuefacenti).
La cerimonia funebre, officiata da don Peppino Apruzzi, era prevista per le dieci. Già a partire dalle 9 e 30, però, la gente ha cominciato a convergere verso la parrocchia, attendendo per strada l’arrivo del feretro.
Accanto alla porta d’ingresso della “San Vito”, erano stati affissi i manifesti funebri con cui la compagnia teatrale, gli amici della sorella Alessandra e molte altre associazioni avevano voluto rendere omaggio all’artista brindisina, che aveva ereditato dal padre Franco la passione per la commedia vernacolare. Quando il carro funebre, partito dalla camera mortuaria dell’ospedale Perrino, ha fatto capolino in via Sicilia, la chiesa era già piena.
Due ali di folla hanno accompagnato la bara verso l’altare, stringendosi in un unico abbraccio attorno a mamma Anna, Franco e Alessandra.

Sono certo di non averla affatto convinta, ma sono anche certo che lei capirà quanto meno la bontà delle nostre ragioni nel sostenere l’iniziativa dell’associazione Lorenzo Guarnieri di Firenze fondata da Stefano e Stefania genitori di uno stupendo ragazzo di 17 anni ammazzato appena un anno fa da uno di quelli che le ho descritto. Loro, con coraggio e determinazione, hanno voluto questa raccolta di firme e noi li sosterremo con tutte le nostre forze.
Un cordialissimo saluto anche a lei Maurizio.
Giordano Biserni Presidente Asaps 

ASCA

SICUREZZA STRADE: OLTRE 10 MILA FIRME PER LA PDL SU OMICIDIO STRADALE 
Firenze, 8 giu - Oltre 10.400 firme in una settimana sono state raccolte per la proposta di legge di iniziativa popolare sull’’omicidio stradale’ che punta a inasprire le pene per chi guida sotto l’effetto di alcol e stupefacenti.
La proposta di legge e’ stata presentata il primo giugno a Palazzo Vecchio dal sindaco Matteo Renzi e dalla famiglia Guarnieri dell’associazione Lorenzo Guarnieri, morto un anno fa in un incidente stradale alle Cascine, insieme al nuovo Piano per la sicurezza stradale per il Comune.
La proposta di legge (per presentare la quale serviranno 50 mila firme) prevede, per chi guida ubriaco e drogato e causa un incidente mortale, un aumento delle pene attualmente previste (che passerebbero da 3-10 anni a da un minimo di 8 a un massimo di 18 anni), l’arresto in flagranza di reato e l’’ergastolo della patente’, che sara’ tolta definitivamente dopo il primo omicidio mentre ora e’ prevista solo la revoca temporanea.
afe/mpd

 

IL GAZZETTINO

DIVIETO

 

33350

Un cartello davanti alla stazione ferroviaria di Padova che impone lo stop al consumo di alcolici in area pubblica

VENETO In regione la percentuale più alta di ragazzi in pericolo. Il volontariato resiste, con qualche difficoltà 
Un giovane su 4 a rischio alcol
Lunedì 6 Giugno 2011,  Il Veneto con il bere ha uno strano rapporto. Da una parte il vino rappresenta una parte importante dell’economia della regione, dall’altra è una pesante fonte di spesa, visto che le persone di età superiore a 10 anni con un elevato consumo giornaliero di bevande alcoliche (consumo non moderato e binge drinking) sono il 24 per cento della popolazione, 4 punti più della media nazionale. I giovani di età compresa fra gli 11 ed i 18 anni ritenuti a rischio per assunzione regolare di alcol sono il 24,5 per cento (media nazionale del 22,4 per cento).
A scoperchiare questo triste primato è il sistema di sorveglianza "Passi" nel Rapporto Regionale 2009, presentato dall’Ufficio epidemiologico regionale. Negli ultimi trent’anni il sistema socio-sanitario veneto ha cercato di dare una risposta diffusa, concreta, alle persone e alle famiglie proponendo un modello organizzativo basato sulla “rete alcologica” costituita a un primo livello dai medici di medicina generale, quindi dai servizi specialistici (SerT e Alcologie) e infine dal privato sociale attraverso il moltiplicarsi dei Club degli Alcolisti in Trattamento (Cat) e dei gruppi degli Alcolisti Anonimi. I Cat sono comunità multifamiliari o associazioni private, che si basano sulla pratica del mutuo aiuto e sulla solidarietà tra famiglie che vivono gli stessi problemi.
I primi dati raccolti nel Veneto risalgono al 1998 nel tempo poi la banca dati è migliorata, si è innestata su quella nazionale e dal 2005 ha assunto l’organizzazione attuale.
I Club nel Veneto sono cresciuti da 9 nel 1982 fino a 577 nel 1996 in modo impetuoso, e nel 2008 sono diventati più di 530 e hanno una media di incontro settimanale e danno risposta a 4800 famiglie, per un totale di 8 mila persone in trattamento da più anni e 7 mila ricoveri per problemi legati all’alcol. Nel Veneto la situazione non è omogenea in tutte le province: si va da un Club ogni 20.000 abitanti a Venezia ad un Club ogni 4.000 abitanti a Belluno.
Ma anche se l’offerta è diversa e diffusa sul territorio, tuttavia, si evidenziano alcune criticità. Qualche decina di club non ha un insegnante. Gli insegnanti hanno un’età media di 50 anni e nel 20 per cento dei casi prestano servizio da più di 15 anni. Infine, quasi la metà dei docenti è un familiare o un alcolista che dopo un periodo di frequenza di Club è stato formato.
Non va poi trascurato che queste figure “costano” poco: il 50 per cento fa servizio gratuitamente, il 40 per cento con un semplice rimborso spese e solamente il 10 per cento opera in orario di lavoro o con compenso.


SICURAUTO

Bologna: dal 9 all’11 giugno, tre giorni dedicati alla sicurezza stradale
08 Giugno 2011 - Ogni giorno per andare al lavoro, a scuola o a un appuntamento, facciamo i conti con il traffico delle nostre città che porta stress, inquina l’aria ed è la principale causa di incidenti stradali. Il 76% degli incidenti, infatti, si verifica nei centri urbani causando il 45% delle vittime e il 75% dei feriti.
MOBILITA’ CAOTICA - Perché succede questo? Perché le nostre città, troppo spesso, sono progettate per favorire gli spostamenti in auto? Siamo davvero sicuri che per spostarci di appena uno-due chilometri, o poco più, l’auto sia il mezzo più razionale e salutare? Non si finisce così per alimentare traffico e inquinamento, danneggiando la salute di noi tutti? Rispondere a queste domande non vuol dire demonizzare l’auto o bloccare i necessari spostamenti, ma porsi il problema di come organizzare diversamente la mobilità delle persone nelle città e sul territorio; significa pensare a città più vivibili e più sicure.
TEMI CENTRALI - Questi temi sono al centro di una tre giorni dedicata alla sicurezza stradale e alla mobilità sostenibile che si terrà da giovedì 9 fino a sabato 11 giugno presso lo Spazio Eureka del Centro Commerciale Lame di Bologna (Via Marco Polo 3). L’iniziativa è promossa e organizzata dalla Fondazione Unipolis nell’ambito del progetto Sicurstrada e dal Gruppo Unipol, d’intesa con Coop Adriatica e Assicoop Bologna, con la collaborazione di Fondazione Ania per la sicurezza stradale e ASAPS - Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale.
VARIE ATTIVITA’ - Nel corso delle tre giornate, sono in programma attività interessanti legate al tema della sicurezza sostenibile rivolte a tutte l’età e due tavole rotonde per stimolare un confronto su questi argomenti e chiedere un maggiore impegno delle istituzioni locali. Si parte giovedì 9 giugno alle ore 17 con l’incontro "La città vivibile: strade sicure e mobilità sostenibile", al quale prenderà parte il neo assessore alla Mobilità e Trasporti del Comune di Bologna Andrea Colombo. Accanto a lui esperti e professionisti sul tema, come Dario Manuetti - Associazione La Città Possibile di Torino, Cleto Carlini - Direttore Settore Mobilità Comune di Bologna, Maurizio Musacchi - UGF Assicurazioni e Marco Gaiba - Direttore Politiche Sociali Coop Adriatica. Venerdi 10 giugno, sempre alle ore 17, ci sarà la tavola rotonda dal titolo "Alcol e guida: una relazione pericolosa". All’iniziativa parteciperanno Emanuela Bergamini Vezzali - Presidente Osservatorio per l’educazione e la sicurezza stradale della Regione Emilia-Romagna, Giordano Biserni - Presidente ASAPS, Stefano Scavo - Amministratore Delegato Assicoop Bologna, Sandro Vedovi - Fondazione Ania per la sicurezza stradale e Andrea Pezzi - Direttore Generale Linear e Unisalute. L’intera giornata di sabato 11 giugno e le mattinate del 9 e del 10 saranno dedicate alle proiezioni di cartoni animati e alle prove pratiche sul "simulatore di guida" con i consigli degli esperti per comportamenti virtuosi al volante.

LA REPUBBLICA

"Divertiti responsabilmente" Al via la campagna 2011
Oltre 132.000 ’guidatori designati’ e per quest’anno il coinvolgimento di 106 sedi provinciali dell’Aci
08 giugno 2011 - Il bilancio è da record: formati oltre 132.000 ’guidatori designati’. Così la nuova edizione di ’Divertiti Responsabilmente’, il progetto di responsabilità sociale realizzato dall’Automobile Club d’Italia e da Diageo, (rivolto ai giovani che hanno scelto di non bere per riportare a casa gli amici in sicurezza) per il 2011 coinvolgerà 106 sedi provinciali dell’ACI e toccherà 10 città luogo di divertimento dei giovani.
"Le statistiche - spiegano all’Aci - evidenziano un quadro allarmante in Europa: il 25% delle vittime della strada è imputabile all’alcol e quasi il 2% dei conducenti guidano sistematicamente con un tasso alcolemico superiore a quello consentito dalla legge. Gli incidenti legati al consumo di alcol sono la prima causa di morte tra i giovani fino a 24 anni. Le campagne di formazione e sensibilizzazione contro la guida in stato di ebbrezza funzionano: i decessi sulla strada correlati all’alcol sono diminuiti ogni anno del 5,7% dal 2001, più della riduzione complessiva delle morti su strada (-4,2% annuo). A proposito di giovani, i neopatentati italiani sono coinvolti nel 15% degli incidenti stradali. Nelle ore serali e notturne la percentuale sale mediamente al 25% e arriva al 32% il sabato sera".
Ecco perché tanta attenzione per "Divertiti Responsabilmente": si partirà il 10 giugno con Napoli e si proseguirà con Roma, Torino, Milano, Verona, Venezia-Jesolo, Bari, Lecce, Genova e Forte dei Marmi.  L’edizione di quest’anno è arricchita dall’iniziativa "Guida il tuo video". I ragazzi potranno contribuire in prima persona alla campagna fornendo la propria testimonianza a favore del ’Guidatore Designato e registrando un video sulla propria esperienza in materia di guida sicura, che sarà pubblicato sulla pagina Facebook dell’attività.
Altra novità dell’edizione 2011 di "Divertiti Responsabilmente" è la partnership con la Fondazione Veronesi che distribuirà nelle farmacie italiane oltre 22.000 kit di guida sicura EtilOk composti da una guida informativa e 3 etilometri monouso. Sarà così possibile sensibilizzare un pubblico più vasto ed eterogeneo, trovando nuovi canali per l’affermazione del principio "chi guida non beve e chi beve non guida".
"All’indomani dell’avvio del Decennio ONU di iniziative per la sicurezza stradale - ha dichiarato il presidente dell’ACI, Enrico Gelpi - l’Italia è tra i primi Paesi nel mondo a realizzare concrete iniziative di prevenzione della guida in stato di ebbrezza. L’Automobile Club d’Italia ne farà seguire altre nei 5 campi di azione individuati dall’ONU per la riduzione entro il 2020 dell’incidentalità stradale. Contro la guida in stato d’ebbrezza occorre non interrompere l’azione di sensibilizzazione e rafforzare l’educazione dei conducenti con un percorso costante di formazione e informazione. Fermo restando che l’unica soluzione per contrastare gli incidenti imputabili all’alcol è la massima diffusione del concetto secondo il quale chi guida non beve. In quest’ottica la famiglia e la scuola svolgono un ruolo primario con esempi ed insegnamenti di vita equilibrati". (*)

(*) Nota: se in concetto da diffondere è “chi guida non beve”, perché la Diageo, la Fondazione Veronesi e l’ACI non usano la loro influenza per fere in modo che il tasso alcolico per chi guida sia zero? Perché non lo faccia la Diageo, il più grande distributore di alcolici del mondo, lo possiamo comprendere. Meno comprensibile è la posizione dell’ACI. Quanto alla partnership della Fondazione Veronesi al progetto della Diageo, le cose che ci vengono in mente non sono ripetibili.

IL RESTO DEL CARLINO

Pugno di ferro di Grandinetti: "Locali e disco vietino gli alcolici" Secondo te è giusto? Vota  (http://sondaggi.quotidiano.net/,)
Il procuratore: "Nonostante i controlli servono restrizioni più rigorose"
Reggio Emilia, 8 giugno 2011 - Contro l’abuso di alcol e i correlati rischi sulle strade c’è la massima attenzione anche da parte della magistratura reggiana. Lo conferma il capo della Procura della Repubblica di Reggio, Giorgio Grandinetti, parlando dell’investimento mortale di Cadelbosco Sotto, con l’automobilista coinvolto arrestato in quanto trovato in stato di ebbrezza. Ora è ai domiciliari.
«Occorrerebbe introdurre limitazioni e divieti nella vendita di alcolici, dopo un certo orario, in discoteche e nei locali adiacenti», dice il Procuratore capo. Che aggiunge: «E’ vero che ciò spingerebbe qualcuno a portarsi alcolici da fuori. Ma su dieci persone lo farebbero in due o tre. Qualche risultato positivo lo si avrebbe comunque». (*)
Già in altre occasioni erano state avanzate simili proposte, ma non sempre hanno avuto una reale attuazione, anche per gli «interessi economici» che ruotano attorno alla vendita di bevande e soprattutto di alcolici.
Prosegue il dottor Grandinetti: «Il legislatore, negli ultimi anni, ha dato un chiaro segnale, con un inasprimento delle pene. Tra le gente c’è un senso di insicurezza dovuto alla sensazione che si corra in auto con alcol in corpo, mettendo sotto i pedoni sulle strisce pedonali. La realtà non è questa: i casi, per fortuna, non sono frequenti. Ma coltivare questo tipo di allarme, alla fine, può risultare utile».
Grandinetti ricorda come siano sempre più frequenti i controlli delle forze dell’ordine. «Ma – aggiunge – il fenomeno non è calato molto rispetto a qualche anno fa. Il problema è l’aumento esponenziale dell’abuso di alcol. E’ vero che ci sono pure gli alcoltest nei luoghi pubblici. Ma quanti sono, in realtà, i conducenti che si sottopongono al test uscendo da un pranzo o da una cena al ristorante?».
Dal punto di vista tecnico, si può ipotizzare l’omicidio volontario per chi uccide sulle strade essendo in stato di ebbrezza alcolica?
«E’ una forzatura. Occorrerebbe dimostrare – dice Grandinetti – che il soggetto si è ubriacato con il preciso obiettivo di… investire delle persone». Intanto, la magistratura ha rilasciato il nulla osta per i funerali della vittima, il 61enne Abderrahmane Namiri, marocchino che abitava a Castelnovo Sotto. Ma i familiari sembrano intenzionati a richiedere l’esecuzione dell’autopsia. Dunque, slittano le esequie, che dovrebbero svolgersi con una preghiera nella moschea di Cogruzzo, prima del trasferimento della salma in Marocco.
di ANTONIO LECCI

(*) Nota: sta maturando nella coscienza delle persone la consapevolezza che si può proibire senza essere proibizionisti. Vi ricordate quando è entrata in vigore la legge che proibisce di fumare nei locali pubblici? Gerenti che prevedevano la chiusura del trenta per cento dei locali, fumatori che si sentivano perseguitati, appelli alla libertà, alla tolleranza e perfino alla costituzione. Dopo appena qualche tempo il divieto è apparso ai più come una cosa di assoluto buon senso, se non di civiltà. La stessa cosa probabilmente accadrà per gli alcolici, con qualche anno di ritardo.

CORRIERE ADRIATICO

Provoca un incidente e non si ferma Preso e denunciato
Alba Adriatica - Dopo aver causato un incidente stradale è fuggito via credendo di farla franca. Ma il conducente dell’altro mezzo, un neretese di 49 anni, nonostante fosse rimasto ferito è riuscito a contattare il 112, fornendo ai militari il numero di targa dell’automobilista pirata che poco dopo è stato rintracciato e denunciato.
Sono stati i carabinieri del radiomobile di Alba, diretti dal maresciallo aiutante di pubblica sicurezza, Luigi Colazzo, e coordinate dal capitano Pompeo Quagliozzi, a bloccarlo. L’uomo, B.V. di 32 anni, albanese residente a Martinsicuro, era completamente ubriaco e guidava senza patente, perchè non l’aveva mai conseguita. Adesso è accusato di omissione di soccorso, guida senza patente e senza copertura assicurativa, uso di falso contrassegno assicurativo e falsa attestazione sulla propria identità.
L’incidente è avvenuto sulla provinciale 259 che collega Alba Adriatica agli altri centri vibratiani. L’impatto tra i due mezzi è stato violento tanto che il neretese è rimasto ferito, fortunatamente in maniera non grave. A questo punto però il giovane albanese invece di fermarsi e prestare soccorso è fuggito via facendo perdere le proprie tracce. Senza sapere che il proprietario dell’altro mezzo era riuscito a prendere il numero di targa e a dare l’allarme.
L’albanese, poco dopo, è stato rintracciato: guidava senza patente, mentre l’auto era sprovvista di copertura assicurativa, perchè il tagliando esposto sul parabrezza era contraffatto.
A Martinsicuro, invece, sono stati denunciati due rom, un uomo e una donna (A.D.G. di 27 anni e I.L. di 30), anche loro con l’accusa di guida senza patente, perché mai ottenuta. L’uomo, inoltre, deve rispondere anche del reato di rifiuto di sottoporsi all’alcoltest. Entrambe le auto sono state sequestrate.
Infine, nel corso dei controlli è stato denunciato un lettone di 20 anni, F.J., per guida in stato di ebbrezza. E’ questo il bilancio di una serie di controlli alla circolazione stradale, effettuati dai carabinieri della compagnia di Alba Adriatica.

TRIESTE OGGI

CONDANNATO A MENO DI 5 ANNI ROM CHE UBRIACO SI ERA SCHIANTATO CAUSANDO LA MORTE DEL FRATELLO QUINDICENNE
E’ stato condannato a 4 anni, 8 mesi e 20 giorni di reclusione Massimo Kari, rom di 25 anni, residente a Trieste, che il 17 settembre scorso, ubriaco, senza patente e alla guida di un’auto rubata, si era schiantato contro un muro a tutta velocità provocando la morte del fratello di 15 anni.
Mercoledì 8 Giugno 2011 - E’ stato condannato a 4 anni, 8 mesi e 20 giorni di reclusione Massimo Kari, rom di 25 anni, residente a Trieste, che il 17 settembre scorso, ubriaco, senza patente e alla guida di un’auto rubata, si era schiantato contro un muro a tutta velocità provocando la morte del fratello di 15 anni, che gli sedeva accanto. Diversi i capi d’imputazione a carico del giovane: omicidio colposo, omissione di soccorso, furto, ricettazione e guida in stato di ebbrezza. Ad aggravare la posizione di Kari il fatto che dopo l’incidente, anziché soccorrere il fratello in fin di vita, era fuggito rubando una seconda autovettura e andando a schiantarsi poco dopo anche con quella. All’epoca dei fatti Massimo Kari stava scontando una pena per furto, ma era uscito dal carcere con un permesso di 24 ore.

IL TIRRENO

MERCOLEDÌ, 08 GIUGNO 2011
ALCOL ALLA GUIDA
Patente sospesa e addio auto
FOLLONICA. Manuel Prati, 21 anni, di Ribolla, ha patteggiato 2 mesi e 1.400 euro per essere stato trovato alla guida di una Fiat Bravo in stato di ebbrezza: 1,51 e 1,61 le rilevazioni contro lo 0,5 di legge. Un’auto che gli sarà confiscata, mentre la patente gli è stata sospesa un anno. Il giovane era stato fermato il 15 maggio 2010 (intorno alle 2) in via Bicocchi dai carabinieri. Il giudice Muscogiuri, che ha disposto la non menzione, ha convertito la pena in 2 mesi e 7 giorni da scontare in lavori di utilità pubblica e gratuita per Grosseto Parcheggi.

ROMAGNA OGGI
Cesena, rissa tra stranieri in zona stazione
CESENA  8 giugno 2011 - Zuffa tra stranieri lunedì notte nei pressi della stazione ferroviaria di Cesena. A dare l’allarme al 112 sono stati alcuni passanti. Quando le pattuglie dei Carabinieri sono giunte sul posto, di alcuni dei protagonisti non c’era già più alcuna traccia. Altri sono stati identificati ed erano sotto i fumi dell’alcol. Alcune ore più tardi sono state danneggiate alcune auto. Su quest’ultimo episodio indaga la Polfer. Non è chiaro se si tratti di un tentativo di furto o di un atto vandalico.

WINENEWS

Al-Aqsa - 08 Giugno 2011
VINO COME STRUMENTO DI “LOTTA” RELIGIOSA: A GERUSALEMME UNA BOTTIGLIA DI VINO ROSSO SCAGLIATA CONTRO LA MOSCHEA AL-AQSA, TRA LE PIÙ IMPORTANTI DELL’ISLAM, PER VIOLARNE LA SANTITÀ. PERCHÉ L’ALCOL È PROIBITO DALL’ISLAM
Quando si parla di “uso distorto del vino”: la notizia, tutt’altro che da ridere, arriva da Gerusalemme, dove qualcuno, secondo gli accusatori “estremisti ebraici”, ha scagliato una bottiglia di vino rosso contro la moschea di Al-Aqsa, terzo sito sacro per importanza dell’Islam, per cui l’alcol, e quindi anche il vino, è proibito. L’agenzia di stampa dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp), Wafa, ha detto che un gruppo di ebrei è entrato nell’area attraverso la Porta di Magharbe con la protezione della polizia israeliana e qui hanno cantato, ballato e bevuto vino. La polizia israeliana non è intervenuta, scrive l’agenzia, eccetto che per separare il gruppo dai lavoratori musulmani che intonavano slogan religiosi contro le azioni degli ebrei. La Fondazione ha condannato l’azione come una “violazione della santità” della moschea di Al-Aqsa.

 

 

 

Giovedì, 09 Giugno 2011
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